La menzogna di Pasqua

La Pasqua è la trasfigurazione dell'Uomo Interiore che rimpiazza l'Uomo esteriore/animale. E' il compimento del "processo di individuazione" che porta l'Io personale ed identificato con la materia terrestre ad abbracciare l'ascesa del "Corpo di Luce" nell'Esseità Divina. Per interconnessione naturale, le festività pasquali provengono oltretutto dai riti per l’equinozio di primavera, che simboleggiava appunto il vivificarsi delle energie di risanamento fisico e spirituale

Al di là dei reali eventi storici ed essoterici, la misterosofia Pasquale simboleggia una “realizzazione interiore”: lo spirito che risorge a nuova vita in fusione con l’Esseità Divina. Un atavico rito iniziatico ed alchemico che aveva a che fare con la “crocifissione” dell’Ego materico al fine di favorire una trasmutazione in favore di un ‘campo aureo trascendentale’

 

Siamo in prossimità della Pasqua, e oltre a provare ad indignarsi per il massacro di migliaia di poveri agnellini indifesi (che non significa essere vegani… si tratta di non esagerare al limite del massacro), come abbiamo fatto con il Natale (“La menzogna di Natale“), cerchiamo di capire cosa stiamo festeggiando davvero.

Molte ricerche attuali dimostrerebbero come le religioni correnti provengano da un’originale “religione madre” che aveva presupposti diversi e oramai totalmente rimossi dagli attuali testi ortodossi ed essoterici. Inoltre c’è da specificare sempre che qui ci soffermiamo solo sulla chiave di lettura che ha a che fare unicamente con i “codiciermeneutici delle sacre scritture relativi agli studi delle scienze esoteriche di tutti i Testi religiosi del mondo (sappiate che gli antichi libri sacri contengono nascoste tutte le leggi di natura dell’universo neanche fossero dei manuali di fisica), compresa dunque la Torah, che verrà quindi presa in considerazione attraverso i significati simbolici della ghematria e non dal punto di vista “letterale”; l’intero discorso si basa insomma su una “lettura archetipica ed anagogica” e sulla “Gnòsi“. Nel caso della ‘lettura letterale‘ piuttosto, si aprirebbe un complesso discorso ‘a parte’ che non considereremo in questa sede, sebbene una lettura letterale dei testi sacri lasci il tempo che trovi, poiché risulta essere un puro esercizio filologico se non si approfondiscono invero i “sensi” ermeneutici ed esoterici di quelle tradizioni. Possiamo ricordarci che le misterosofie della Tradizione perenne ha sempre avuto a che fare con una “psicogonia“, cioè quel processo universale con cui il Sé si frammenta in diversi Io e subpersonalità, generando non di rado pensieri perturbatori, emozioni nefaste e concettualità disturbanti, fino al punto in cui, attraverso il “retto pensiero”, si riesce a reintegrare di nuovo il Sé nella sua qualità androgina e transpersonale, quando il suo SuperConscio diventa consapevole di sé stesso, e nell'”Io Sono Io Sono” ritrovi quindi l’ascesa verso l’Esseità Divina. Si trattava del “recupero dell’anima” dei percorsi sapienziali nelle ancestrali culture pancosmiche, ossia l'”Anecia“, la “discentio ad inferos” dei Greci, dove l’iniziato moriva al suo Ego per rinascere nel suo Sé spirituale. È lo scopo ultimo del VITRIOL, ossia la catarsi per generare l'”Uomo Nuovo” come la fenice risorge dalle proprie ceneri. Gli Antichi simboleggiavano questo percorso attraverso immagini affini alla cultura e alla mentalità del tempo, un immaginario costernato da emozioni subconsce rappresentate da dèi, dèmoni, mostri, eroi, ecc… Invece oggigiorno la lettura letterale, secondo una mitologia più contemporanea, fa risalire quei “demoni interiori” a personaggi alieni, in linea con una visione culturale più aggiornata, attraverso rappresentazioni extraterrestri e tecnologiche. Tuttavia, da sempre gli storici insegnano come il Mito rappresenti invece una psicogonia sotto forme “ermetiche”…

Abbiamo visto come oggi la scienza stia dando ragione alle antiche scuole misteriche e alle prime religioni panteiste riguardo la natura dell’universo.
Dobbiamo però tener presente una cosa importante.
La Tradizione perenne non ha a che fare con le visioni spirituali pagane o panteiste dal punto di vista del Divino. La Gnòsi inserita nell’ebraismo alessandrino, dunque nel proto-cristianesimo, non venerava la Natura. Semmai la onorava, era pur sempre una manifestazione sublime delle forze di Dio. La Natura era soprattutto lo strumento di “comunicazione” col Divino: le coincidenze sincroniche, i simboli, gli Archetipi, la numerologia, i “segnali”… in tutto c’è il Creatore che parla con la sua creatura, all’interno del Sé dell’Uomo. Tuttavia, la Natura, il mondo olografico terrestre (l'”Essere”), è un derivato del Campo Purico del Divino (lo “Spirito”), è un supplemento della sua Coscienza… perciò può diventare corruttibile di fronte i labirinti psichici della mente (la Natura come Dea “Mater Matrigna”) . Le forze degli dèi vivificavano la Natura, ma il cuore del Divino è al di là della Dimensione dello spazio tempo, oltre questo mondo! Per questo la Gnòsi come pure il Dharma, venerano il contenuto (Dio) non il recipiente (Natura).
Ebbene, sul piano relativo dell’esperienza, sappiamo che la scienza ci spiega che tutto è energia/vibrazione: da essa si genera la realtà percepibile. Gli antichi chiamavano lo stato primario dell’energia non manifestata: Spirito (“Luce”, “Atman”…), il tessuto connettivo che si stampa olograficamente sull’Essere, ciò che poi è stato tendenziosamente identificato in Dio.

Sulla Dimensione duale e tridimensionale, ogni cosa compartecipa dei due elementi fondamentali: quello mascolino e quello femminino, che sono la forza di distensione (sintropia) e contrazione (entropia) che nascono dalla manifestazione dell’Essere divino. È il “Solve” e “Coagula” degli alchimisti: l’unione che crea la sintesi. Inoltre, secondo l’antica tradizione esoterica tutte le leggi di natura sono l’espressione dell’Ordine Divino Naturale, tutta la realtà può essere infatti codificata attraverso la Numerologia sacra (vedi Pitagora o la Cabalà): ossia i rapporti numerici e le proporzioni geometriche esistenti in natura e che governano, solo per fare qualche esempio, i campi elettromagnetici, le stagioni, il moto degli astri, i solstizi e gli equinozi, il DNA, le onde cerebrali, ecc… Tutto ciò, e in primis le dinamiche stellari dello spazio intergalattico, sono la manifestazione più sublime dell’Esseità trascendentale, sono uno specchio terrestre delle sue qualità metafisiche, e poiché si tratta di un riflesso, seppur meraviglioso, esso è ingannevole, illusorio… teatro delle sofferenze mondane (vedi il Buddhismo ad esempio, o appunto lo Gnosticismo); per questo secondo le Scuole d’Illuminazione l’essere umano doveva travalicare il mondo materiale (frutto dell’incapacità dell’Ego di riconoscere la “Verità”) in favore del mondo spirituale, unica vera “Realtà” ed origine del Tutto.

