.«Perché Dio non guarda.
Dio bestemmia. E alla volte non si applica.
Respira. Guarda il cielo. Guarda le stagioni passare.
Prendi posizione. Viaggia.
Ricerca la tua parte migliore.
Non hai nemmeno un idolo da venerare.
Nemmeno quattro soldi per andare al mare
di notte a immaginare.
Nuotare».
Mercoledì:
“Nick, vorrei tu vedessi e recensissi il nuovo Blade Runner”.
“Non lo so.. devo fare la revisione ad un articolo, ho due riunioni per l’Associazione, delle traduzioni, suonare, andare a tartufi e a porcini, suonare, pulire casa, scrivere un paio di cartelle di sceneggiatura… aspetta… ma hai detto il nuovo Blade Runner?”.
“Si”.
“Considerala già fatta”.
Giovedì:
IlBicio – “Andiamo a vedere Blade Runner domani sera?” (IlBicio deve essere figurato come un orso buono, con una risata sempre pronta che vibra non solo in lui ma anche nelle persone che, fisicamente, gli stanno vicino).
“A che ora?”.
“20:30”.
“Stacco a quell’ora!”.
“Tanto il bar è il tuo”.
“Ah, giusto! Lo diciamo a LaRossa?”, chiede con retorica.
Compone il numero.
“LaRossa, vieni a vedere Blade…”, neanche il tempo di finire la frase che LaRossa è dei nostri (in “Spirited Away”, i fiumi hanno degli spiriti che si manifestano fisicamente, ecco, LaRossa è così, una creatura fluviale, dove terra, acqua e roccia si uniscono).
Venerdì:
In macchina con la pioggia che viene giù a secchiate si parla e si scherza come se si stesse andando a bere una cosa, non una parola sul film forse solo un “Hai almeno visto il trailer?”. C’è una sorta di tensione malcelata nell’evitare sistematicamente ogni accenno.
Eppure è solo un film.
Ma è solo un film?
No, non credo, questo mi pone di fronte ad una domanda che è alla base di questa “recensione“, e la domanda è semplice e pura: “Cos’è Blade Runner?”
Di sicuro posso dire che è più di un film, è memoria collettiva; praticamente tutti hanno detto almeno una volta nella vita: «Ho visto cose che voi umani…», o ha parafrasato, del tipo: «Ho visto cose che voi astemi…» ecc. ecc…
Inoltre Blade Runner ha cambiato lo Sci-Fi, lo ha reso fruibile a tutti, ha fatto si che tutti coloro che lo hanno visto, in qualunque momento della loro vita, rivalutassero il genere, aprendosi a un nuovo filone di film (difficilmente all’altezza ad onor del vero…). Qui si potrebbe inciampare su un pensiero facile, ossia credere che Blade Runner sia un film semplice e godibile. Non lo è, non lo era e non lo sarà mai e qui è parte della sua indiscussa grandezza, Blade Runner è un film lento, con degli effetti speciali che non sono mai stati credibili (anche ricontestualizzando la pellicola al suo tempo) che però possiede una forza enorme, travolgente. Forse è l’accoppiata Dick-Scott, non lo saprei dire, perché entrambi hanno prodotto tanto (anche se non insieme) e non hanno più raggiunto la vetta di Blade Runner, e questo porta ad un’altra domanda: “È dunque una questione tecnica? Meramente soggetto/regia?”, e qui mi sento di rispondere con un secco no, ci sono sceneggiature migliori e regie migliori (capiamoci, non sto dicendo che queste non siano straordinarie, lo sono eccome, ma non siamo sull’apice dell’apice).
Provo a fare un’interpretazione (sicuramente opinabile); Blade Runner è un film che va oltre perché sposta lo spettatore su un piano diverso senza che ne sia consapevole, è un film che parla tra le righe di bioetica in uno scenario futuro piuttosto plausibile (in un momento storico in cui la clonazione è sembrata alla porte e i primi esperimenti prendevano il via e la robotica faceva passi da gigante) e che empatizza con il cuore dello spettatore consapevole latentemente del momento storico biotecnologico in un crescendo di attesa e tensione mai sopita.
Blade Runner parla di anima e di diritto alla vita, all’esistenza, del diritto allo sfruttamento, rimette in gioco la centralità dell’uomo e lo sposta da creatura a creatore, lo eleva allo stato divino e porta a chiedersi se una divinità possa avere delle divinità a sua volta e quindi spalanca il baratro dell’incertezza esistenziale per l’essere umano.
Probabilmente sono solo mie elucubrazioni.
O forse no… quale è la distanza tra un pensiero in nuce dentro di noi ed uno che formuliamo apertamente?
