Dall’Universo alla Coscienza: le avventure del Sè – (Part. 5)

Nel percorso di acquisizione della Consapevolezza di Sé, le esperienze e le emozioni sono fondamentali e si sperimentano su due livelli della realtà. Il Vuoto immagina futuri collettivi che in seguito ogni coscienza dovrà selezionare o decindendo di accoglierli o modificandoli, nel pieno della propria realizzazione

Siamo schiavi di un sistema sociale gerarchizzato e prestabilito, non è una frase fatta e disfattista, ma una realtà storica e antropologica. L’unico tributo alla Vita rimastoci è quello di fare esperienza di noi stessi – un atto di volontà necessario da rivolgere anche alle persone che amiamo e che ci accettano per quello che siamo e diventeremo. Esistere significa “poter scegliere”, anzi essere “possibilità”. Ho capito allora che l’unica speranza di felicità è quella di un’anarchica evoluzione di ciò che siamo e proviamo, di tutto ciò che ci elettrizza! Una gamma di esperienze che racchiuda la giusta conoscenza di sé stessi (cosa che ineluttabilmente ci metterà a confronto con l’universo, perché si sa… l’esperienza prima ti mette alla prova e poi ti spiega la lezione).

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BLOCCHI E SLANCI EMOZIONALI NELL’ESPERIENZA DI EVOLUZIONE
(IL TEATRO DEL DESTINO UMANO E LA REALIZZAZIONE PERSONALE)

Abbiamo visto come la nuova fisica del “Vuoto superfluido neurale” ci mostra come produrre azioni guidate dalla nostra Volontà (realizzare quindi i nostri desideri) utilizzando le stesse dinamiche del Vuoto che pervade tutto: quello stesso plasma che nel suo insito sistema neuronale genera continuamente “correlazioni di eventi” quantistici, ergo potenziali “futuri possibili“. Riuscirci significa infatti passare attraverso la comprensione e l’uso del “linguaggio del Vuoto” che è il linguaggio elementare della Coscienza, e dunque in un certo qual modo anche della mente.
mente-universoAbbiamo descritto come il Vuoto, in quanto sistema connettivo a struttura neurale, generi continuamente idee/immagini olografiche… ed è per questa realtà delle cose che possiamo servirci di quei “possibili futuri“, poiché ciò che viviamo oggi è ciò che in passato abbiamo accolto di quelle “idee“: ecco che allora dobbiamo imparare a capire come costruirementalmentela correttaproiezione” e quindi la corretta “immagine mentale” per riuscire, una volta riconosciuto il “flusso” dei possibili futuri, a selezionare quello che più si avvicina alla nostra intenzione/desiderio/Volontà. Si tratta, in sostanza, di proiettare nel Vuoto lemicrovariazioniche servono a fare in modo che il Vuoto selezioni proprio quello che vogliamo, tra i possibili futuri, e introdurre in esso una “piccolissima” ma “importante” variazione: quella cioè che consentirà di “cambiare” il flusso (degli eventi) e di portare il “futuro” nella direzione che realizzi esattamente la nostra “Intenzione“.
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Tutto questo è possibile perché i “quanti-neuroni” del Vuoto generano un Campo Purico di Punto Zero capace di divenire un vero e proprio sistema connettivo universale – questa coscienza cosmica integrata si dispiega lungo il tessuto spazio-tempo che altro non è che il continum della proiezione olografica dello stesso Campo Purico. Perciò tutto diventa una matrice che produce “immagini/idee” di elementi quantistici dai più semplici ai più complessi, “idee” che tra l’altro non sono localizzate in un solo neurone o “quanto di vuoto“, ma sono distribuite dappertutto proprio a causa della loro natura olografica. Da questa coscienza cosmica, noi che ne siamo un “frammento”, possiamo attingere per far in modo che un particolare “evento futuro” che a noi interessa si realizzi proprio nella nostra vita… sulla nostra frequenza. Secondo gli esperti, il principio della “non-località” di questo ologramma cosmico è matematicamente spiegato attraverso il “Teorema di Fourier“.
Secondo questo teorema: per quanto complessi possano essere i problemi, o più in generale i segnali, essi possono essere scomposti in sequenze di problemi (o di segnali) più semplici e ordinati per importanza. Un siffatto teorema è il segreto del funzionamento della nostra mente perché è la base del funzionamento di ogni neurone e di ogni “quanto di vuoto“. Il più grande segreto della mente è la sua capacità, non tanto di immagazzinare informazioni (quello è tipico del computer), ma quanto di immagazzinare le partiimportantidelle informazioni e trascurare quellemarginali“.
neuroni-a-specchioneEbbene, questo meccanismo neurale è lo stesso che infatti accomuna la nostra mente con il Vuoto, e fa si che entrambe siano in grado di riconoscere problemi e segnalisimilisemplicemente verificando che in essi esistono parti elementari in comune, combinate con sequenzeugualie conpesisimili. Queste sequenze di parti semplici sono leidee/immagini” generate dalle ‘correlazione di eventi quantistici’ creati dal sistema connettivo del Vuoto.
Così, dopo aver scoperto l’eventualità che anch’io ho la facoltà di intuire le “idee” in comune con il Vuoto, ho capito che potevo realizzare un percorso mirato verso ciò che voglio dalla vita.