Per giungere a questa Illuminazione, l’Iniziato doveva passare per la sua “Pentecoste“, per il “risveglio della coscienza“: egli avrebbe dovuto ricordare la sua origine divina! Per fare questo c’era bisogno del “retto pensiero“, l’Iniziato attraverso pratiche medianiche e meditative doveva addestrare la mente a riconoscere le proprie emozioni condizionate, i propri pensieri perturbatori, al fine di purificare lo stato fondamentale della sua coscienza. Questa pratica aveva una “metodologia psicologica” ben precisa ed era racchiusa nella cosiddetta “Legge dell’Ottava” che, oltre a manifestare tutti i processi evolutivi dell’universo, rappresentava anche le relative dinamiche mentali degli esseri umani.
L’Ottava è la gestione, sapiente, di quello che noi definiamo “intuizione“, qualcosa che avrebbe dovuto guidare la “ragione“, ossia l’intelletto umano verso il Divino – che invece se preda della razionalità/logica più esacerbata ci fa cadere nel rumore mentale delle concettualità disturbanti e angoscianti.
Ad esempio un modo con cui creare fenomeni di tipo intuitivo, nel mondo ebraico e poi cristiano gnostico (che è uno dei più preparati, in questo senso, a livello energetico), sono i “Salmi“, i canti gregoriani fatti in un certo modo e alcune liturgie accostabili ai Mantra orientali. Insomma, l’utilizzo di queste energie veniva usata da moltissimo tempo, tant’è che c’è l’Ottava di Pasqua, l’Ottava di Pentecoste, ecc… ma innanzitutto c’è l’Ottava della “Precessione degli Equinozi” che crea eternamente il ciclo vitale dell’intero universo intergalattico.
Ebbene, durante la vita, ripetiamo continuamente ciò che la natura compie a livello pluridimensionale. Quando noi cambiamo, sentiamo la necessità reale di cambiare: il cambiamento è una “morte”, perciò subito dopo c’è la “Pentecoste”, ossia la “Resurrezione” – questo era il senso esoterico della rinascita sia in Buddha sia in Yeshua.
Tutto il mondo biblico, comunque lo si voglia interpretare, contiene l’Ottava e le sue ripercussioni sulle emozioni umane: a livello numerico, mitico, descrittivo… Se viene interpretato in un certo modo, questi meccanismi nelle radiazioni delle energie quantistiche hanno la capacità di esprimersi attraverso fenomeni energetici – che nel nostro caso possiamo appunto chiamare Pentecoste o resurrezione. Sono onde vibrazionali che corrispondono a delle precise frequenze di certe emozioni e pensieri sottili. In molti casi, l’utilizzo della Bibbia e dei Vangeli è potentissimo, sotto il profilo intuitivo ed esperenziale. I 150 Salmi hanno un potere, se recitati in ebraico, perché sono di per sé l’essenza di questa legge: contengono le 3 energie/frequenze fondamentali da cui questa legge deriva. C’è la Trinità come Horus, Iside e Osiride, o comunque vogliamo chiamarli (Padre, Figlio e Spirito). L’evocazione dei Salmi corrisponde alla percezione – nostra – di una forma emozionale che potremmo definire “morte e resurrezione”, ma in vita: sono le ‘cose’ che ci fanno cambiare per sempre – ecco il significato della Croce e del risorgere ad essa! È una catarsi, un’evoluzione, un cambiamento radicale che porta al risveglio della mente (“Illuminazione“). La Pentecoste che riceve l’Iniziato (quando lo Spirito discende sull’Uomo Nuovo) è la irradiazione di questo “calore” particolare, la “grazia” che conferisce all’Iniziato i “doni pentecostali” – che sono 7 vibrazioni fondamentali, 3 + 4, come la suddivisione dei Chakra, non a caso. Vedi le TreVirtù Teologali“, Fede, Speranza e Carità (Amore), più le Quattro Virtù Cardinali, Prudenza, Giustizia, Fortezza, Perseveranza (che ricordano le “Perfezioni” o l'”Ottuplice Sentiero” buddhista). Queste Virtù sono le frequenze emotive che corrispondevano alle personificazioni degli dèi, come la “fede” e la “giustizia” per Zeus o Yahweh, l'”amore” per Eros o Venere, l'”intelletto” per Apollo o Atena, la “speranza” in Dioniso o il Cristo, ecc… Praticare queste virtù, ispirate dagli Archetipi divini, erano la “via iniziatica” per il benessere e la salvezza. Infatti il “retto pensiero” è la “Volontà” in grado di purificare la nostra coscienza, si tratta dei valori “alti”, gli stati mentali più sublimi in grado di innalzare le frequenze del Campo purico dell’uomo attivando proprio l’aura latente custodita nel suo profondo, e trasformarla quindi nella cosiddetta Merkavah descritta dalla Cabalà, l’aura energetica in grado di trasmutare l’Uomo in un “Corpo di Luce” pronto per ascendere al Cielo. L’interpretazione di queste “virtù” (o caratteristiche emozionali) conferisce a noi la grandissima possibilità di creare, cioè di realizzare la propria Vita e il proprio mondo emozionale e interpretativo, oltre che di muoverci diversamente nello spazio iperdimensionale per mezzo di poteri psionici in grado di riconnetterci con l’Esseità divina.

«Il conflitto proiettato all’esterno, per essere sanato deve ritornare nella psiche del singolo, da dove inconsciamente era nato. Chi voglia uscire vittorioso da questo declino, deve celebrare un’Ultima Cena con sé stesso, mangiare e bere la propria carne e il proprio sangue, riuscire a riconoscere l’altro presente in lui stesso e ad accettarlo. Se egli permane invece nel suo atteggiamento unilaterale, succederà che i due leoni si dilanieranno a vicenda. Questo è senza dubbio il significato dell’insegnamento di Cristo, secondo cui occorre che ciascuno si prenda su di sé la propria croce. E quando uno deve già farsi carico di sé stesso, come potrà ancora straziare l’altro?» – C.G. Jung, “Mysterium coniunctionis”.

 

 SIMBOLOGIA E SIGNIFICATO DEL RITO PASQUALE

Fatta questa premessa, possiamo tornare alla Pasqua e comprendere meglio il significato che ne davano le antiche scuole misteriche.

Seguendo l’Ordine Divino Naturale la Pasqua è fin dal principio stata fatta ricorrere, ancora oggi, alla prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera.

Anche nel 325 d.C. il Concilio Cattolico di Nicea confermò questa cadenza, anche per “occupare” quel posto da secoli occupato da riti pagani ben precisi. È pur vero che il Cristianesimo deriva dalla Mistagogia della Gnòsi ebraico-alessandrina, perciò da tutta una mitologia egizia e pancosmica, prima che questa degenerasse nelle religioni pagane che iniziarono a venerare il contenitore ma non il contenuto, ossia la Natura ma non più l’Esseità Divina da cui essa proviene. Secondo le Tradizioni primordiali infatti la Natura è un prodotto olografico del Divino, perciò non è la Divinità stessa, anzi, la natura è un supplemento inferiore del Campo Purico del Pleroma, del Regno dei Cieli. Nondimeno, le religioni hanno sempre mantenuto antiche liturgie misteriche, ciò che rimase sul piano esoterico. Ed ecco che il mito della ‘lepre di Eostre’ si riferiva alla dea Eostre – da dove deriva la parola “Easter” – che presiedeva atavici culti sulla Primavera e sulla fertilità dei campi, perché legata allo spirito della luna – vedi il plenilunio prima della Pasqua – e del ‘sole nascente’ che iniziava a risvegliare la natura col suo calore primaverile. Ebbene, prima abbiamo l’equinozio di primavera, poi il plenilunio successivo (che gli antichi festeggiavano per assorbire forza dalla luna e per ringraziare la Dea, l’elemento femmineo dell’Essere divino -vedi la dèa Isthar/Iside… la Vergine Madre come l’Archetipo mariano), poi abbiamo il giorno stabilito per festeggiare la Pasqua.

In questa celebrazione si solennizzavano le energie degliopposti”, la dualità delle forze maschili e femminili rappresentate dal giorno e la notte che, nell’equinozio di primavera, hanno la stessa durata: producendo così l’equilibrio cosmico che garantiva vita e abbondanza. Vedremo presto che l'”equilibrio delle forze” è il “Centro” della “Croce“: ossia il “punto zero” dove le quattro forze naturali che moderano l’essere umano (Corpo, Cuore Mente e Spirito – simboleggiati dai 4 estremi della croce) trovano la loro armonia dispiegando la superradianza in grado di trasformare la coscienza stessa dell’Iniziato.

Questo significa anche che durante la Pasqua si celebrava la crescita e la vita sia degli uomini che della natura… e la loro evoluzione cooperativa. L’intera Creazione nasce dall’incrocio delle forze opposte nel punto del loro equilibrio di risonanza, dove ogni “singolarità” ha inizio e dove la Coscienza raggiunge l’Illuminazione. Per gli antichi una delle manifestazioni di questa forza creativa era ovviamente la fertilità! Tra i simboli della fertilità ci sono il coniglio, i fiori e le uova. Ecco spiegate le uova di cioccolata che arricchiscono i produttori in questi giorni. Esse sono la rappresentazione della forza femminile (l’albume) e della forza maschile (il tuorlo) mentre il guscio, fusione perfetta di due simboli geometrici (il cerchio e la piramide), congiunge e protegge i due elementi. Tutto ciò che vive ha origine dalle uova, mammiferi e esseri umani, ma anche le piante: attraverso il seme, che ha la stessa struttura di un uovo (la vita protetta da un guscio esterno) e che perpetua la vita vegetale.

 

Oltretutto, tornando alla nostra cultura, Pasqua significa “passaggio” (la parola ebraica “pesach significa “passare oltre“) e segna il passare dallo stato di schiavitù allo stato di libertà. La Pasqua ebraica infatti, che precede quella cristiana, ricorda la ricorrenza della liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto. Ma prima che l’Ebraismo si inaridisse in una religione fatta solo di precetti e vicende funamboliche date per storicamente vere (come tutte le religioni attuali che hanno rimosso i loro insegnamenti misterici), la sua antica tradizione esoterica conosciuta oggi col nome di Cabalà intendo la Sapienza che derivava dalla Gnòsi comune a tutte le misterosofie del mondo, e non parlo dunque della diabolica rilettura che ne ha fatto una certa Massoneria fino ai giorni d’oggi – insegnava che nel significato spirituale questo concetto era legato al senso stesso di evoluzione, il cui obiettivo è risorgere: ossia spostarsi ad un altro livello di consapevolezza e di esistenza.

Questi concetti vennero argomentati dagli iniziati che per prima cosa studiarono la “autogenerazione/risurrezione nella natura”, che fu sempre un “modello” a cui ispirarsi. Di fatto essi afferrarono gli insegnamenti dell’Ordine Divino Naturale osservando la natura stessa: come la metamorfosi del bruco in farfalla, per fare un esempio, o del seme che deve “morire” (sotterrato nelle tenebre della Terra) per fruttificare… tutti esempi di “resurrezioni”.

Per il Cattolicesimo invece, la celebrazione della Pasqua ricorda innanzitutto la Resurrezione di Gesù Cristo. La catechesi cattolica insegna che Gesù è stato inviato per prendere su di Sé i peccati del mondo e che Egli è il grande Figlio/Mediatore tra noi e Dio –la maggioranza dei cattolici la pensano cosi. In questo modo, come molti “addetti ai lavori” sottolineano, Gesù finisce per essere un intermediario al fianco di un Dio esterno a noi, talvolta severo, seduto da qualche parte in un angolo dell’Universo chiamato Cielo. Non solo, venerare un uomo crocifisso ci ha portato a quelle tendenze inconsce, e cattoliche, fatte di sconfitta, buonismo, sensi di colpa, remissività, ecc… Travisando la teologia di Paolo di Tarso si è giunti a fondarla sulla resurrezione del corpo, eppure la Tradizione primordiale, così come i Vangeli gnostici, hanno sempre parlato di unrisveglio della mente“, come insegnano i Buddhisti. L’Illuminazione è la Risurrezione del SuperConscio, perché esso torna ad essere preminente rispetto alla mente egoica, acquisendo una nuova Identità Suprema. Lo sviluppo di quell’aura energetica latente nel campo biopsichico dell’uomo genera la radianza quantistica del cosiddetto “corpo sottile” che, espandendosi, prende il posto del corpo carnale trasmutando l’essere umano in un vero e proprio “Corpo di Luce” dai poteri psionici e ultraluminali, in grado di far viaggiare lo spirito umano tra i Campi Iperdimensionali fino alla reintegrazione con l’unico Campo Purico davvero esistente e contenente il Tutto: quello trascendentale del Vuoto neurale e subquantistico, ciò che per gli gnostici si chiamava “Pleroma” e detto “Regno dei Cieli” da Gesù.

