Bell X1 (+ The Academic) @Galway Arts Festival

Il pop-rock tra electro-ballate e reminiscenze indie-rock dei Bell X1 esplode in un live set straordinario del Festival irlandese..

Arrivo a Galway insieme alla notizia della nomina della capitale europea della cultura, fosse stata una mia decisione avrei avuto un’accoglienza trionfale, ma alla fine va bene lo stesso, Galway è fatta così, sorride a mezza bocca, fa parte del suo fascino.
L’Arts Festival gonfia le vene della città e fa scorrere le persone in tutti i vicoli, quando poi il vento e la pioggia concedono al sole di uscire, i colori risplendono tra i canali e una baia che sembra fatta apposta per le cartoline.
Se solo si usassero ancora.

 

La mia destinazione è compresa tra la cattedrale e il campus universitario, un tendone blu con quattro punte e bandiere gialle a garrire fiere e costanti.
L’organizzazione si conferma ben rodata e fa si che tutto scorra liscio, perfettamente in linea (anche troppo) con la tabella di marcia e sul palco suonano gli Academic. Li guardo imbracciare gli strumenti e mi dico “Saranno una band locale a cui per qualche motivo fanno aprire ai BellX1”.
Poi iniziano a suonare.
E io allibisco, perché non è soltanto la tecnica perfetta, le canzoni sempre sensate e ben strutturate (nulla d nuovo, un po’ Artic Monkeys, un po’ mille altre band quasi a caso), ma questi ragazzini stanno sul palco come fossero navigati musicisti. Il loro live set scorre via veloce e piacevole mentre io cerco informazioni sul loro conto e scopro che hanno appena firmato un contratto notevole e che sono nel bel mezzo di una promozione planetaria.
Bella pe’ loro.

 

Poi sul palco salgono i Bell X1 e dall’attacco della loro performance sembrano voler dire “Cari Academics, avoja a magnà caramelle, andate va…”.
Io, Paul Noonan, me lo immagino sempre un po’ romanesco, sarà che ormai è tanto che lo/li seguo.
Non si accontentano di fare un loro live perfetto, vogliono fare di più, come sempre, e come sempre ci riescono, mettono in fila brani del loro repertorio, mostrano la loro abilità di polistrumentisti (fa sempre un certo effetto quando hai gli strumenti di un’intera orchestra sul palco ma sono solo cinque persone a suonarli, anche un paio contemporaneamente se necessario). Particolarmente interessanti i brani suonati con doppia batteria e programmazione elettronica per una densità e varietà ritmica difficile da trovare nell’alternative rock, a tratti mi hanno ricordato i Radiohead di “In Rainbows”.

Verso la fine del concerto ho pensato a come doveva essere la band quando anche Damien Rice ne faceva parte (Juniper al tempo) e mi sono detto che una concentrazione di talento come quella doveva essere difficile da gestire e che in fin dei conti è anche meglio così perché sembrano tutti di aver trovato la loro strada e di aver dato alla musica un contributo importante e lontano dall’essere concluso (anche se con Damien Rice non si sa mai, magari decide di nuovo che preferisce vivere in un casale in Toscana e si ritrasferisce lì a fare l’eremita).
Ma tornando ai Bell X1, hanno suonato diversi brani che saranno presenti nel loro nuovo album previsto in uscita per Ottobre, ora, io non so come suoneranno nella versione studio, ma dal vivo sono stati bellissimi e vista la qualità e la progressione dei loro ultimi album (“Bloodless Cup” e “Chop Chop“… tanta roba) il prossimo deve essere un’opera di assoluto rilievo.
Sapevatelo.

 

Comunque, per chi non li conoscesse, ecco qui qualche video:

 

Share Button
More from Nicholas Ciuferri

“Whiplash” e…

Affinità e divergenze tra il compagno Fofi e noi
Read More

5 Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.