L’11 Febbraio del ’63 nasceva un’atleta meraviglioso, difficile da comprendere agli occhi di un ‘normale’ essere umano e distintosi per aver stabilito nel 1998 il record di free-falling presso la Leaning Tower, parete situata nel parco nazionale dello Yosemite –California e alta ben 700 metri; uno spaccato di una storia che va oltre ogni immaginazione, suggestiva e impregnata di folle adrenalina: Dan Osman è stato l’ultimo Icaro.
Il suo stile di vita, semplice, anticonformista, essenziale, volto alla ricerca del limite e di quella libertà che tanto desiderava assaporare e che solo la scalata e la caduta libera potevano regalargli; cresciuto a pane e roccia, “Dano” possedeva straordinarie attitudini donategli dalla natura, grande senso dell’equilibrio, elasticità, una coordinazione fuori dal comune, il tutto condito da un pizzico di sana pazzia.
Divenne famoso praticando il free-soloing; era capace di risalire un muro di roccia alto circa 400 piedi in soli 4 minuti e 25 secondi utilizzando solamente le proprie mani, senza alcun tipo di equipaggiamento che si potesse avvicinare a una corda, moschettone rinforzato o imbragatura di sicurezza.
La sua capacità di concentrazione e la totale consapevolezza nei propri mezzi permettevano di spingersi verso sfide mortali e fuori dalla portata di qualsiasi assennato scalatore.
Dopo essersi dedicato per vari anni al free-soloing, l’impavido Osman decise che era giunto il tempo di nuove emozioni, e all’alba del suo trentaduesimo compleanno, l’arrampicatore statunitense divenne il primo a cimentarsi nella caduta libera controllata, provocando come nessun altro la gravità..
Nessuno mai ha sfidato il vuoto in queste modalità, e così a furia di sfida… purtroppo la sfortuna può colpire in ogni momento, senza preavviso.
Morì il 23 novembre del ’98, dopo essere precipitato per circa 700 metri a causa della rottura di una corda di sicurezza, dinamica che ancora oggi risulta poco chiara; quella è stata l’ultima apparizione dell’Icaro californiano, l’ultimo balzo che ha liberato lo spirito incontrollabile e selvaggio del Re delle arrampicate.
La passione per la scalata a mani nude, il desiderio di toccare il cielo con un dito e di librarsi nel vuoto, la necessità di spingersi oltre il limite conosciuto, al di là di ogni nota dimensione.
Un uomo che ha vissuto la propria vita cambiando ripetutamente punto di vista, gestendo la propria passione al massimo delle sue capacità fisiche e mentali; morire senza rimpianti si può, basta diventare ciò che si vuole essere.
Andrea Della Momma
che folle!
c'è rimasto secco povero..
embè…non è che lavorava al comune eh..!
queste persone mettono in conto la probabilità di morire ogni volta che si lanciano in una nuova avventura!!!
e questo non riesco a capire se è coraggio o stoltezza!
è una questione di scelte di vita. lui ne era consapevole!
"morire senza rimpianti si può, basta diventare ciò che si vuole essere"…
bell'articolo!
certo inseguire le proprie passioni sul filo del rasorio, ad un passo dalla morte..deve essere una spinta talmente vitale da far passare insecondo piano la vita stessa, ma anche gli amici, i cari, la possibilità di amare, di avere figli… si mette in gioco una vita intera!
ma senza queste persone, l'uomo avrebbe superato pochi limiti..
andrea della momma ti stimo 🙂
… un altro articolo bellissimo e degno dello sport più emozionante!
si è vero!molto bella questa rubrica sportiva,interessantissima!
bell'articolo e bravo il giornalista
Mack, Dan Osman aveva una figlia e anche una compagna!
ah ecco… appunto dico che si mette anche la famiglia in secondo piano. tant'è che ora quella bimba è orfana di un padre!
è una scelta… che come ogni scelta ha le sue conseguenze!