In verità, i grandi saggi iniziati ci insegnano che questo Cielo non si trova in alcun luogo se non nella nostra Coscienza. Dobbiamo sempre tenere presente che le tradizioni spirituali sono sempre state delle allegorie per spiegare il funzionamento della consapevolezza umana e quindi la creazione della realtà da parte della nostra Coscienza, del nostro “Io” che doveva essere reintegrato in un nuovo “Sé” transpersonale. Tutto è nella nostra mente, la nostra coscienza è un’appendice energetica della stessa Coscienza Cosmica! Questa sorta di software cosmico che tutto crea, imprime le sue morfologie energetiche innanzitutto nello spazio siderale da dove tutto proviene – ogni “storia religiosa” è di fatto la storia di una dinamica stellare che si evolve sul piano dell’eclittica: sulla “Croce dello Zodiaco”! Originariamente la celebrazione della Pasqua, come quella del Natale, aveva un altro significato, più profondo, esoterico e in qualche modo personale (nel senso di vissuto con tutta la persona, stabilendo un legame diretto, reale.. dell’Uomo con l’Essere). Infatti la celebrazione della Pasqua simboleggia in realtà la resurrezione della Coscienza Cristica in ogni coscienza umana. La “Coscienza Cristica” è uno stato elevato di coscienza caratterizzato dal legame diretto, ravvicinato, con l’Esseità trascendentale (ciò che noi chiamiamo Dio per intenderci): da una percezione globale ed obiettiva della realtà e da un infinito amore per tutto ciò che esiste – è l’onnipresenza dell’onniscenza!

In senso esoterico: la Pasqua significa e mostra la resurrezione del grande maestro (la guida dentro di noi) che ha dato l’esempio all’umanità di come liberarsi dalla servitù e dalle limitazioni materiali (dèmoni interiori). Tutti gli dèi solari del passato a cui la figura di Cristo sarà poi ispirata, tramandavano esattamente questi insegnamenti.

 

Allora, secondo la tradizione esoterica, nell’Equinozio di Primavera ricorre il periodo migliore per le energie di risanamento fisico e spirituale.

Il simbolo del “seme” – che non è altro che una forma pensiero, un proposito da noi fatto e depositato nella nostra mente e nel nostro cuore – piantato in noi nel Solstizio Invernale – che coincide con la festività del Natale – se ben protetto ed accudito, nel periodo dell’anno che va dal 21 marzo al 21 giugno potrà usufruire dell’energia solare primaverile che permette a questo seme, ormai divenuto piantina, di poter ricevere il massimo influsso di Energia Vitale propria dell’Essere cosmico (vale a dire di Dio).

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Vediamo di chiarire subito una cosa: l’Archetipo della morte del figlio (simboleggiato dal Sole) su una Croce (la costellazione della Croce del Sud), e della sua resurrezione con cui sconfigge le tenebre, è un mito che si perde nella notte dei tempi, tuttavia non sono queste corrispondenze il vero fulcro di queste ataviche tradizioni. Le similitudini stellari e astronomiche si trovano semplicemente perché la ricerca numinosa dei saggi asceti è sempre stata ispirata dall’Ordine Divino Naturale (tutte quelle leggi di natura che ordinano l’universo e l’esistenza umana): una parabola della lotta che deve intraprendere il Sé dell’iniziato per reintegrarsi con l’Esseità divina a dispetto delle angosce derivanti dall’identificazione della ‘persona’ stessa con il proprio Ego materico… uno scontro che possiamo ritrovare in Natura nell’antitesi tra forze sintropiche ed entropiche, tra energie Coerenti e Non-Coerenti!

In base a questo si può affermare che le famigerate speculazioni “solari” sul 25 dicembre, la Pasqua e la vita di Gesù, insomma su quella fantomatica “religione stellare” di cui tanto si è romanzato, alla fine, non hanno senso per come ce l’hanno vendute pure gli attuali libri cospirazionisti, o new age o roba simile… lo stesso vale per alcuni testi antichi, semplicemente perché sono interventi redazionali successivi effettuati per fardigerirela nuova fede ai pagani. È chiaro che simbolicamente ci può star tutto, innanzitutto perché gli dèi, nel loro percorso evolutivo, sono esattamente manifestazioni dell’Ordine Divino Naturale (e dunque di tutte le leggi di natura che ordinano anche l’universo, le stelle e il piano psicologico così come quello relativo dell’esperienza), tuttavia il problema della lettura simbolica/solare è che poiché non sembra essere riportata da specifici testi coevi, e provenienti dal contesto in esame in forma di esegesi, allora possiamo affermare che si tratta di una ‘lettura’ come un mero esercizio di immaginazione! Insomma per capirci meglio, è molto strano che un simbolismo così specifico, ed in fondo neppure tanto fantasioso come quello del culto solare, sia sfuggito ad autori che fecero del sincretismo la loro matrice principale come quello degli gnostici (che erano la base del Cristianesimo primitivo). In sostanza, l’associazione della morte di Gesù alla morte del sole, se fosse un fatto presente e noto ai primi cristiani gnostici sarebbe stato di certo commentato nei loro Testi Sacri o nei loro insegnamenti. È chiaro quindi che tutte quelle similitudini sono state aggiunte in seguito, forse anche con il significato che alcuni suppongono, per riuscire a far penetrare il messaggio all’interno delle comunità pagane, ma è certo che le prime esegesi note, quelle gnostiche, che avrebbero dovuto sfruttare questa notizia, non ne parlano.
Ebbene, la cosmogenesi gnostica è interamente legata al piano astronomico ed astrologico soltanto perché gli Antichi avevano scoperto che la “psiche” è il filtro con cui l’essere umano rappresenta la “sua” realtà, e poiché la Coscienza trascende l’Io, è disincarnata e dunque al di fuori dei limiti spazio-temporali, allora il SuperConscio può essere ritrovato in ogni punto (immaginale) dell’Universo, giacché la mente ingloba e “legge” tutto! Per questo al fine di spiegare le psicologie del profondo, gli Antichi usavano la mitologia, poiché il Mito come la coscienza transpersonale è fuori dal tempo, ed entrambi i loro funzionamenti sono uguali per tutti gli esseri umani, da sempre e per sempre! A maggior ragione si capisce che elementi di tipo astronomico, se presenti davvero nella vita di Gesù, sarebbero stati per di più utilizzati per approfondire la comprensione intuitiva ed archetipica (che è innata in noi) delle verità spirituali, tenendo comunque in mente che a Nag Hammadi non v’è traccia di un’allegoria sulla morte di Gesù con la Pasqua o con la morte del Logos-Sole-Luce. Tutto questo è evidente solo nell’autenticità di una misterosofia che segue naturalmente, senza forzature, le energie che compongono l’universo e l’Esseità trascendetale!

 