Gli scienziati affermano che il Vuoto, ma anche la nostra mente, cerca diimparare dal mondo esterno-olografico attraverso l’esperienza, creando dei modelli di funzionamento del mondo esterno e cercando di prevedere come questo mondo esterno si comporterà infuturo“.
Mente e vuoto non operano, quindi, nel mondo reale ma in questaproiezione del mondo reale“, perciò tutti noi viviamo nei “multiversi” della Coscienza che sono spazi di “possibili futuri” allo stesso modo in cui il “Vuoto” governa i “possibili futuri” immaginandoli e mettendone in pratica solo uno.
In sostanza, mente e Vuoto cercano di capire cosa occorre operare per ottenere un certo risultato, ma per fare questa cosa complessa ciascun neurone del nostro cervello e ciascun “quanto di vuoto”, si specializza, con l’esperienza, a riconoscere particolari situazioni nel mondo esterno/olografico identificando una precisa sequenza disegnali semplici” e quindi un preciso “segnale complesso” come composizione di segnali semplici. Perciò, grazie alla “Scomposizione di Fourier” la mente, e prima il Vuoto, non immagazzinano solo singole esperienze, fatti o oggetti del mondo reale, ma automaticamente sono in grado di riconoscere anche esperienze, fatti o elementi simili quando si presentano nella realtà.

Questo modello di rappresentazione della realtà è, per questo, non solo un modo per memorizzare efficacemente il ‘piano relativo dell’esperienza’ perché se ne memorizzano solo “parti semplici”, ma anche un modo di “comprendere“, allo stesso tempo, larealtà” perché la mente del Vuoto e del nostro cervello capiscono come “è fatta” comprendendo quali parti semplici costituiscono le varie esperienze, fatti, oggetti o entità del mondo reale/olografico.

Capire queste peculiarità del funzionamento della mente e del vuoto è la chiave per leggere ed interpretare mentalmente il linguaggio del vuoto.

Ebbene, il Vuoto non dialoga direttamente con la nostra mente ma proietta in essa le componenti “elementari” delle sue “idee”, e quindi dei “possibili futuri”.
Queste componenti elementari stimolano allora le analoghe componenti elementari di idee “simili” che stanno nella nostra mente, e che sono state tratte dalla nostra personale esperienza nel mondo olografico (ossia la dimensione reale che viviamo: il ‘piano energetico e relativo dell’esperienza’).
In pratica leidee del Vuoto” ci arrivano alla mente comenostre ideestimolate appunto daidee del Vuotoperché esse sonosimilima nonuguali” proprio a quelle del Vuoto – e ciò semplicemente perché noi ed il Vuoto abbiamoesperienze diverse“.

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Per giunta, c’è da aggiungere che a questo punto qualsiasi evento emotivo si traduce anche a livello corporeo in tensioni muscolari e proiezioni somatiche, causate dalla nascita di difese mentali a fronte di emozioni spiacevoli o incontrollate (si tratta dell’interazione quantistica dell’espansione e dell’entropia). Gli esperti affermano che questa simbiosi tra mente e corpo forma i tratti caratteriali e vissuti emozionali che si esprimono ad esempio nella forma tipica dell’ansia, delle paure e dello stress… cose che oggi fanno parte del bagaglio quotidiano come lo spazzolino da denti. Così funziona la mente umana. A quanto pare solo lavorando sulla “cristallizzazione emozionaleche genera i nostri comportamenti si può realizzare un vero e duraturo cambiamento di visione e potenzialità in una persona; altrimenti la mente rimarrà nel condizionamento passato e nel dubbio, facendoci fare le stesse cose di sempre, non riuscendo a migliorare di un passo.

In ogni caso, una volta che si diventa consapevoli del blocco energetico in atto metà del lavoro è fatto. L’altra metà consiste nel riprendere il controllo delflusso di energiache era ristagnato grazie all’azione consapevoleche si matura facendo sì che l’intelligenza emotiva della nostra Coscienza ritorni in prima linea (rimettendo dunque la sfera logico-razionale al suo giusto posto). Quando il flusso viene finalmente riavviato, le soluzioni arrivano da sole, in itinere, proprio perché la coscienza può disporre di nuova energia libera, vedere con chiarezza e dirigere la volontà.

