“Anomalisa”: uno stop motion di parole e recitazione fantastica

Nel 2012 fu il progetto cinematografico più finanziato su Kickstarter. Senza produttori e altri fronzoli... l'opera diventa una straordinaria esplorazione degli angoli più bui e meno frequentati dell’umanità

.«I can feel the wind blowin’
It’s sending shivers down my spine
I can feel the wind blowin’
It shakes the trees and the power lines
What makes a man spend his whole life in disguise?
I think I know
I think I might know
…………
I think I might know
I think I might know, oh oh..»
City and Color – “What makes a man”

 

Leopoldo Fregoli era un attore italiano famoso in tutto il mondo tra la fine dell’Ottocento e i primi anni Trenta del Novecento. Doveva parte della sua notorietà alla capacità di interpretare diversi personaggi durante la stessa performance, era così bravo da rasentare la schizofrenia interpretativa o da far credere ai critici che non fosse possibile e che probabilmente ci fossero diversi attori (forse gemelli?) a dividersi il lavoro, ma Fregoli ha prima smentito e poi invitato i giornalisti a vedere il dietro le quinte dando dimostrazione di abilità e talento.
Ho scoperto questo da un paio di settimane, incuriosito dal “Fregoli Hotel”, il luogo in cui si sviluppa quasi interamente il film.
Che poi diciamocelo, Kaufman ha la fissazione per questi personaggi con lo stesso volto (la memorabile scena di “Essere John Malkovich”, ve la ricordate?), ma qui hanno anche tutti la stessa voce.

Ok, un passo indietro, anzi due. Charlie Kaufman ha solo scritto film belli, magari alla regia si annoda un po’ su se stesso, ma qui c’è il signor Duncan Jones a co-dirigere (e si vede), i due creano uno stop-motion nuovo nella tecnica e nelle idee (Tim Burton dovrebbe prendere appunti, tanti appunti…) e filmano un’opera bellissima che rimane aperta eppure completa.

Michael Stone è un uomo inglese (in America da molti anni) ed è anche un santone del ‘customer service’, il suo libro aiuta chiunque lo legge a far innalzare le sue performance e ad ottenere risultati insperati, ma è anche un uomo con un problema, per lui tutti gli altri hanno la stessa voce e lo stesso volto (la Fregoli delusion), un oceano di sosia liquidi e vagamente inquietanti. Si trova a Cincinnati (città che offre veramente poco) per una conferenza di fronte ad un suo pubblico che in qualche modo lo adora.

Se il film fosse musica sarebbe una terribile sinfonia del nulla, un tappeto di suoni paludosi come la società moderna, un uomo in una città qualunque a parlare di un lavoro per cui ogni individuo, ogni cliente è un’entità qualunque, una drammatica generalizzazione dei tempi moderni, un fordismo applicato all’essere umano che smette di essere tale con le sue caratteristiche peculiari e risponde solo a delle leggi generali del marketing.
Ma la critica feroce non è sempre così cinematografica, e così un unico personaggio Lisa, la “Anomalisa” del titolo, conserva la sua voce e i suoi tratti, conserva la sua individualità specifica i suoi difetti tutto ciò che in qualche modo compone il suo essere. Con una certa ironia lei è l’apologia della ragazza qualunque, dei luoghi comuni, anche vagamente irritante per quanto scialba. Eppure nella sua nauseante mediocrità è in qualche modo speciale e fa mettere a Michael tutto in discussione finché…
Finché non ve lo posso più dire perché altrimenti vi rovino il film, che ripeto è bellissimo e stimola il pensiero ormai in sottotraccia da una settantina di anni che forse il conformismo e l’omologazione non sono belle cose e ci stanno lentamente (ma neanche tanto) fottendo il cervello.

 

P.S.
Facciamo che esagero, facciamo che la butto lì in una manciata di righe facendo anche un po’ quello serioso, ma secondo me l’unica lettura possibile è antiedipica, un’applicazione del post-strutturalismo che da Guattari, Deleuze e Foucault ci dà una visione diversa del mondo e del capitalismo, un’ulteriore lettura di come il capitalismo penetri in maniera biopolitica (ok, Hardt, Negri, Marazzi e Berardi) l’individuo e di come lo porti in maniera oppressiva ad avere la sua salvezza in una lucida follia; in fin dei conti i due minuti in cui Michael è finalmente libero di dire quello che pensa sono bellissimi, di fronte al nulla che non lo riconosce e solo in quel momento lo critica, perché la massa espelle e rifiuta ogni devianza.

 

Nicholas Ciuferri

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https://youtu.be/DT6QJaS2a-U

 

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7 Comments

  • deve essere un esperienza surreale
    …..o magari davvero una lucida follia , come ci dice il serioso e adorabile nicholas

  • concordo con Ciuferri . sembra una nuova visione del capitalismo piu’ corrosivo , una nuova versione dell’ alienazione a quanto pare ancora attuale sebbene sotto mentite spoglie

  • un film claustrofobico a tratti per la rappresentazione di un ambiente artefatto. fino a quella luce che pian piano ti prende e ti travolge. film spettacolare
    grande recensione di ciuferri

  • in effetti il film e’ perfetto per mettere di fronte l’ immaginario esistenzialista di kaufman con la vacuita’ della societa’ di oggi. grandissima opera

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