IL MITO EBRAICO DALL’ORIGINALE BABILONESE

L’Archetipo della morte del figlio (simboleggiato dal sole) su una Croce (lo spazio orientativo che crea la dimensione cubica e tridimensionale del nostro universo), e della sua resurrezione con cui sconfigge le tenebre, è un mito che si perde nella notte dei tempi, tuttavia non sono queste corrispondenze il vero e autentico fulcro di queste ataviche tradizioni. In effetti molte mitologie raccontano della resurrezione, vedi ad esempio il culto del dio egizio Horus o quello del Sol Invictus, associato al dio persiano Mitra. Solo successivamente tale ricorrenza fu adottata anche dal nascente popolo ebraico. Nella cultura ebraica infatti il mito risale al tempo in cui Cush – bisnipote di Noè – sposò una donna chiamata Semiramis. I due ebbero un figlio chiamato Nimrod (la Torah parla di lui in ‘Genesi 10:8-10’). Dopo la morte del padre, Nimrod sposò la sua propria madre e divenne sovrano. Il popolo considerava Nimrod un vero e proprio semidio, e Semiramis, sua moglie e madre, divenne la potente regina dell’antica Babilonia. Fu da loro che si sviluppò la “religione mistericadi Babilonia. Il mito racconta che Nimrod fu assassinato a causa della sua violenza e iniquità e il suo corpo fu fatto a pezzi e sparso nei punti più lontani del regno (come accadde a Osiride o Dionisio tra l’altro). A quel punto sua moglie/madre disse alla gente di Babilonia che Nimrod era asceso al sole. Fin qui siamo nel campo della mitologia della Gnòsi e dell’originale Tradizione perenne e primordiale. Successivamente però, le vicende storiche influenzarono le caste sacerdotali e rabbiniche fino a formare quell’ebraismo che poi sfociò nella religione ufficiale del Giudaismo farisaico (talmudico, per capirci). Certamente le religioni pagane ebbero il loro peso nella rilettura del Mito, soprattutto quando quelle culture iniziarono a confondere la Divinità con la Natura. Questo portò ad un’inversione delle energie spirituali e delle conoscenze stesse della Dottrina. Così il Divino divenne Natura, che come tutto in natura, seppur meraviglioso e sublime, è soggetto a corruzione. Ecco la nascita dei Baal, come li chiama la Torah, ossia gli Elohim stranieri, metafore dei nostri irrisolti psichici, i nostri dèmoni interiori. Molte tribù ebraiche finirono per venerare questi Elohim stranieri, confondendoli per dèi, quando invece l’unico Elohim salvifico era Yahweh (il nostro “Daimon” Interiore, l'”Io Sono l’Io Sono”). Per questo Nimrod ad un certo punto prese il nome di “Baal“, laddove i sacerdoti credevano fosse il  “Dio Sole“. Semiramis creò allora una religione di cui lei stessa era la Divinità. Semiramis affermò di essere stata concepita divinamente. Che la Dea Luna durante un’ovulazione l’aveva inviata sulla Terra in un gigantesco uovo di luna che atterrò nel fiume Eufrate durante la prima domenica di plenilunio dopo l’equinozio di primavera (esattamente le usanze per calcolare anche la nostra Pasqua). Semiramis divenne così nota come Ishtar, che si pronuncia Easter, e il suo uovo divenne noto come l’uovo di Ishtar, giacché l’idea spirituale della “Grande Madre”, la “Hawa” biblica, il femminino sacro, era un Archetipo essenziale nella Tradizione perenne (laddove era ancora una simbologia psichica autentica ed originale). Uno dei suoi titoli fu quello di “Regina del Cielo“, e due dei suoi simboli di fertilità erano il coniglio e l’uovo. Ben presto restò nuovamente incinta e disse che erano stati i raggi del dio sole Baal (il Nimrod asceso), a costringerla a concepire. Il nuovo figlio fu chiamato Tammuz e venerato come il figlio del dio-sole Baal. Da adulto, nel corso di una battuta di caccia Tammuz fu ucciso da un cinghiale. La regina Ishtar allora affermò che Tammuz fosse asceso al padre, Baal, e che da quel giorno si sarebbero dovuti adorare entrambi sotto forma della candela dalla sacra fiamma, o come Padre, Figlio e Spirito (vi ricorda qualcosa?). Ishtar, venerata come la Madre di Dio e Regina del Cielo, proseguì nella propria religione. La Regina disse al popolo che quando Tammuz fu ucciso dal cinghiale alcune gocce del suo sangue erano cadute sul ceppo di una palma, e che da quel ceppo era cresciuta una palma nuova durante una sola notte. Tutto ciò rese la palma sacra, in quanto vivificata dal sangue di Tammuz. Ishtar proclamò un lutto di 40 giorni da ripetersi ogni anno prima dell’anniversario della morte di Tammuz. Durante questo periodo nessuna carne doveva essere mangiata, tradizione traslata nella Chiesa Cattolica Romana con il nome di Quaresima. Durante questo periodo gli adoratori di Baal e Tammuz erano chiamati a meditare sui misteri sacri, e segnarsi con il “Tau“, la croce di Tammuz. Inoltre mangiavano dolci sacri marcati con una “T“… un ideogramma fondamentale non a caso per la Cabalà soprattutto in riferimento all’altro rito sacro di queste culture, ossia la Natività (vedi lo speciale Approfondimento sul Natale). Ogni anno, la prima Domenica dopo la prima luna piena in seguito all’equinozio di primavera si celebrava una festa: era la Domenica di Ishtar ed i suoi simboli erano i conigli e le uova. In poche parole sono metafore che raccontano di come si muovono i maggiori archetipi psicologici del nostro profondo, di come il processo di individuazione implichi la frammentazione del Sé nell’Io egoico e di come questo debba combattere i suoi irrisolti inconsci (dèi) per potere reintegrarsi di nuovo con un rigenerato (risorto) Sé numinoso (Dio).

 

SIGNIFICATO ESOTERICO DEL MITO E DEL RITO SECONDO LE LEGGI DIVINO/NATURALI DELL’UNIVERSO

Oggi gli esperti dimostrano che all’inizio dei tempi, il profilo di qualsivoglia dio in qualunque religione, non era altro che l’involucro fatto da racconti mitologici a rappresentare i processi cognitivi inconsci dell’Umanità; e questi profili psicologici furono simbolizzati col tempo attraverso le energie archetipiche irradiate da determinati pianeti del nostro sistema solare. Tutte le religioni del mondo hanno all’origine storie che si assomigliano e che celebravano eventi celesti.

Il rito serve a “tarare” il nostro Campo elettromagnetico e quindi le nostre onde cerebrali e il campo magnetico del nostro sistema cardiaco in modo da risuonare secondo la vibrazione cosmica dell’Esseità divina. E sappiamo che il conduttore di questa energia celestiale è in un certo qual modo il Campo Magnetico del sole (per questo venerato come divinità assoluta), le cui radiazioni influenzano sia il campo elettromagnetico sia il DNA degli esseri umani.

Per meglio capire le correlazioni tra l’aura elettromagnetica dell’essere umano e quella che, attraverso il Campo Magnetico del sole, si connette al “Campo Purico” del cosmo, dovremmo tenere a mente l’antica tradizione esoterica dell’Ebraismo, ossia la Cabalà (ripeto: non la tradizione storico-simbolica giunta fino a noi, ma nelle sue correlazioni originali con le ataviche Sapienze dei saggi gnostici… tipo la cultura Vedica ad esempio). Questa antica Sapienza tramandava delle conoscenze spirituali che poi furono nascoste e codificate nei Testi Sacri, vale a dire nella Torah.

L’antico Testamento ebraico (quello originale) è la trasposizione delle leggi di natura del cosmo attraverso un sistema numerico fatto corrispondere alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico (una ‘scienza’ che studia tutto ciò si chiama “Ghematria“). Ogni lettera dell’alfabeto sacro corrisponde ad una precisa legge cosmica con cui si evolve, o involve, la Vita, ossia l’energia cosmica vitale dell’universale. Le trame che si vengono a creare tra l’interconnessione delle vibrazioni cosmiche (vedi gli “Archetipi“), creano in seguito infinite nuove leggi di natura responsabili dell’evoluzione naturale: sono frequenze ognuna con il proprio effetto sulla dimensione naturale, tutte in grado di influenzare il campo magnetico degli esseri viventi, sia dal punto di vista fisiologico che psichico.

Ebbene, tornando all’interconnessione tra il nostro campo magnetico e quello del sole, possiamo ricordare che secondo la Cabalà la lettera Tav dell’alfabeto ebraico ha come significato “Croce“, e poiché ogni lettera dell’alfabeto ebraico indica e simboleggia un vettore energetico, in questo caso la “Tav” rimanda al simbolismo del Mistero del Natale… propedeutico a quello della Pasqua. Ecco che nella “Tav” la sua corrispondenza stellare è nella vibrazione cosmica insita alla natura del pianeta Giove… che come volevasi dimostrare rimanda al più grande e assoluto degli dei: Zeus, dominatore del Fuoco e dio dei fulmini, ma anche delle piogge, ciò di cui ha bisogno ogni cosa che cresce e vive. Il significato del suo nome greco ha a che fare con il termine “Vivere” (“dzeu“), mentre per i romani “Jupiter” significava “padre della Luce“. Per l’ebraismo Zeus è “Tsedek“, che significa “il giusto” e che governa lo Zodiaco del Sagittario.

