È uscito il 28 aprile il secondo Ep della band milanese Brigade Bardot “Avviso ai Civilizzati”, prodotto da Mirko Void del collettivo ‘Stramonium‘. Lo scopo “militante” della Brigata è rivolto ad una nuova dislocazione del significante per nuovi significati, screditando ogni simbolo sia di lotta che di governo, al fine di sostenere una visione per così dire meta-rivoluzionaria. I testi di questa band sono eccezionali nel rivelare di buon grado il dispotismo di un certo “linguaggio“, per questo lo stesso linguaggio musicale della Brigata assume forme come bandiera estesa a ogni dichiarazione d’intenti.
Il disco si presenta con “Secondo Comunicato”, che già fa intravedere tutte le sfumature del disco: sample di politici decontestualizzati, citazioni musicali (in questo caso è palese il tributo al progetto Acid House KLF nell’intro) e testi politicizzati declamati su una base che ricorda l’eurodance dei primi ’90.
In “Mara” si racconta di Margherita Cagol, militante delle Brigate Rosse, e della liberazione di Renato Curcio dal carcere di Casal Monferrato mentre la base musicale ricorda una versione lo-fi di un qualsiasi pezzo dance commerciale. “Baby, You Drive Me Crazy” ha un andamento più cupo e un’atmosfera intrisa di negatività, a partire dal sample iniziale per arrivare al testo che racconta dell’alienazione del quotidiano, mentre nel finale si lambisce senza apparente soluzione di continuità la Techno Hardcore, per passare poi a “Boko Haram (II)” con il suo incedere spedito e il suo testo che potrebbe far storcere il naso a molti. Ci si avvia alla conclusione con la cover più o meno punk-rock di una canzone dei Chumbawamba e con “1984, O L’illusione di stare insieme”, una ballata elettronica con un testo intimista che non rinuncia a molteplicità di interpretazione. I samples, le voci e i flauti in reverse di “L’Elan En Avant” concludono questo particolare album.
«L’idea di questo progetto», ci ha raccontato la band, «Nasce due anni fa dalla volontà di approcciarsi alla musica militante in maniera differente: non più nelle forme classiche del punk (anche se soprattutto l’anarchopunk anni ’80 rimane una nostra fondamentale influenza) o dell’ hip hop.. ma utilizzando delle strutture musicali che spaziano dalla dance al synthpop, dalla witchouse al mero cut up sonoro. Il concetto di base è che, sia a livello testuale che sul piano musicale, si possa decostruire l’immaginario del mondo contemporaneo per costruirne uno nuovo».
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> Ascolta “Avviso ai Civilizzati”:
al netto del primo maggio, tu guarda cosa dovevo andare a sentirmi oggi! 😀
grazie uki !
se loro non si prendono sul serio, figurati se li prendo io sul serio . allora diventano un esercizio goliardico di memoria storica. cosi’ mi piacciono molto , eh eh eh
vero. anche io non so se prenderli come un qualcosa fuori dal tempo , e per questo simpatici per quello, oppure come un lancio positivo verso il superamento di vecchie ombre
pero’ a loro modo spaccano. interessanti
io me li sto ballando
troppo fichi !!!
Eccezionali!
finalmente un po di musica impegnata e politicizzata con cognizione di causa. testi interessantissimi e musica che è uno sballo