.«Ai suonatori un po’ sballati,
Ai balordi come me
A chi non sono mai piaciuto,
A chi non ho incontrato
Chissà mai perché
Ai dimenticati…».
Ivano Fossati
Dedico quest’ articolo, agli artisti, alle maestranze e ai dimenticati.
Siamo noi i dimenticati, quelli che fanno divertire e appassionare. In verità io sono un tecnico e non un artista, facevo ogni tanto e faccio documentari, ho un canale di promozione musicale, non faccio divertire quasi mai, alle volte faccio sorridere, sono appassionato e se riesco trasmetto qualità, nel senso in cui lo intendeva Robert M. Pirsig: provo a trasmettere qualità facendo il possibile per trasmettere il bello.
R.M. Pirsig: «Qualsiasi sforzo abbia come obiettivo finale l’auto glorificazione è destinato a concludersi in un disastro… Qualsiasi lavoro tu faccia, se trasformi in arte ciò che stai facendo, con ogni probabilità scoprirai di essere divenuto per gli altri una persona interessante e non un oggetto. Questo perché le tue decisioni, fatte tenendo conto della Qualità, cambiano anche te. Non solo cambiano anche te e il lavoro, ma cambiano anche gli altri, perché la Qualità è come un’onda. Quel lavoro di Qualità che pensavi nessuno avrebbe notato viene notato eccome, e chi lo vede si sente un pochino meglio: probabilmente trasferirà negli altri questa sua sensazione e in questo modo la Qualità continuerà a diffondersi» – “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”.
Sono artista nel senso del fare (arte: “ars” = capacità di agire e di produrre), ho qualche volta una buona idea e la realizzo. Il gradimento del pubblico è irrilevante nel concetto di qualità e nel concetto artistico, nel caso si tratta solo di un’impressione conseguenziale. Siamo e saremo dei bohemien, importa poco di avere fama e successo se derivano da compromessi.
«Non solamente il bello ma forse la massima parte delle cose e delle verità che noi crediamo assolute e generali, sono relative e particolari. L’assuefazione è una seconda natura, e s’introduce quasi insensibilmente, e porta o distrugge delle qualità innumerabili, che acquistate o perdute, ci persuadiamo ben presto di non potere avere, o di non poter non avere, e ascriviamo a leggi eterne e immutabili, a sistema naturale, a Provvidenza etc. l’opera del caso e delle circostanze accidentali e arbitrarie» Giacomo Leopardi, “Zibaldone”.
L’arte non ammette compromessi. L’arte è irriverente, straordinaria, affascinante quando apre una nuova visione delle cose, e non ci può essere un artista connivente o Yes Man, l’arte non è mediocrazia, è necessariamente eccellenza, segno distintivo, personalità, carattere, follia.
L’ambiguità in un mondo covid19 è disciolta si è utili o inutili.
Sono in crisi le grandi aziende internazionali, i produttori di beni e servizi, inquinanti o meno, utili o meno, sempre multinazionali sono, indipendentemente dalla Brexit. Loro chiedono cassa. Che sarà mai un cinema o un teatro chiuso, un tecnico bravo a casa a fronte di un Suv o di un cellulare in un magazzino?
Un roadie o un fonico di presa diretta, un fotografo di matrimoni… sono quelli che rendono bello anche un pessimo servizio, ma sono ‘dimenticati’.
Tutta gente per bene che le tasse o l’Enpals l’ha pagate, ma che per diversi motivi non rientrano nelle categorie mainstream dell’entertainment e dei riempitori di Stadi… e sì che qualche volta “ci fanno divertire”. Ma questo è gettare l’osso al cane… è una pacca sulla spalla.
Entertainment o morte: basta coi films di Pasolini, basta con le foto di Salgado, basta coi documentari di inchiesta di Rosi, roba triste avvilente, fuori dal mercato, non vendono pubblicità. Oggi non è possibile nemmeno fare il busker. Gli artisti non vanno in Tv perché l’”ascolto” lo tengono altre categorie. La colpa è nell’abitudine del non pretendere “arte e qualità”, di trovarla fastidiosa… ormai è scomoda ai venditori di promesse.
Non è certo colpa del decreto #andràtuttobene, non del ministro Franceschini, né di Mediaset.
Mi spiace dirlo la colpa è mia, tua, nostra e di chi non ha amore nell’arte, di chi si adegua e dice che va bene così… di ogni volta che assecondi il Sistema perché “tanto è cosi”.
E chi lo dice? E perché?
Il Digitale e l'”accessibilità” dei mezzi ha reso tutti registi o artisti di varia natura, creando una classe disagiata.
«La classe disagiata rappresenta la sconfitta di una generazione, certo, ma soprattutto la sconfitta di tutta una società che non è riuscita a costruire il proprio futuro. …. Quelle che chiamo meta-aziende sono aziende che prosperano proprio sulla concorrenza delle altre aziende o degli individui, ne hanno un bisogno vitale perché ciò che vendono sono sostanzialmente ‘armi’ per la competizione sociale. Insomma vendono speranze. Lo si vede nelle pubblicità degli smartphones, che in fin dei conti giocano sempre sulla promessa di potersi realizzare, diventare artista, Dj, oppure imprenditore nomade. Per sopravvivere, queste aziende devono creare illusioni, creare una classe disagiata che aspiri a un certo tipo di vita, per poi vendere i loro prodotti come fossero biglietti della lotteria», Raffaele Alberto Ventura, “Teoria della classe disagiata”.