Considerando che tutte le mitologie e le ataviche religioni/misterosofie esoteriche erano ispirate dalle dinamiche energetiche dell’inconscio, ergo dell’universo, con le sue galassie, stelle e pianeti che influenzano la vita di ogni essere vivente, sappiamo che Giove era innanzitutto considerato fonte di Vita, sorgente di tutte le energie e centro di irradiazione della Luce, nonché principio di equità. Ecco perché Gesù altro non era che la manifestazione della Coscienza Cristica, ossia l’energia della rigenerazione spirituale (nascita, morte e rinascita) direttamente mediata dalla manifestazione naturale dell’Essere divino, la sorgente della Vita: ovvero il sole, manifestazione terrena della forza vivificatrice del Dio assoluto (che è tutto ciò che è). Ecco che Giove, con le forze elettromagnetiche del soledirige i movimenti di tutti i sette pianeti della nostra galassia, ciascuno nel corso che gli è proprio.
Per essere precisi, possiamo ricordare che, semmai, la forza energetica specifica dellaresurrezione“, cioè l’energia quantistica in grado di trasmutare il corpo fisico in un “Corpo di Luce” – un campo quantico multidimensionale – veniva irradiata dalla Costellazione di Orione (la Costellazione del “Grande Cristo CosmicoOrione – simbolismo del “Mistero della Resurrezione“), e la stella Sirio era infine il corpo celeste che sosteneva proprio quell’energia salvifica verso la Terra (per mezzo della mediazione del campo magnetico del Sole, appunto).
Sappiamo inoltre che secondo la Cabalà la “Tav” corrisponde alla vibrazione del numero 300 (inteso come vettore energetico: legge di natura…) che è conforme al concetto (per così dire) dello “Spirito di Dio“, alla sua essenza energetica, che equivale, per corrispondenza, anche alla letteraShin“, ossia la 21^ lettera dell’alfabeto ebraico.  In sostanza, 300 = “Ruach Elohim“: Spirito di Dio, ovvero il primo Nome segreto del Messia – il simbolismo del Messia tra l’altro rimanda nella tradizione cabalistica alla prima Sephirot, cioè “Keter“, la Volontà Prima, il Divino Nulla inconoscibile: la Sephirot che ci unisce all’Essere divino, giacché più vicina alla sua Vibrazione cosmica. L’archetipo della “Shin” rimanda quindi alla simmetria e al cambiamento, dunque all’equilibrio della Bellezza, in senso platonico potremmo dire, perciò ha a che fare con l’ordine armonico dell’Essere divino stesso. Si tratta della forza che emana (attraverso l’evoluzione) l’essenza stessa di Dio, il suo Ordine Divino Naturale, la sua vibrazione cosmica essenziale e il modo con cui organizza l’invisibile fino al visibile (la materia).
Il messaggio di questa Sapienza sta nell’integrare i vari modi conoscitivi della Coscienza/mente. Le tre punte della lettera “Shin” rappresentano infatti le tre parti del cervello (a destra la parte intuitiva, a sinistra quella logica e al centro la sede dei sentimenti). Il suo punto in basso rappresenta invece il “quarto cervello“: la “Conoscenza Unificatrice“. Questo è il messaggio del Chrestòs! Ecco che la “Tav” è il “Sigillo di Dio“, si tratta della legge naturale che secondo le antiche misteriosofie ci ricorda un segno che protegge l’uomo dalla sua naturale tendenza a soccombere agli impulsi più bassi, e preavvisa l’immortalità latente in ogni essere umano (la Vita Eterna di cui parla la nostra religione in riferimento all’avvento di Gesù e nel successivo rito della Pasqua). È una frequenza energetica che, se fatta risuonare nel nostro Campo Magnetico, vibra della completezza totale e realizzata, sia materialmente che spiritualmente. In sostanza si tratta della manifestazione che architetta l’energia onnicomprensiva del cosmo.
Volendo partire ancora dall’antica tradizione esoterica dell’ebraismo (lo studio ghemarico che la Cabalà fa della Torah), per arrivare ad abbracciare il significato più autentico dello gnosticismo nel Cristianesimo, di quello originario per intenderci, possiamo ricordare che quando il Sacerdote Massimo, secondo l’Ordine dell’Altissimo, Melchizedec, insegnava ad Abramo come operare con l’Eucarestia, lo faceva mostrando i due sacri Principi: uno maschile, il “Vino“, ed uno femminile, il “Pane” (che è poi la stessa ritualità che ad esempio officiava anche Dionisio). Lo stesso Gesù conferma questo nell’ultima cena: «Chi mangerà la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna…».
Pertanto questi Principi, quello lunare e quello solare, vale a dire maschile e femminile (lo Yin e lo Yang), unendosi creano la manifestazione del Figlio.
L’archetipo di tutti i Templi, ossia il Tempio di Salomone che infatti rispecchia il corpo umano… è improntato proprio su questa dualità: le due colonne una bianca ed una nera, il pavimento a scacchi dello stesso colore, ecc… Tutte simbologie delle due forze opposte e complementari: la Luna e il Sole e così via… Di fatto, l’uno non può fare a meno dell’altra, come la luce e l’ombra per produrre le più svariate forme. Il mistero magno della vita, che si perpetua ed evolve in eterno per mezzo delle più svariate diversità, è appunto l’uno maschile e il due femminile… che danno vita al tre.
Ebbene, nel 22° capitolo della “Genesi” vi è non a caso la prefigurazione della “croce” del Golgota, mediante il significativo evento del ritrovamento provvidenziale dell’“ariete”. Ecco che tutto si ricollega ancora alla “Tav” e al suo significato di ”croce”. Non solo, l’evento del Golgota, il monte in cui era la croce per la crocifissione di Gesù, è l’evento del Cranio (leggi anche: Monte Calvario). Ora, l’Ariete, come segno astrologico, corrisponde nella fisiologia umana alla testa, al cranio (dove tra l’altro risiede la lettera “Shin” succitata). Nella ritualità ebraica, sulla fronte del capo del sommo sacerdote viene disegnata appunto una Tav per significare che egli deve prendere su di sé la sofferenza di questo mondo, come anche Dio/Gesù l’ha presa su di sé. Il “Terzo Occhio“, l’occhio della veggenza spirituale abbisogna dell’esperienza della “croce” (segno della Tav) capace di “aprire la mente.

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IL SEGRETO DEL “MISTERO DELLA CROCE”

Non dimentichiamoci che la realtà è una proiezione olografica che giace su ciò che oggi la fisica chiama il Campo di Punto Zero (ossia il riflesso del Pleroma, che è la sfera divina trascendentale dove prende vita il Divenire e le primigenie “coscienze eterne”, fino all’‘eLoHiYM, che è la manifestazione divina che media lo spettro invisibile dell’Essere con l’immanenza governata invece dalle frequenze di YHWH). Questo Campo purico non è altro che una riflessione della Coscienza Cosmica originaria come “consapevolezza di sé stessa” –  la fisica quantistica oggi afferma che il Vuoto subquantistico, ossia la matrice alla fondamenta di ogni dimensione, è una struttura neurale, e questo tessuto connettivo ha avviato l’evoluzione nel momento in cui si è autoriflesso orientativamente su se stesso, creando un universo speculare… che poi è la nostra dimensione). Dunque la realtà è uno specchio olografico, è un’illusione (per i “sensi”)… tutto in verità fa parte di un’unica Coscienza: ecco che quando l’iniziato ha l’illuminazione consapevole – esperenziale – della “vera” ed unica “realtà” (quella trascendente, all’opposto della vacuità nel mondo), l’ego si dissolve e tutto ritorna nell’esseità dell'”Io Sono” divino, nella condizione originaria. Questo tipo di Resurrezione, l’Illuminazione che stiamo integrando, è il suicidio assistito” di una personalità egoica che si riconosce come illusoria – è il sacrificio dell’Ego sulla Croce: il percorso misterico dove lo Spirito sacrifica il corpo conficcando ed esorcizzando con i “chiodi” ogni sua bassezza materica inconscia e non solo: si tratta del suicidio del proprio mero “ologramma di pensiero” (l’Ego)! Il mistero simbolico ed archetipico della Croce è uno ‘stato di coscienza‘ portatore di una frequenza che unisce gli opposti più estremi, come la Vita e la Morte, le dimensione più dense e quelle più sottili della realtà… il “Centro” dove l’esoterismo mistico ci spiega essere radicate le credenze ed i condizionamenti (le illusioni della mente egoica). Per la precisione si sta parlando di uno “stato di coscienza cosmico” situato in un Centro a-locale: è il punto dell’entanglement assoluto, laddove la divina energia onnipervadente è al Punto Zero dell’Universo come di tutta la Creazione fino al Multiverso. È Tutto e Nulla, è il Punto Zero per tutti e per sempre! È l’“Io Sono Io Sono” del Nirvana. Quindi, il percorso iniziatico fatto lungo il risveglio della consapevolezza ha la funzione di farci entrare oltre il buio delle credenze inconsapevoli per liberare spazio rispetto a ciò che ci fa agire secondo una Volontà trascendentale (comunque attivata dal profondo di noi stessi).
Pertanto, se siamo in grado di portare semplicità, umiltà e reverenza alle quattro dimensioni della vita umana alla fine arriviamo al punto d’incrocio centrale – infatti l’essere umano fu plasmato/creato dalla Divinità a partire dai 4 elementi naturali: FuocoAriaAcquaTerra… e nella loro sintesi si sublima la Vita eterna.
La Tradizione insegna che l’uomo dispone di quattro centri di forza: un centro mentale, un centro sentimentale/emozionale, uno sessuale creativo ed infine un centro fisico. In un certo senso il Vitruviano di Leonardo da Vinci è esattamente la rappresentazione dell’essere umano immerso nella geometria sacra della Croce! In quel carteggio l’uomo tocca il quadrato, dove il 4 è la numerologia terrestre, ed è un simbolismo che si apre all’invisibile, infatti nel disegno l’uomo è anche dentro al cerchio, ossia la sfera dell’infinito divino.
L’intento iniziatico è quello di vivere la nostra piena dimensionalità di esseri umani, riconducibile alla sintesi dei 4 campi purici nell’Albero Sephirotico della coscienza umana, ossia i 4 elementi della Tetrakis, vale a dire la conformazione dell’Essere secondo il “Tetragrammaton” (YHWH):
1) Corpo (il vivere – consapevolezza della “Materia”: i sensi e le percezioni per sopravvivere nel mondo fisico);
2) Cuore (l’amare – consapevolezza della “Forza” che agisce in ogni cosa: pulsioni, emozioni, sentimenti);
3) Mente (il comprendere – consapevolezza della “Forma” che modella ogni “forza”: ragione e linguaggio);
4) Spirito (l’esseità – consapevolezza della “Coscienza”: il “Sé”).
Nella sintesi di questa saggezza il Sole interiore s’illumina con integrità e grazia. Allora, come conduttore neutro dei livelli più alti, il nostro DNA corrisponderà in modo vibrazionale alla frequenza dell’espressione del Nuovo Uomo, a quel punto la realtà apparirà per ciò che è, perché tutto tornerà nell’ordine della Luce.

Nell’“Apocalisse di Giacomo” si dice che la crocifissione di Gesù è inflitta alla “figura” degli Arconti – ossia il modo con cui lo gnosticismo chiama ciò che noi potremmo accostare all’idea di demoni o angeli malvagi (“alieni” direbbero oggi alcuni…), che altro non sono che fulcri di energia quantistica non-coerente che, o si manifestano attraverso strutture quantico-neurali autosufficienti, coscienze multidimensionali (“Egregore”), oppure si incarnano per risonanza simpatetica in certi esseri viventi/umani. Mentre gli “Eoni” o i “Figli della Luce” sono creazioni coscienziali più prossime al Centro divino, e dunque fulcri di energia coerente. Ebbene, è di fatto grazie alla cattura di un “Figlio della Luce” da parte delle potenze cosmiche, che i loro governanti e la loro stessa “immagine trascendente” vengono “trafitte” dall’evento numinoso della crocifissione (e dunque convertite e trasfigurate in Bene). Questa Tradizione dei poteri oscuri che consumano la “Luce” (come quando queste “forze” succhiano energia vitale finanche agli esseri umani) e che sono ‘fissi’ o legati come risultato, è un tema prominente in particolar modo nella tradizione manichea (si dice infatti che il “Drago è stato crocifisso ai “Poli dell’Eclittica” da Yeshua il Chrestòs – infatti il Polo dell’Universo è l’asse centrale della Croce, dove tutte le energie convergono e si annullano nel “punto zero”, dove l’energia universale trova la sua stabile coerenza). In uno dei testi manichei, per esempio, questo tema è espresso dai cinque figli del Re dell’Oscurità, che somigliano al Leviatano, e che sono avvelenati quando il Primo Uomo si concede a loro come ciboLa correlazione tra mostri o draghi sconfitti attraverso il “sacrificio” di un rappresentante divino si esprime in Giacomo con l’idea della “crocifissione di Yeshua” che ha, di fatto, crocifisso la “figura degli Arconti” – perché ha trafitto il corpo carnale distruggendo il potere materico dell’ingannevole “Ego” – e dunque la stessa ‘figura’ arcontica dei poteri Zodiacali. Queste entità naturali distruttive sono nate dalla carenza di “Saggezza” (nella perdita dell’Eone “Sophia” durante la caduta pleromatica, secondo la tradzione gnostica)… ed esse sono state “trafitte” attraverso il sacrificio di un “Figlio di Luce” che dimora al Centro del mondo e nella sfera più alta del regno cosmico (vedi la rappresentazione di YHWH come Drago).

