Nella prima parte di questo articolo, abbiamo parlato della democrazia diretta e dei suoi fondamenti teorici, mentre in questa seconda ci addentreremo nel concreto di un’applicazione della stessa sul territorio.
La democrazia diretta tenta d’insediarsi nel panorama politico come uno strumento molto pratico e concreto, che è: la lista partecipata.
Questo strumento serve per costruire liste civiche in democrazia diretta. Una descrizione di quello che sono la prendiamo direttamente dai Democratici Diretti:
«Basta con la finzione delle liste civiche che poi ripropongono in sostanza gli stessi meccanismi dei partiti oligarchici. La Lista Partecipata consente (al cittadino che lo desidera e quando lo desidera) il massimo di controllo e di possibilità di partecipazione diretta al governo della comunità. Struttura il rappresentante eletto come uno strumento in mano ai cittadini (non ai partiti, e nemmeno alla nostra organizzazione dei DD). Prevede, tra l’altro, il controllo delle attività del rappresentante e realizza la revocabilità dei mandati. Nel frattempo contrastiamo la deriva oligarchica in tutti i modi che riusciamo a praticare. Uno di questi è Firmare e sostenere la Petizione (anche on line) contro i condannati in parlamento, per il ripristino della preferenza e per la limitazione dei mandati elettorali al massimo di due legislature».
Tralasciando l’esperienza delle elezioni regionali del Lazio, dove forse, a nostro giudizio, si è puntato troppo in alto per un partito che non aveva radicamento in ambito locale, andremo ad analizzare l’interessante esperimento che si sta effettuando a Rovereto (Tn) prima delle elezioni del 2009.
Tenendo sempre presente il pensiero cardine della democrazia diretta, ovvero quello che i cittadini possono gestire direttamente il territorio, l’economia, la società, con una serie d’incontri, si è arrivati a stabilire i punti basilari:
Democrazia Diretta:
– Abolire il quorum dei referendum
– Creare il regolamento attuativo dello strumento della Delibera di Iniziativa Popolare
– Introdurre nello statuto il Consiglio Comunale Aperto
– Ripristino delle firme per attivare referendum, al 2% degli aventi diritto al voto
– Invio opuscolo informativo sui referendum
– Introduzione del diritto di Petizione vincolante
– Utilizzo, incentivazione e promozione delle primarie per la scelta dei candidati
Partecipazione:
– Realizzare “La Parola ai Cittadini” con vincolo da parte del Cons. Com. di discussione
– Introdurre la possibilità dei cittadini di far domande, con obbligo di risposta al consiglio comunale
– Bilancio Partecipato
– Piano Regolatore Partecipato
– “Il Cittadino Partecipa” – Una volta l’anno fare una assemblea pubblica deliberativa per migliorare la democrazia a Rovereto
– Revisione integrale dello Statuto Comunale con metodo partecipativo per migliorare e rafforzare gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa in armonia con la democrazia rappresentativa
Trasparenza:
– Introdurre webcam in consiglio comunale per diretta e differita
– La documentazione condivisa ai consiglieri comunali, deve essere inserita online a disposizione del pubblico
– Ogni progetto portato avanti dall’amministrazione deve essere documentato in ogni sua fase su un’apposita pagina. Con domande e risposte
– Il Notiziario Comunale deve diventare una notiziario informativo di ciò che accade nelle istituzioni e nel comune e il responsabile dovrà essere eletto ed eventualmente revocato dai cittadini
Nomine:
– Il Difensore Civico deve essere eletto direttamente dai cittadini, e avere maggiori poteri nei confronti dell’amministrazione
Eliminare privilegi degli amministratori
– L’eventuale sindaco della nostra lista percepirà lo stipendio secondo i livelli stabiliti dai cittadini
– Introdurre lo strumento di Revoca degli eletti sull’esempio di quanto accade in USA, Venezuela, Bolivia, Canada, Svizzera.
– Limite massimo 2 mandati per eletto
Naturalmente sul sito della lista civica, ogni punto di questo programma viene dettagliatamente spiegato e sviscerato e reso commentabile e giudicabile da tutti.