Questo è un sistema senza uscita, senza sbocchi, senza costrutto.
Ebbene, vi invito allora a riflettere quando trasmettete gratis il vostro lavoro (sia quello artistico sia quello tecnico) perché non c’è ritorno.
Sono stufo di sperare che le cose andranno meglio per noi, non è vero.
È un sacrosanto dovere di ogni singolo produttore dare il massimo, ed è un diritto del fruitore poter trovare la qualità, che diventa anche per lui un dovere il fatto di sostenerla. Volete musica, bene, comprate i dischi fisici, magari fateveli spedire; comprate i libri, i quadri se potete, direttamente dall’artista. Agite! Fate e fate fare arte!
L’incongruenza è nel Sistema, ma questi si adegua alle scelte, e queste le facciamo noi.
Non potete lamentarvi dei cinema chiusi, dovete cercarveli i film belli e andarli a vedere davvero quando escono, dovete cambiare modi di fruizione del prodotto. Ci sono film in streaming a pagamento, vaucher per le produzioni. Se non potete acquistare, promuovete con le scelte che fate… così si entra nel gioco dell’arte. Agite da ‘mecenate’ o da fans, non importa; mostriamo assieme che non siamo “buffoni”.
Io dal mio mi sono proposto di organizzare, per quanto possibile, concerti all’aperto e registrarli in video, magari per essere poi fruiti anche in streaming, ma rigorosamente solo a pagamento, con ripartizioni dei proventi tra manovalanza, artisti e locali, e vi invito a fare altrettanto. Produciamo partecipiamo, sosteniamo l’arte nelle forme che più ci piacciono, ora! Pretendiamo, promuoviamo, partecipazione ad una vera produzione di arte… quella “artigianale”, unica e di qualità.
Quindi se vi sentite mecenati, artisti, tecnici o semplicemente dei dimenticati… magari cominciate a ribattete quest’articolo con l’hastag #nonsiamobuffoni… facciamoci sentire. Magari qualcosa cambia. Fate altre iniziative con lo stesso hastag. Urlate #nonsiamobuffoni! Oppure tornate sui balconi che magari #andràtuttobene?
Articolo e foto: Daniele De Sanctis
Completamente d accordo con te Daniele!!!
#noinonsiamobuffoni
.. loro mica ci fanno divertire a noi pero’!!!
sottoscrivo ogni pensiero di questo post . sempre grazie Uki ,facciamo girare per non sentirci piu’ inutili o buffoni . la scelta di cio’ che facciamo e siamo e’ nostra !!!
il digitale ha creato una marea di improvvisati registi, scrittori, artisti, web marketing, etc, una marea di dozzinali improvvisatori e i professionisti???
e poi la musica, lo spettacolo … erano gia’ in crisi prima gli spettatori a fronte di locali che chiudevano. concordo con De Sanctis che e’ anche colpa nostra . rimane il fatto che lo Stato deve ora intervenire e i professionisti devono farsi pagare … perche’ non siamo buffoni !!!
E’ perfettamente vero. Mi piace! Abbiamo lasciato andare troppo e ci siamo illusi, si illusi che … Tutto andra’ bene. Si che questa liberta’ sia a basso costo, sempre disponibile, sempre fruibile … Poi ad un certo punto, un bel schiaffone in faccia. Sveglia! Andra’ tutto bene se io tu noi lo vogliamo. Di scontato? Un bel niente. Svegliamoci! E “facciamo” arte: arte di vivere … Nom illudiamoci : e’ tutto ben pianificato. Il contentino e’ pianificato; l’associarsi, il darsi in un modo e in un altro, e’ permesso, ma … fino ad in certo punto. Ecco, e’ ora di oltrepassare quel limite!
Buffoni sono quei burattini che in Italia guidano una nazione dove la cultura, la subcultura, l’intrattenimento sono cose futili! L’arte come la musica è parte fondamentale dell’umano!
Fortunatamente vivo in Germania dove sono riconosciuto e dove la cultura è rispettata!
L’arte è fondamentale
Voi politici siete inutili
Siamo nel futuro la politica è morta ora tocca a voi!
Artista ❤️
vi ringrazio, perchè leggo di gente disperata per i mega concerti annullati , o della la crisi di vasco rossi che non scrive canzoni ? Poi penso alla miriade di tecnici: fonici, attrezzisti, runner, ballerini, operatori,
musicisti, macchinisti, e non so quanti altri che rischiano l’estinzione o di fare i pony pizza per campare. e mi sento Dimenticato. Facciamoci sentire. #noinonsiamobuffoni
FACCIAMOLO. SONO D ACCORDO CON TUTTO IL POST PURE IL PUNTO IN CUI DOBBIAMO ANCHE NOI PRENDERCI LE NOSTRE RESPONSABILITA’
SEMPRE OTTIMO BLOG UKI
GRAZIE DANIELE ….