Oltremodo, seguendo una chiave di lettura scientifica (vedi la fisica quantistica), l’essere umano viene prima ideato nel “campo del potenziale” dal Vuoto subquantistico neurale (e qui ci si riferisce a quando l’‘eLoHiYM creò l’Adam Qadmon, vedi il racconto biblico in “Genesi” della creazione dell’uomo da parte di Dio). Poi il “software” del Vuoto si immedesima convogliando la sua “consapevolezza” in quell’ “idea” (quella dell’essere umano appena ideato, nella sua “individualità” – l’‘aDaMaH), e così si soggettizza in esso attraverso la percezione cristallizzata di un ‘corpo fisico’ tramite un’immagine olografica (di quella stessa coscienza -umana- nel mondo, che condivide tra l’altro lo stesso palco e la stessa messa in scena con gli altri attori di quella medesima proiezione olografica). Pertanto, questa proiezione soggettizzata passa per il Campo di Punto Zero “animandosi” in un corpo fisico (immerso nella nostra dimensione) per mezzo della mediazione di una sorta di “insieme eterico“: Campi elettromagnetici e quantistici. Gli esoteristi e la Gnòsi parlavano di tutto ciò studiando la “fiamma della coscienza“, ovvero il “Serpente di Fuoco“: infatti il “fuoco cerebrospinale“, le ghiandole endocrine, il sistema nervoso e il sangue corrispondono ad un ‘aspetto eterico’ (ossia quello spettro del Campo ElettroMagnetico Informato – l’anima dell’essere umano – più aderente al suo Spirito transpersonale), ciò che le misterosofie consideravano una “luce eterica“, l’energia che lega i figli al Padre.
Una cosa sembra certa, se andiamo a scavare a fondo nelle tradizioni esoteriche fino alla Tradizione Primordiale all’alba della civiltà umana, quando i primi saggi asceti cominciavano a sperimentare quello che poi sarebbe divenuto l’embrione della Gnòsi, passando per un’atavica tradizione indo-iranica fino a quella manichea e del mazdeismo, per giungere infine allo gnosticismo del cristianesimo/giudaismo preistorico, si scopre che uno dei riti più importanti dell’Iniziazione era proprio legato al “Serpente di Fuoco”, ossia la “fiamma della coscienza” che corrispondeva alla parte eterica e divina rimasta ingabbiata nel corpo fisico. Allora, venivano praticati dei riti con cui l’iniziato stimolava alcune determinate ghiandole endocrine (vedi l’Epifasi o “Ghiandola Pineale“) allo scopo di attivare il “fuoco cerebrospinale” e l'”energia Kundalini” per poi tra l’altro riassumere la melatonina che era stata espulsa tramite le urine. Oppure, attraverso riti tantrici come la “Ierogamia” si usava lo sperma come nutrimento per riaccendere la radiazione quantistica delle particelle di Luce rimaste intrappolate nelle tenebre del corpo fisico.
Pertanto, la “Resurrezioneavveniva in vita, attraverso il raggiungimento del ‘risveglio della mente‘ e della ‘pace interiore‘ (l’equilibrio psico-fisico raggiunto tra i ‘quattro centri di forze’ che governano l’essere umano), e con l’aiuto di riti in grado di riattivare la suddetta “fiamma della coscienza” grazie agli “elementi eterici” custoditi dal corpo umano: quel “Serpente di Fuoco” latente dentro l’essere umano in grado di dotarlo di poteri psionici volti alla trasmutazione finale del corpo fisico, per ascendere al Cielo attraverso un nuovo “corpo spirituale” multidimensionale.

Insomma, è evidente che il vero significato del rito della Croce non è più quello ufficiale della Chiesa “santa, cattolica, apostolica, romana”. La decadenza del Mito inizia con le mediazioni politiche di Paolo di Tarso e continua con la teologia istituzionale per scongiurare la fallimentare attesa messianica, fino al fraintendimento, appunto, della Resurrezione con la riconversione di leggende precedenti e di ben più antiche tradizioni (senza contare che l’idea della resurrezione dai morti servì anche per accattivarsi il popolo a quel punto rinfrancato dalla possibilità di non perdere per sempre la propria “Persona” o rivedere i propri cari dopo il decesso). Nelle diverse correnti gnostiche troviamo raccontati differenti modi con cui Yeshua ha lasciato credere di essere stato vinto dalle forze “avversarie” e infine crocefisso, e si legge chiaramente che il “Chrestòs” non è mai morto in croce… mai nel modo che ci hanno fatto credere. I documenti di Nag Hammadi, vedi ad esempio il “Vangelo di Filippo” o l’“Apocalisse di Pietro“, criticano duramente la credenza della morte di Gesù e della resurrezione della carne. Pietro addirittura metteva al bando e ridicolizzava i paolini che credevano e veneravano «un uomo morto», mentre Filippo rovescia il concetto stesso di resurrezione. In sostanza, secondo la Gnòsi la “crocifissione” nel rito della Croce è la crocifissione dell’anima al corpo biologicoè l’annichilimento dell’Ego in favore del Sé transpersonale tramite l’acquisizioni di poteri spirituali, attraverso una connessione astrale di natura elettromagnetica. Per capire, si tratta dello Spirito che discende e trasforma l’Anima… quando l’energia cosmica divina rivifica il latente stadio energetico elettrodinamico dell’Iniziato.
In un certo senso Gesù mise in scena una sorta di “defixione” vivente per scongiurare e ripulirsi dalle energie non-coerenti, dalle forze negative incarnate dagli Arconti. La Defixione era una pratica molto usata all’epoca dai Romani, ed era un rituale con cui si conficcavano dei chiodi su delle tavolette all’altezza di un Nome o di una parte del corpo di chi si voleva maledire. La tavoletta inchiodata serviva per lanciare un anatema alla vittima della maledizione, e fu il simbolismo con cui il Cristo trafisse le forze negative che aveva nel corpo fisico per trasformarlo invece nel “carro-corpodi luce (“Merkavah”).  Il Chrestòs sulla Croce abbiamo detto essere un simbolismo misterico sul rapporto dell’essere umano con i suoi quattro centri di forza (mentale, emozionale, sessuale/creativo, fisico), infatti, le mani e i piedi, rappresentanti il centro fisico, sono non a caso inchiodati! Dunque l’aspetto fisico viene trafitto sulla croce per trasfigurare la materialità. Inoltre il centro del pensiero viene, ancora una volta non a caso, circoscritto dalla corona di spine, in modo che la mente possa essere ritrasformata dall’energia Kundalini in puro spirito. Con la “Crocifissione” il corpo fisico viene sacrificato a favore del “Corpo di Luce”. Il mistero simbolico ed archetipico della Croce è uno ‘stato di coscienza‘ generato da una vibrazione che unisce tutti gli oppostidalla Vita alla Morte: è il “Centro” che trascende ogni credenze o condizionamento (le illusioni della mente egoica). Quindi, il percorso iniziatico fatto lungo il risveglio della consapevolezza ha la funzione di liberarci dalle limitazioni materiali della vita e dai vincoli psichici per abbandonarsi al flusso della Vita autentica, quella guidata dalla Volontà trascendentale del Divenire divino  (comunque attivata dal profondo di noi stessi).

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CONSAPEVOLEZZA DEL RITO PASQUALE