Ma forse a questo punto dovrei parlare del nuovo Blade Runner anche se non credo che sia così necessario, non vorrei incorrere in qualsivoglia spoiler… quindi cercherò di essere “abile”.
Prima di tutto la domanda centrale che di solito chi legge una recensione chiede: “È un film da vedere?”..
La risposta è un secco: “Si!!! Assolutamente”.
La consapevolezza che si è di fronte ad un film monumentale arriva dopo una manciata di secondi, nella scena di apertura, una carrellata di suoni ed immagini bella da far male (un po’ come Ana De Armas, non me ne voglia LaBaby). Non c’è bisogno di dare elementi sulla trama, anzi sconsiglio a tutti coloro interessati alla pellicola di leggerne. Villeneuve rispetta l’opera di Scott sotto ogni aspetto e firma un lavoro meraviglioso e impeccabile sotto tutti i punti di vista che si pone rispettosamente in continuità con l’opera precedente sotto il profilo delle intenzioni e delle atmosfere e in maniera quasi totalmente indipendente dal punto di vista della trama (a parte tutti i dovuti richiami). Capiamoci, il film è lento, lentissimo a tratti e cozza nettamente con il nuovo modo frenetico di fare film, come se i tempi di attesa e attenzione dovessero essere sempre più brevi, un cinema diseducativo che considera lo spettatore inebetito (a volte a ragione in effetti…) dai vari Cinecomic e altre produzioni prive di spessore che puntano solo sul mero intrattenimento. Villeneuve prende tutto il tempo di cui ha bisogno, dilata gli eventi, punta sull’inespressività di Gosling (perfetto nel ruolo) e si concentra su una fotografia da togliere il fiato. È un film diretto magistralmente e scritto eccellentemente, non ha al suo interno pecche che vanno oltre la sgradevole pubblicità occulta onnipresente (ma sono sicuro sia un’imposizione della produzione).
Una volta uscito dal cinema ho sentito il netto bisogno di rivederlo, ma ci mettiamo in macchina pensosi parlando poco, evidentemente toccati dal film. Quando ricominciamo a dire qualcosa, su una strada dritta inondata dalla luna e spazzata dal vento è con una certa cautela per poi andare a parare su possibili date per un’ulteriore visione.
Arrivato alla mia macchina, mentre mi metto in viaggio verso casa chiamo LaBaby (impegnata nella visione di “Memento”), che tra le varie cose mi chiede se secondo me sia necessario aver visto il primo Blade Runner e le rispondo che semmai si dovrebbe vedere “Arrival” (altro film enorme), che presenta molti punti in comune e a cui sono dedicati alcuni richiami (prettamente tecnici).
Questa la recensione la sto scrivendo la mattina dopo aver visto il film e devo dire che vivo una sorta di strascico, ripenso ad inquadrature, faccio sovrapposizioni, ricordo suoni, elucubro supposizioni, ma soprattutto guardo il cielo terso mentre il vento infuria e veramente mi chiedo dove e come siano i bastioni di Orione e se un giorno ci arriveremo mai.
Ma dentro di noi in preda alla commozione, tramite altri occhi, li abbiamo visti già.
Nicholas Ciuferri
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#BladeRunner2049
> Alcune considerazioni inattuali su “Blade Runner”…
m’hai convinto!
:)))
Una perla rara in questi tempi di immondizia cinematografica . Merita davvero di essere goduto al cinema .
Nonostante non possa avere lo stesso impatto storico che ha avuto il primo film per ovvie ragioni, è un capolavoro che non ha nulla da invidiare al primo
I messaggi sono profondi anche più che nel primo, contornati da una maestosa colonna sonora che rende ogni inquadratura un perfetto quadro in movimento… concordo con Ciuferri,diretto magistralmente e scritto eccellentemente. forse unica pecca è la lentezza … ma son dettagli ….
si rischiava il disastro invece spero che quando arriverà il momento faccia il pieno di Oscar.
Corro a vederlo! Grazie Nicholas….di te mi fido
:))
sembra pero’ che piu’ che raccontare una storia, una trama avvincente, sia sia concentrati solo nel fare una magistrale opera tecnica. la lentezza del film giustifica il pieno godimento delle immagini, ma ci rimette forse la storia? vabbè, un Nicholas cosi’ emozionato non puo’ che significare che qualsiasi cosa abbiano voluto fare, l’ hanno fatta bene ! <3
D’ ACCORDO CON CIUFERRI, TRAMITE GLI OCCHI DEL FILM SI RITORNA SU ORIONE ….. ATMOSFERE CHE TI TRASPORTANO
STRAORDINARIO !!!!
Assolutamente in sintonia con la recensione. Si ritorna con rinnovata commozione al modo in cui mi attraversò la visione di Blade Runner di Scott, ma a distanza di 30 anni. Visto e da rivedere.