Dietro la crisi..

“La cultura è l'essenza dell'uomo” ebbe a dire Immanuel Kant.

 Occorre non dimenticare da dove si è partiti e sapere che le nostre radici storiche, culturali e politiche non vanno disconosciute.

 

Negli ultimi tempi si è fatto un gran parlare della Grecia, lo Stato canaglia sull’orlo del fallimento potrebbe sconvolgere l’assetto dell’UE, lo spettro del ritorno alle valute nazionali si aggira per l’Europa gettando in uno stato di perenne trepidazione i governi nazionali, i mercati e le istituzioni europee.

Ed è vero che il governo greco, cialtrone e neghittoso, si è rivelato incapace di tenere il timone dello scafo tra i marosi delle difficoltà in cui versa l’occidente. Purtuttavia non possiamo dimenticare che gran parte della nostra identità, cultura e pensiero sono inscindibilmente legati alla Grecia e a quello che accadde nell’Egeo venticinque secoli fa.

La nascita della civiltà greca è uno degli eventi più decisivi nella storia dell’uomo, molto di ciò che costituisce la civiltà era già esistito per migliaia di anni in Egitto e nella fertile Mesopotamia. Ma alcuni elementi mancavano, finché i greci non vi supplirono. Ciò che essi realizzarono in arte e in letteratura è noto a tutti (la statuaria greca e i poemi omerici), ma quello che fecero nel campo puramente intellettuale è ancora più eccezionale. Inventarono la matematica (Pitagora), la scienza e la filosofia, per primi scrissero la storia (Erodoto e Tucidide) differenziandola dai semplici annali. Ciò che accadde è tanto sorprendente che fino a tempi molto recenti ci si accontentava di restare basiti e parlare con una sorta di misticismo del genio greco.

La filosofia (amore della sapienza) apre lo spazio in cui vengono a muoversi ed articolarsi non solo le forme della cultura occidentale, ma le istituzioni sociali in cui tali forme si incarnano, e infine il comportamento stesso delle masse. Arte, religione, matematica e indagini naturali, morale, educazione, azione politica ed economica, ordinamenti giuridici vengono ad essere avvolti da questo spazio originario; e il cristianesimo e il linguaggio con cui la civiltà esprime il mondo; e gli stessi grandi conflitti della storia dell’Occidente: tra Stato e Chiesa, borghesia e proletariato, capitalismo e comunismo.

La filosofia nasce grande e comincia con Talete a Mileto sulle coste dell’Asia Minore nel VI secolo a. C. La ricerca e l’attenzione per la verità sanciscono il suo avvento. Talete, Anassimandro e Anassimene affermarono un modo nuovo di osservare il mondo, basato sull’uso della ragione per conoscere la verità e comprendere le cose.

I primi passi della sua storia non sono l’incerto preambolo a un più maturo sviluppo del pensiero, ma stabiliscono i tratti fondamentali del suo intero decorso storico. La letteratura nasce nell’VIII secolo a. C con l’affermazione della corporazione degli omeridi e la diffusione dei poemi : l’Iliade e l’Odissea. Senza i quali non saremmo arrivati a leggere le pagine di Proust, Musil, Joyce e Kafka, passando attraverso Dostoevskij e Tolstoj.

Non me ne vogliano i detrattori ma io sono dalla parte della Grecia, e tutti quelli che auspicano il tracollo definitivo di questo Stato, probabilmente non sanno che tutto quello che pensiamo, diciamo, il nostro quotidiano modus operandi, nonché la nostra bellissima lingua (“l’idioma gentil sonante e puro” secondo il poeta Vittorio Alfieri) discendono dalla grecità classica.

Se il mondo occidentale può, enfiando il petto, dirsi democratico lo deve a Pericle (padre della democrazia ateniese) e a Clistene (epigono e prosecutore dell’opera di Pericle). Il concetto di democrazia come governo del popolo in cui la sovranità viene esercitata dal popolo stesso (anche se le cose non stanno proprio così) non è certo piovuto dal cielo in una giornata procellosa, ma rappresenta il risultato (ancora in evoluzione) di quella idea primigenia, nata ad Atene duemilacinquecento anni fa.

L’ombra dei greci si è estesa anche nel campo della pedagogia e, come abbiamo già ricordato l’Iliade e l’Odissea rappresentano le fonti più antiche e cospicue dell’educazione greca nelle sue fasi primitive. L’educazione della polis (città Stato) assumeva due forme: era educazione estetico–intellettuale, incentrata sull’insegnamento di tutte le discipline formatrici dello spirito, cui presiedevano le nove muse del Parnaso. L’altra forma di educazione era quella fisica ed aveva la sua espressione nel termine ginnastica.

L’idea della cura del corpo e dello spirito, tipicamente greca e ripresa dai romani, è ancora presente ai nostri giorni. Atene era la città della cultura e delle arti, Sparta la città guerriera.

Spostando l’attenzione nel campo puramente artistico balza all’occhio l’influenza che la cultura greca ha esercitato in tutte le epoche della storia dell’arte (e noi dalle a ragionare sui conti che non tornano e sullo spread). Raffaello Sanzio pensò di affrescare la Stanza della Segnatura, una della quattro Stanze Vaticane poste all’interno dei Palazzi Apostolici, con l’immagine della Scuola di Atene dove si raccolgono gli uomini illustri del passato: filosofi, matematici e i primi fisici.

Il capolavoro del Rinascimento è lì a raccontarci la grandezza di un popolo la cui voce riecheggia ancora oggi, nonostante il disastro economico e la scarsa memoria di alcuni.

Non solo l’Europa, ma l’intero Occidente deve tutto o quasi alla “povera” Grecia.

Giuseppe Cetorelli

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