Abbiamo visto che il senso della ritualità pasquale è quello di riconoscere nelle profondità inconsce di sé stessi i due Sacri Principi per poter risorgere a nuova vita… in tutt’uno con l’Esseità cosmica. L’unione delle due polarità del nuovo uomo” contraddistingue l’era dell’androgino: equilibrio perfetto (come i due piatti della bilancia) che permetterà alla creatura di trasformarsi in creatore.
Un’analogia significativa si trova nella lama numero 10 dei Tarocchi: la “Ruota della Fortuna“. Il numero 10 non è altro che l’unione dell’ 1 maschile con lo 0 femminile, e nell’alfabeto ebraico la lettera-numero che lo rappresenta è la “YOD”, o anche “Iod” = fuoco. Se anagrammiamo IOD, si trasforma in DIO!
Ebbene, l’Androgino è Dio! Il maschio e la femmina, come due Principi opposti che si uniscono, formano un’Unità che si perpetua in eterno creando sempre nuove realtà, nuovi mondi, dimensioni e, soprattutto, Luce e Suonoenergia, vibrazioni e frequenze… leggi di natura.
Pertanto, secondo lo stesso Cristianesimo primitivo, il sacerdote doveva consacrare il Pane, che simboleggiava l’elemento femminile lunare dell’uomo, mentre la sacerdotessa doveva consacrare il Vino, ossia l’elemento solare maschile della donna (non a caso alle origini dell’ebraismo, quando ancora quella religione era figlia diretta dei Miti ebraici, nel Sacro Tempio risiedeva il dio Yahwè e la dea Asherà che si univano nella “Ierogamia”). Così questi due Principi uniti manifesteranno il Cristo, ossia, il Figlio. Così è scritto: «Questo è il Pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia….».
Invece, per come è strutturata l’Eucarestia oggi, nella nostra religione, essa è incompleta. Sappiamo che Gesù nell’ultima cena disse: «Mangiate la mia carne e bevete il mio sangue, così avrete la Vita Eterna!». Bene, bisogna mangiare la sua carne e il suo sangue, il problema è oggi ad un cristiano, in promessa della Vita Eterna, gli viene dato dal prete soltanto l’ostia che simboleggia la carne, anche se lui effettivamente prende entrambi i Principi, il Pane ed il Vino! Oltretutto il “pane” e il “sangue” sembrerebbero essere simbologie di ben altre “sostanze”, che secondo la Tradizione Primordiale della Gnòsi hanno a che fare sia con energie coscienziali, sia con sostanze endocrine come la melatonina ad esempio, ma vedi soprattutto lo sperma, utile all’Iniziato per attivare quel processo che, attraverso il risveglio dell’energia Kundalini, poteva trasmutare il corpo fisico in un nuovo corpo spirituale! Abbiamo già accennato all'”aspetto eterico” del corpo umano studiato dalla Tradizione Primordiale attraverso la cosiddetta “fiamma della coscienza“, ovvero il “Serpente di Fuoco“: l’energia latente (“Luz“) che dalla base della colonna vertebrale sale fin nella Coscienza dell’iniziato, trasfigurandolo.
Insomma, partecipare alla “mensa sacra” oggi non produce alcun effetto spirituale su noi stessi: il “cibo sacroè incompleto, mancando il Principio solare che fa da “detonatore”, l’ostia lunare invece di “risvegliarci” ci fa piuttosto “dormire” più profondamente di quanto non abbiamo fatto nel corso della nostra vita.
Nel Cristianesimo primitivo non a caso si celebrava invece l’ “Agape“, nel modo in cui Gesù insegnò proprio nell’ultima cena. L’Agape (dal greco “Amore“) consisteva in un pranzo rituale dove i fedeli scambiavano fra loro il Pane ed il Vino, le uova sode, le olive, ecc… e tutti i partecipanti ufficiavano come sacerdoti e sacerdotesse. Tutti mangiavano in assoluto silenzio ascoltando brani dei testi sacri, ognuno si trovava immerso in quelle frequenze che riproducevano le vibrazioni cosmiche della Coscienza Cristica, e il rito era diretto da un decano come “primus inter pares” (primo tra i pari).

 

Alla luce di tutto ciò, e per tornare al vero senso simbolico di questa ritualità, in questo periodo dell’anno, le antiche tradizioni ci insegnano che dobbiamo cambiare polarità: dobbiamo passare dal polo positivo-maschile-attivo che fornisce l’energia necessaria per far schiudere il seme deposto in noi nel Solstizio Invernale, al polo negativo-femminile-passivo per poter ricevere e prendere appieno l’energia risanatrice del Sole che in questo periodo dell’anno sta volgendo al suo culmine. Una vera e propria resurrezione del corpo e dello Spirito!

Ecco perché è proprio in questo periodo che a volte ci sentiamo più stanchi, meno vitali e tutti i nostri “acciacchi” decidono di farsi sentire con maggior vigore! Il focus va messo proprio sull’evolversi di questo ciclo che era iniziato con il Natale: se il seme non viene custodito con rispetto ed amore, non potrà ricevere appieno le energie di rinnovamento dell’Equinozio di Primavera.

 

La Pasqua è dunque un momento in cui l’energia vitale, dopo essere stata tenuta prigioniera per tutto l’inverno nell’oscurità della “materia”, risorge e passa ad una nuova vita. È la Natura che risorge: è la primavera dell’Essere che si evolve per un nuovo ciclo: sono le tante subpersonalità dell’Io (egoico e materico) che devono rinascere in un unico reintegrato nello Spirito/Volontà divina. Per questo motivo il significato della Pasqua simboleggia l’atto di “seminare nel modo giusto”, cioè lavorare consapevolmente su noi stessi ed essere pronti così a lasciar andare via il passato, morire ad esso, per risorgere ad una nuova vita piena di nuove qualità!

Perciò quest’anno, mentre donate un uovo ai vostri cari, fatelo per augurare a quella persona di rinascere a vita nuova… così come da un uovo nasce una nuova esistenza, affinché la vita segui sempre la sua natura.

Fatale

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27 Comments

  • non si festeggia la resurrezione di un "uomo" (cosa contro-natura direi..), ma la "primavera" della natura: la rinascita di una nuova "presa di coscienza spirituale"…in concomitanza con il rifiorire dei colori e dei profumi della natura.
    ..mi sembra tutto più credibile…direi!

  • vabbè allora dobbiamo tornare tutti agli albori a fare sacrifici umani!!!
    no, a parte gli scherzi…in effetti anche a me sembra una religione molto più "naturale" ed esistenziale! se non altro vive del contatto con la natura, della realtà! e non di dogmi ed apparenze!!!

  • più che altro si tratterebbe di una religione positiva, e non negativa (sensi di colpa, peccato, costrizioni, precetti,ecc…)
    è una saggezza reale…una sapienza millenaria che va di pari passo con l'ecosistema della terra e dell'uomo!

      • ma infatti qui non si tratta di tornare sugli alberi,anzi, è esattamente l'opposto!
        si tratta di cambiare consapevolezza di vita. si tratta di capire che noi siamo dio perchè siamo della stessa sostanza,e perciò niente ci è precluso! si tratta di tornare a rispettare la sacralità della natura e della sinfonia che governa la vita intera.
        è l'istituzione della Chiesa, che oggi altro non è che Banca (ior), culti, pellegrinaggi,business,ecc… ad essere ben lontana dalla realtà! anche da dio, o meglio, dall'Esseità divina… come giustamente ci spiega l'articolo e tutti gli altri speciali sulla religione (l'ho letti tutti: sono davvero interessantissimi!)
        🙂

  • La disquisizione di Fatale sulla Pasqua non fa una piega ..corrisponde a tutta una corrente di pensiero che è stata in seguito formalizzata soprattutto da Renè Guenon e Julius Evola ..e sono proprio questi due personaggi a incutermi una sorta di ostilità. Ripeto, quello che afferma Fatale, non può essere contestato da nessun punto di vista esoterico o essoterico, ma la teoria che sia esistita una "religione" originaria che poi è decaduta nei vari "credo" sottintende, in parte, l'avvallo della esistenza degli Iperborei e da qui l'ipotesi della giustezza e verità della tradizione ariana ..non credo sia necessario che io vada oltre per giungere a dire dove poi si sia andati a finire.
    Quello che mi interessa e diverte approfondire è invece l'argomento Pasqua nella tradizione giudaica che, a differenza di quella cristiana, non celebra la rinascita di Jeshua il nazzareno, ma, attraverso la narrazione della fuga dall'Egitto, terra di schiavitù ed umiliazione, è un invito a non fermarsi nel viaggio verso l'ipotetico uomo nuovo, quello che in Esodo viene così definito "se seguirete queste regole sarete un popolo di santi come dei"
    l'Egitto era la superpotenze dell'epoca, dominatrice di molti popoli, e nella narrazione di Esodo, gli ebrei, che si definiscono come coloro che abbandonarono questo impero, preferirono l'azzardo di una vita nomade e la ricerca di regole nuove al dominio di un re o un faraone. Nei vari testi "storici" del passato o iscrizioni non compare nessun riferimento che possa essere messo in relazione a questo avvenimento e, come ho già accennato in altra sede, è ipotizzabile che vada collegato ad un movimento secessionistico che scoppiò a seguito della repressione messa in atto dal clero di Tebe contro i seguaci del faraone Eretico Akenathon.
    Questo atto di indipendenza, che probabilmente ha interessato un vasto numero di popolazione eterogenea, è stato codificato dopo la cattività babilonese con descrizioni, al limite del mitologico, per dare al racconto maggiore forza di coinvolgimento. Probabilmente parte del messaggio innovativo che era stato messo in pratica dopo il distacco dal potere centrale egiziano era stato dimenticato. In Esodo, che è il racconto in cui viene descritto il percorso di liberazione, dove il popolo coinvolto ha fatto esperienza di libertà e di un liberatore legislatore, viene messo in evidenza che il passaggio non contempla tanto un atto di fede cieca, ma di fiducia e fedeltà consapevole, in un certo senso della scoperta della propria intima natura. Quello che viene descritto è un percorso difficile, doloroso e pieno di insidie che comporta anche il rischio di ricadute e la stessa permanenza nel deserto di 40 anni altro non è che la dichiarazione esplicita che per poter approdare ad un nuovo stato ideale è necessario abbandonare totalmente tutti i legami col passato (la vita media era di 40 anni) .del resto anche lo stesso legislatore mitologico (Mosè) non avrà il permesso di entrarvi, ma dovrà accontentarsi, poco prima di morire, di osservare i suoi seguaci che vi fanno ingresso
    Nel libro “Esodo e rivoluzione” Michael Walzer mostra come la storia dell'uscita dell'Egitto sia servita da modello per l'idea di rivoluzione in tutta la storia dell'Occidente. Pèsah, ben al di là del mondo ebraico, è un simbolo ricchissimo di senso per tutta la civiltà occidentale, parla del diritto e del dovere di ribellarsi all'oppressione, della necessità di costituirsi come popolo che non si lascia opprimere e riemerge anche dalla più terribile oppressione. Tutta la simbologia che viene messa in atto nel corso del pasto della festa (Seder = regola) ribadisce l'idea che il cammino verso la libertà è un percorso di coscienza e di pensiero audace che è alla base di ogni moralità ..la consapevolezza che la vita è susseguirsi continuo di momenti di passaggio verso una nuova esistenza.