Questo schema riassuntivo però, ci da l’immagine di quello che –se realizzato concretamente- potrebbe essere il reale cambiamento di cui ha bisogno il moribondo sistema capitalistico estremo moderno.
Un esempio concretissimo però, ci arriva dalla fredda e ormai martoriata Islanda.
Questo articolo, apparso sul Guardian e poi ripreso da molti media (naturalmente non quelli che “contano”) come criticamente.it è davvero illuminate:
«Io credo che questa sia la prima volta in cui una costituzione viene abbozzata principalmente in Internet”, ha detto Thorvaldur Gylfason, un membro del consiglio per la Costituzionale islandese».
«Il pubblico vede i progressi della costituzione davanti ai propri occhi. […] È molto diverso da quello che succedeva in passato quando le persone che scrivevano la costituzione spesso pensavano che fosse meglio trovare un posto fuori dalla visuale, dal contatto col prossimo».
«La costituzione che è al momento in vigore in Islanda risale ai giorni in cui il paese ottenne l’indipendenza dalla Danimarca. Venne presa la costituzione danese e furono fatti alcuni aggiustamenti marginali, come il sostituire la parola “re” con “presidente».
«Per creare il nuovo documento il consiglio ha postato le bozze delle proposte sul suo sito web ogni settimana da quando in aprile il progetto è stato avviato. Il pubblico può commentare o seguire una discussione sulla pagina di Facebook del consiglio».
«Il consiglio ha anche un account su Twitter, una pagina su YouTube dove vengono postate con regolarità le interviste con i suoi membri e un account Flickr che contiene le foto delle venticinque persone al lavoro, ben intenzionate a massimizzare l’interazione con i cittadini».
«Le riunioni del consiglio sono aperte al pubblico e diffuse in streaming sul sito web e sulla pagina di Facebook. L’ultimo ha più di 1.300 “mi piace” in un paese di 320.000 persone».
«Il crowdsourcing è nato da un forum nazionale dello scorso anno dove 950 persone scelte a caso hanno trascorso un giorno per discutere della costituzione. Se il comitato riuscirà a redigere il progetto di legge, che dovrebbe essere pronto per la fine di luglio, sarà votato in un referendum senza alcun cambiamento imposto dal parlamento, e così sarà davvero un’iniziativa del popolo, per il popolo».
«Visto che l’intenzione era quella di indire un referendum, ha detto Gylfason, l’idea era che il pubblico potesse essere coinvolto fin dall’inizio del processo e non solo alla fine. I social media sono stati ritenuti il modo migliore per rendere questa cosa possibile, visto che la popolazione islandese è tra le più abili al mondo nell’uso del computer. Due terzi dei suoi abitanti sono su Facebook».
«Gylfason ha detto che è stato piacevolmente sorpreso dal livello delle discussioni: C’è stato molto apprezzamento per quello che stavamo facendo. Il pubblico ha aggiunto molto al nostro dibattito. I loro commenti sono stati di grande aiuto e hanno avuto un effetto positivo sul risultato».
«Gylfason, un professore di economia all’Università d’Islanda, ha detto che il progetto di legge includerà controlli e responsabilizzazione per il parlamento e l’introduzione della separazione dei poteri per prevenire il ripetersi della crisi finanziaria. Conterrà anche cambiamenti significativi che riguardano le elezioni dei parlamentari e le nomine dei giudici».
La speranza ci viene dalle idee e dagli esempi, e in queste due puntate abbiamo mostrato come ne abbiamo a sufficienza per nutrirne e aspettare… non con le mani in mano però.
Marco Caponera
comincio a crederci..
eppur qualcuno lo fa…meraviglioso!
Spesso abbiamo stampato la parola Democrazia. Eppure non mi stancherò di ripetere che è una parola il cui senso reale è ancora dormiente, non è ancora stato risvegliato, nonostante la risonanza delle molte furiose tempeste da cui sono provenute le sue sillabe, da penne o lingue. è una grande parola, la cui storia, suppongo, non è ancora stata scritta, perché quella storia deve ancora essere messa in atto.
(cit. Walt Whitman
passano i millenni e le parole AL VENTO
l'unico modo,l'unica maniera!!!