Serata di prime volte al Traffic sabato 25 gennaio. Prima volta per i Cold Cave a Roma, prima apparizione dei Russian Rose dal vivo e azzardo a dire anche quella del progetto Big Deal. Ma andiamo con ordine.
Dopo aver assistito a due concerti non proprio esaltanti per i miei gusti musicali –Death In June e Boxerin Club, estremamente diversi, ascoltati con curiosità e piacere ma non con vero entusiasmo- decido di andare a questa serata che si preannuncia molto più ghiotta. Intanto perché i Russian Rose li conosco, superficialmente, ma li conosco e voglio ascoltare la loro produzione. Last but not least, dove ci sono parole come “synth”, “dark” e “wave” c’è casa.
E in effetti le mie aspettative non vengono deluse.
Quando arrivo al locale, le esibizioni non sono ancora iniziate e quindi ne approfitto per dare un’occhiata in giro. Sotto l’egida di Big Deal –primo documentario sulla storia/attualità del Traffic con eventi, concerti e molto altro– durante la serata hanno esposto le loro tavole tatuatori come Paolo Ferrara del “Monkey Business Tattoo” e Heinz dello “Psycho Tattoo Studio“, mentre stand di abbigliamento (Rock Cycle, Classe Artigiana Monti, Enjoy the Silence e Cold Print) sono stati allestiti per quella che dovrà diventare una manifestazione a tutto tondo.
Tra una chiacchiera e l’immancabile birra, il tempo passa in fretta ed è ora del live dei Russian Rose.
Il gruppo di Roma è formato da Gianni Lancellotti (ex Friday Star e The Jersey Line) e Mirko Ravaglia (ex Strength Approach, Face the Fact e Smashismo), che hanno dato vita a un progetto che riunisce la comune passione per band come Sisters Of Mercy e Joy Division. La loro è un’esibizione improntata a certe sonorità anni ’80, in cui l’uso della chitarra ricorda anche qualcosa del post rock dei Mogwai.
Per essere la prima volta che salivano sul palco, i Russian Rose sono riusciti a mantenere viva l’attenzione del pubblico con suoni puliti e un’atmosfera perfettamente in linea con lo spirito della serata. E devo aggiungere che mi hanno convinto immediatamente, accrescendo la curiosità per quello che, spero, sarà al più presto un album.
Dopo di loro è il turno dei Cold Cave, creatura di Wesley Eisold, già attivo in gruppi hardcore come Give Up The Ghost (conosciuti anche come American Nightmare) e Some Girls.
Il gruppo, scelto dai Nine Inch Nails come supporter per il tour europeo 2014, vede, in realtà, come unico deus ex machina Eisold, che si è avvalso negli anni di collaboratori come Ceralee McElroy (Xiu Xiu) e Sean Martin (Hatebreed). Questa volta è accompagnato (in tutti i sensi) da Amy Lee, fidanzata tuttofare che salirà con lui on stage.
A inizio serata Eisold e signora sono seduti al banchetto del merchandising, con lui letteralmente appollaiato su uno sgabello mentre beve qualcosa che è tutto fuorché limonata. Girano voci sul suo carattere poco accomodante e un passato burrascoso, che lo rendono ancora più inquietante nel suo cappotto lungo mentre con l’unica mano inanellata afferra il drink. Per i più curiosi, il cantante è nato senza il braccio sinistro, cosa che non l’ha assolutamente limitato nella sua capacità di tenere il palco.
E neanche nella sua bellezza illegale in almeno trentadue stati. La prima cosa che mi colpisce, infatti, è il suo essere bello come il sole dopo un acquazzone e come l’acquazzone stesso. Affascinante e spaventoso al tempo stesso, quando sale sul palco trasmette un’energia che a vederlo seduto non ti aspetteresti. Sembra insieme Dave Gahan, Ian Curtis e Bernard Sumner dei New Order. Un po’ Smiths un po’ EBM, Wesley Eisold canta e grida senza mai perdere l’acconciatura più liscia che si sia mai vista dopo Paolo Limiti.
Io sono tentata di buttarmi a terra piangendo come una tredicenne davanti a Harry Styles degli One Direction, ma i vent’anni in più rispetto all’appena menzionata adolescente e un fidanzato presente mi fanno desistere da questa scena.
Finito il concerto, Eisold e fidanzata (che contrariamente al meraviglioso partner durante il concerto ha mostrato lo stesso aplomb di Morticia Addams) tornano al loro banchetto, come se nulla fosse successo e loro si trovassero lì per caso con qualche maglietta e una manciata di spillette.
Io torno a casa con il cuore infranto ma anche tanto entusiasmo per due gruppi all’altezza di qualsiasi aspettativa.
Agnese Iannone
LOL
Sempre simpaticissima la Iannone…mi mancava!
sto rosicando. vabbè grazie uki,almeno mi confermate che anche dal vivo spaccano,perche’ su disco li adoro
serata scurissima! per il resto concordo con A.Iannone
tra le realtà migliori del genere in questo momento! i Russian Rose invece non li conosco…vado ad aggiornarmi
Affascinante e spaventoso…
Sabato Wes si è dimostrato una persona simpatica , disponibile e umile(cosa molto rara per i musicisti di successo) , cmq gli manca solo la mano sinistra e non tutto il braccio..
Che bella recenziona, ed io che mi ero dimenticate della Ianona.