.“Ashi” è il vostro primo disco. Parlatecene un po’: com’è nata l‘idea di questo lavoro discografico, cosa rappresenta per voi, quali sono le vostre aspettative?
Si è il nostro primo Ep di 5 brani che vogliamo faccia da antipasto e da presentazione della band: i “preliminari” prima del disco! È il nostro bussare al mondo del professionismo per dire a tutti che ci siamo e abbiamo tanta musica e parole da condividere! Ci auguriamo incuriosisca gli addetti ai lavori ed il pubblico.
Come nascono gli Ashi?
La band nasce da Marco Piceno cantante, chitarrista e autore dei testi e delle musiche ed Emiliano Baccini il bassista.
Abbiamo suonato insieme in altre formazioni e la voglia di continuare a sperimentare e suonare brani originali ci ha portato a ricercare un batterista, Fabio Mancinelli. All’inizio ci siamo esibiti in trio per un po’, poi un amico nonché gran chitarrista ci è venuto ad ascoltare live… è stato conquistato dal progetto e voilà il poker d’Ashi è servito! Siamo quindi diventati quattro.
Quali sono le vostre principali influenze artistiche e musicali, e quali di esse sono più presenti in questo album?
Come sempre sono molte. Le principali di certo Rock, Nu Metal, Trash, il cantautorato italiano, anche se è ovviamente difficile etichettare con precisione: come amo spesso dire suoniamo in inglese e cantiamo in italiano, il che non è consueto per il genere.
Su cosa vertono le tematiche del disco e dei brani? C’è qualche tema in particolare che vi è caro e che siete soliti affrontare con la vostra musica, o seguite solo l’ispirazione del momento?
I brani si ispirano alla vita di ogni giorno, tra il serio ed il faceto, tra il sociale e l’introspettivo, la realtà e la fantasia, spesso con un taglio ironico.
C’è o ci sono uno o più brani del disco a cui siete particolarmente legati, e perché?
È come chiedere se preferisci le donne more, bionde o rosse! Le adoriamo tutte! Comunque ci piacciono davvero tutte, cerchiamo di scrivere ed arrangiare ogni pezzo come fosse un potenziale singolo sviluppandone tutte le potenzialità finché non ci soddisfa in pieno.
Nel vostro modo di comporre avete un approccio più spontaneo ed istintivo, oppure più “calcolato” e ragionato (ad esempio valutate l’impatto che un brano avrà sul mercato, a chi potrà piacere, cosa “va” in quel momento, cercate un titolo d’impatto..)?
Nella fase creativa della musica sicuramente l’incipit è spontaneo, di pancia, poi nelle fasi di lavorazione e stesura complessiva entra la tecnica, le scelte di arrangiamento, la parte più ragionata. Non pensiamo in modo particolare al mercato in senso stretto,ma cerchiamo di confezionare l’unione complessiva tra musica e testo in modo che il messaggio sia chiaro.
La nostra attenzione ed i nostri “sforzi” sono in primis dedicati al cercare di scrivere belle canzoni, con groove, con un bel tiro e con testi che comunque “dicano qualcosa” senza mai salire in cattedra, non vogliamo insegnare nulla a nessuno.
Canzoni che siano immediate già ad un primo ascolto, poi è chiaro che ci sono vari tipi di ascoltatori: cerchiamo dì inserire elementi anche d’interesse tecnico/musicale per chi voglia trovarli, il riff spinto o l’assolo di chitarra, il groove di basso o il pezzo tamarro di batteria.
Cerchiamo di fare tutto questo seguendo la nostra sensibilità senza cercare di appartenere a quel genere o all’altro: tutto è permesso finchè si mantiene una coerenza complessiva. Le diverse influenze generano proprio uno dei punti caratteristici degli Ashi.
Alla fine della fiera la canzone o il riff deve girarti nella testa!
Scrivete brani in italiano: una scelta stilistica inusuale per il vostro genere musicale. Da cosa è dettata questa scelta?
L’inusuale ci piace! ma soprattutto perché l’italiano è una bellissima lingua per scrivere canzoni e ci piace l’idea che almeno qui in Italia tutti capiscano cosa stiamo dicendo. E poi credo che la propria lingua possa dare una potenzialità di espressione più completa
Non escludiamo in futuro l’adattamento in Inglese di qualche brano per testarci in altri mercati.
Qual è stata fino ad ora l’accoglienza del pubblico e del mercato nei confronti del vostro lavoro?
La promo dell’Ep è appena iniziata ma finora la nostra proposta sembra piacere per l’originalità, per le canzoni e per il sound dell’Ep stesso e ai live il pubblico si diverte. Rifateci la domanda tra qualche tempo!
Con la crisi dell’industria discografica da tempo in atto, quali sono secondo voi gli sbocchi più proficui per un nuovo artista ed un nuovo disco, sia dal punto di vista più prettamente “economico”, ma anche rispetto alla visibilità e alla possibilità di raggiungere un certo successo di pubblico?
Noi puntiamo molto sul lavoro della nostra agenzia di stampa la Suburbana e sui passaggi radio sia tradizionali che web, dando molta importanza a quelle locali ed indipendenti che possono dare più spazio a chi si affaccia al mercato con nuove proposte e spesso hanno anche il bacino di pubblico più attento.
Di certo l’attività live è fondamentale per diffondere il nome ed il lavoro della band ed in generale diventa uno dei pochi strumenti di sostentamento della musica (ai livelli più alti).
Naturalmente il web , i social e affini anche se all’inizio in un mondo così vasto e smisurato e dove tutti giustamente postano pubblicano musica e video si rischia sempre di essere una goccia nell’oceano, anche se la goccia piano piano corrode la pietra!
Progetti per il futuro e dove possiamo ascoltarvi?
Abbiamo iniziato a lavorare al secondo video che dovrebbe uscire col secondo singolo proposto dalla nostra Label Un Fuoco Bellissimo. Speriamo di suonare il più possibile in giro per l’Italia e a fine anno inziare le registrazioni del disco, abbiamo tanto materiale che non vediamo l’ora d’incidere e sparare furi dalle nostre e vostre casse!
Il prossimo live è rivisto il 21 Maggio a Roma al Defrag per il nostro release party!
Vi aspettiamo numerosi!