Canblaster (+Bob Tha Funk) @Lanificio159 (Roma)

Una serata tutta da ballare contro ogni deterrente terroristico..

Venerdì sera. Cena, una birra con gli amici, poi tutti a casa.
Oppure tutti al Lanificio con “Touch The Wood” che ci porta il buon Cédric Steffens, alias Canblaster, insieme a Bob Tha Funk e i padroni di casa Marco G. & Mr. Kite, per farsi esplodere come si deve.
Che scelta di parole infelice.
Perchè quando arrivo al Lanificio, ed è ormai passata da un bel po’ l’una, il posto è mezzo vuoto. Canblaster---2
In un primo momento penso addirittura che il motivo sia la serata e che forse in fondo il ventisettenne di Douia non attiri un pubblico così vasto tra i clubbers capitolini.
E mentre rifletto, bevo un Gin Tonic e ballo (probabilmente per la prima volta in anni di frequentazione di locali) senza che mi arrivano gomitate nel costato da nessuno. Arriva in consolle Canblaster.
Occhiale nerd e frangia che copre la fronte, il giovane producer francese sembra più un adolescente che ha messo per la prima volta piede fuori da camera sua in mesi.
Ma non è così.
Per i meno informati Canblaster è il jolly nel mazzo di carte che è Club Cheval (Canblaster, Myd, Panteros666 & Sam Tiba), collettivo con base a Parigi.
La parola che più lo descrive è diversità.
Infatti non c’è un filo conduttore nella scelta dei brani musicali, se non l’energia che invade il corpo di Cédric dalle cuffie ai piedi, che passa da inconfondibili francesate a pezzi funk e house con retrogusti vintage. Alza il tono della serata, aumenta il ritmo, distorce le sicurezze di classiconi -quelli che riconosci già dall’attacco- lasciandoti sospeso tra il senso di familiarità e lo stupore della novità.
Eppure, anche se mi sono trovata più volte confusa e spersa, c’era quell’aria di smarrimento un po’ magica e che aveva un suo perché intrinseco, solo che io non riuscivo ad afferrarlo.
Come Wendy arrivata sull’ ‘Isola che non c’è’, me lo sono goduta fino in fondo. Ogni tanto forse è il caso di non capire cosa stia succedendo intorno a te.
Che importa che non ci fosse la calca sotto cassa.
Che ce ne frega del terrorismo.
Noi non smetteremo mai di ballare.
Almeno fintanto che ci sarà gente come Canblaster che ci permetterà di farlo.

Eleonora Paesani

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