    • molto interessante. tutti questi sottotesti storici e mitologici, ma soprattutto simbolici, nel senso di significato intrinseco delle religioni-mitologie, non fanno però che confermare il fatto che in principio le religioni, o meglio i miti, erano delle metafore simboliche di un percorso iniziatico spirituale… l’unico modo in effetti di essere un homus spiritualis, prima ancora che religioso. questa è la vera religione.

      • anche perché ciò di cui parla melog, ma anche fatale se è per questo, era il vero significato esoterico dell'antica tradizione ebraica, ovvero la kabbalah

  • La Prima-Vera, esplosione di Energia contagiosa

    Quest’anno, rispetto al precedente, nei terreni che conduco, é comparsa la camomilla matricaria, profumata, i suoi petali bianchi, genuflessi, la corolla giallo oro di inestimabile ricchezza sulfurea, luminosità nell’Essere.

    Dico quest’anno, perché il precedente, a primavera, aveva dato ordine primario alla presenza della matricaria fetida, successivamente a quella di cui sopra descritta.

    Sarò attento per vedere se in secondo momento verrà fuori la fetida e ne trarro’ le giuste conclusioni.

    Dal punto di vista pedologico, il chimismo é in condizioni di leggero pH tendente a scendere.

    Il suo equilibrio lo gestiro’ con calcio lattato e le composite ne Giove-ranno.

    La Natura ci parla e noi, spesso, siamo sordi al suo reclamare rispetto.

    Coltiviamo la Terra, però i perimetri lasciamoli alle erbe spontanee, riconoscendone la libertà di crescere e riprodursi come in Natura vuole che sia.

  • Sei sempre puntuale, t’ho letto con attenzione e rispetto per le tue delucidazioni.

    Dire che le rappresentazioni delle Palme, saranno anche quelle Pasquali,sono nutrite e scenograficamente puerili. Svuotate di uno Spirito ,relegato a rango infimo, che non deve apparire in realta’, assistiamo all’ennesima ipocrisia di una festività che allontana il prossimo suo dalla sua prossimità con l’evento veritiero.
    Il Passaggio che vivrò é sempre quello che mi accompagna da sempre e lo vivrò con la devozione di sempre.
    Regalerò un piccolo uovo di materiale ligneo e colorato ai miei figli.
    Sicuramente mi chiederanno:”ma come, di legno”?

    Di tutta risposta racconterò loro la storia dell’uovo e della sua forza primigenia.

    Un saluto a te, augurandoti un nuovo Passaggio oltre il confine del pressapochismo umano.

  • Si sono impadroniti delle menti del popolo raccontando frottole. Il bello è sta bene a tutti……escludendo alcuni….che comunque non danno fastidio ai potenti. Il popolo rimarrà sempre cieco….loro lo sanno.

  • bella la riflessione di Uki ma a Daniele dico, forse per inveterato ottimismo, non dare per scontato “i pochi”. “Pochi” possono essere coloro che si ribellano apertamente ma le braci esistono e basta un tizzone per fare scaturire la fiamma. Anche questo i cosidetti potenti sanno e sperano che non accada, miseri, sono ignoranti della Storia o meglio sperano che essa non si ripeta. Miseri ancora una volta, quello che fa male, è il tempo della sofferenza nella quale patiamo ma vi sarà ancora Pasqua…di Resurrezione. —Felice Santa Pasqua per tutti noi e come disse qualcuno “Non facciamoci rubare la Speranza e i nostri Sogni”

  • Altro straordinario articolo di Fatale, per contenuti, conoscenze e sapienze davvero originali e molto rare…. uno studio davvero definitivo su questi riti…
    complimenti davvero!!! Mitico Uki!!!

  • confermo. tra le cose migliori lette su questi antichi riti… ho letto anche il post sul natale e lo speciale sulle religioni….. un saggio di conoscenze davvero impagabile! fantastico il Fatale!!!

  • abbiamo perso un mondo sapienziale che sapeva spiegare l’uomo in perfetta connessione con l’universo……….seppur evidentemente questo non basto’ a far degenerare le antiche culture figuriamoci quello che siamo diventati oggi ….
    complimenti per questo spettacolare saggio !!!!

  • illuminante. saggio definitivo sulla pasqua ….. qualcosa che va ben oltre la messa della festività cattolica e abbraccia tutta la nostra coscienza universale

  • Ma illuminante de che? Tenete presente che il prof. Biglino è un ateo dichiarato, e con le sue teorie malsane svuota di significato spirituale tutte le religioni, non solo quella cristiana, perchè li riduce a una metafora di fatti puramente materiali.
    Non è affatto vero, come sostiene l’articolo, che “gli antichi libri sacri contengono nascoste tutte le leggi di natura dell’universo neanche fossero dei manuali di fisica”, in realtà è vero l’opposto! Sono le leggi fisiche che sono state create da Dio o dagli Esseri Spirituali, come un loro riflesso. Del resto lo diceva anche Platone, che il Demiurgo ha plasmato la natura prendendo a modello le Idee immortali.
    Stiamo attenti a chi vuole capovolgere le cose. Inoltre Dio non è solo una coscienza impersonale diffusa nel cosmo, o almeno è di certo anche questo, ma è pure un essere Personale e Individuale, come sono individuali gli Angeli che ha creato, e come lo siamo noi esseri umani che abbiamo ciascuno un Io differenziato, ed è appunto grazie a questa differenziazione che nasce la coscienza, altrimenti saremmo dei sonnambuli.

    • Scusami ancora Paolo,ma anche qui non posso fare a meno di notare che,probabilmente,la tua visione oramai ben costituita sull’ argomento,oltre ovviamente a non farti concordare su alcuni punti,ti ha portato a leggere l’ articolo non in modo corretto.
      Il fatto che Biglino sia ateo(anche se non credo sia questo il nesso del discorso)e’ una garanzia in più per uno studio che lui fa sulla Bibbia non,appunto,teologico,ma storico-filologico.Quindi NON bisogna essere un credente per fare uno studio “scientifico” di quei testi…anzi!
      Inoltre,e qui e’ chiara ancora una volta la tua lettura distorta dell’ articolo,e’ certamente vero che le leggi fisiche che sono state create da Dio,ed e’ per questo che i testi sacri contengono le leggi della fisica,perché quei testi parlano appunto di Dio,che altro non è che,come dice l’autore,l’ Esseità cosmica che ordina l’universo…infatti,Dio e’ unicamente impersonale.Dio e’ una coscienza cosmica eterna,che sta oltre la nostra realtà olografica e materiale.Non e’ un’ entità che pensa e guarda a noi(o ci giudica dall’alto come dice la chiesa),e’ semplicemente Vita,evoluzione…energia cosmica.Quando questa si emana crea una dimensione energetica,dunque una realta’ virtuale,dove si individualizzano i frammenti di quell’ energia divenendo coscienze senzienti e dunque esseri umani ad esempio.Le manifestazioni personali di Dio di cui te parli,sono le prime coscienze assolute che sono nate e che,come l’ originale coscienza,avevano il potere di creare.Sono loro che hanno creato l’uomo ad esempio…non Dio,che e’ assoluto e sostanza che sta al di la di tutto!Esso e’ la fonte di tutto…come fonte di ogni forma di energia che si evolve secondo precise leggi cosmiche.

  • Il prof. Biglino purtroppo presenta una visione assolutamente parziale della realtà e dell’universo, suggestionata dai suoi pregiudizi materialistici su Dio e la religione. Uno studio autenticamente scientifico del mondo non può prescindere dal suo lato spirituale, altrimenti non è scientifico.

    L’uomo è stato creato certamente da quelle coscienze Angeliche di cui parli, ma queste a loro volta sono espressioni della Volontà suprema, di Dio: tutto nello spirito si interpenetra. Nella scienza spirituale non ci sono verità unilaterali, ogni verità va integrata, va vista a 360 gradi.

    Così, anche Dio non è soltanto un’energia impersonale, ma è anche Logos, un “Io” personale che ci trascende. Il merito del cristianesimo è appunto questo, quello di averci dato il concetto di Persona, la coscienza che noi siamo partecipi di quell’Io.

    Certo, le forze infernali ci fanno sembrare più comodo il fatto di cullarci in una (in)coscienza di sonno, impersonale, come nelle antiche religioni quando l’umanità era – giustamente per quei tempi – in uno stadio infantile. Ma ora i tempi sono cambiati, siamo chiamati a evolverci, a fare nostro quello che un tempo gli Dei facevano per noi.

    Steiner descrive in maniera molto affascinante questo passaggio epocale, che fu annunciato con la morte, o meglio col crepuscolo degli Dei (Ragnarok), nella celebre saga della mitologia nordica.

  • Mi facevano due scatola a scuola delle suore con la Pasqua!!! Mi dicevano che non era il Natale la vera festa ma la Pasqua perché simboleggiava la forza interiore che vince su quella falsa del materiale, l’oscurità. I tre giorni precedenti rappresentavano il culmine della bruttura umana che era scaturita dal carnevale , giorni che rappresentavano le bassezze umane. La vera spiritualità dopo essere stata negata con le aberrazioni rispuntava nei cuori dei veri uomini. Tutti potremmo arrivare alla luce, dipende dalle scelte di ciascuno ecco perché richiedevano i “fioretti”. Se sin da giovane, mi dicevano, ti alleni a rinunciare e governare il materiale man mano la vera essenza prende forza. Sarebbe in effetti così che dovrebbe accadere a tutti e allora questo schifo in cui siamo immersi sparirebbe. Quanti in realtà ci credono, al di là della concezione religiosa? Non ho mai s vuoto la Chiesa ma non tutti i messaggi erano errati. Li hanno fatti odiare gli uomini depravati che si sono accaparrati della vera parola próprio per allontanarci da essa. Ciao e buona giornata

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