L’algoritmo di auto-liberazione può essere così riassunto:

Raccogliersi in silenzio dentro di sé ed essere in “Presenza” con se stessi. Centrarsi e sentirsi;
Ascoltare in modo distaccato l’emozione che ci opprime -se si riesce individuare lo stereotipo che ci tormenta;
Rimuovere quell’emozione semplicemente diventandone consapevoli, togliendole importanza e spostando l’attenzione su altre vie costruttive;
Creare un flusso di azioni coerenti a un nuovo fine in accordo con la propria ragione e la propria coscienza (intenzione e volontà).

Una cosa è certa: ho sperimentato che quando non ho chiaro ciò che voglio, ponendomi in una posizione di osservazione, il mio più autentico fine prima o poi verrò svelato. Cercare nervosamente qualcosa in sostituzione del vecchio falso stereotipo non mi ha mai portato nulla. Occorre una certa pazienza e un’intenzione stabile, nonché la conservazione dei presupposti energetici, per consentire e mantenere un tale atteggiamento. È stato più facile quando mi sono convinto che il mio passato, con tutti i relativi fallimenti, non contava più, come non contano le esperienze altrui.. Ciò che conta è soltanto il presente in cui posso agire, ergo il futuro che si può realizzare.
La vita è uno specchio, l’avrete sentito dire molte volte (e nei post precedenti vi ho parlato della “proiezione psicologica“, ossia la cosiddetta “Legge dello Specchio”). Oggi la scienza dimostra che la realtà non è altro che il riflesso olografico ritardato delle nostre forme-pensiero. Lo specchio riflette ciò su cui si fissa maggiormente la nostra attenzione… e quindi concentrando l’attenzione sul nostro fine, sentendolo emotivamente come un’esperienza possibile e vicina a noi, quell’intenzione si fonderà con le “idee” simili del Vuoto e farà sì che la nostra ‘forma-pensieroprenda in qualche modo forma nel palcoscenico del nostro mondo (..che tanto tutto sta solo nella nostra mente). Avere un’immagine, un’intenzione chiara e focalizzata verso il fine da raggiungere, e viverlo emotivamente come se facesse già parte della mia vita, è la cosa più importante che oggi come oggi possiedo per modulare la realtà che Voglio. In fondo la vita è fatta di interpretazioni, significati assegnati sulla base delle emozioni provate, e di tutto ciò di cui mi circondo.. e cazzo, questo posso controllarlo!

11-3-3-machine-intelligenceAd oggi è stato ormai dimostrato che l’intenzione può modificare la realtà, oggetti e persone anche a distanza di kilometri. La Coscienza non è soggetta alle leggi della località e dello spazio-tempo come dimostra la fisica quantistica. Tutto compenetra tutto, tutto è connesso, ogni parte della realtà è connessa con tutto il resto.
I ricercatori dell’IRC Istituto di Ricerca della Coscienza di Roma hanno dimostrato per l’ennesima volta quanto potere ha la nostra mente. Attraverso un’esperimento si è provato che quando dei soggetti si focalizzano ed interagiscono, anche a distanza, su dei contenitori d’acqua, essa si modifica chimicamente.
Come afferma Joe Dispenza, uno dei maggiori esperti sul cervello a livello mondiale: «Il mondo subatomico risponde alla nostra osservazione, ma la persona media perde l’attenzione nell’arco di sei-dieci secondi».
Ebbene, sono disponibili numerosi esperimenti che mostrano come la nostra intenzione ha il potere di cambiare la realtà: ad esempio il dr. William Tiller, della Stanford University convocò un gruppo di meditatori che, focalizzandosi intensamente su una scatola nera per quindici minuti, impressero l’intento di cambiare il pH dell’acqua aumentandolo e diminuendolo di un’intera unità. Esperimento riuscito! Oppure come non citare gli esperimenti con l’acqua del dr. Masaru Emoto.
Tutti noi siamo composti della stessa energia vibrazionale che compone l’universo tutto. La mente, in quanto sottosistema della coscienza, non è semplicemente l’attività svolta dal cervello con un insieme di pensieri ma è un “campo esteso”, come lo definisce Rupert Sheldrake, biologo di Cambridge e autore di numerosi saggi scientifici, ovvero un campo quantico a cui ognuno di noi ha accesso: in grado di influenzare anche il nostro piano dell’esperienza. Alla stessa conclusione sono arrivati alcuni scienziati russi, come Pjotr Garjajev, che analizzando il DNA hanno scoperto che la parte del genoma definita come “spazzatura” dalla scienza è in realtà un’antenna collegata al Campo Quantico di Punto Zero da cui può prelevare ed inserire informazioni in modo non-locale; un processo da lui definito “ipercomunicazione”.
Mi viene da pensare a quei saggi asceti che affermavano l’importanza di verbalizzare la nostra intenzione, come quando si da un ordine allo specchio; dovremmo farlo frequentemente dicono, senza sentirsi stupidi; bisogna scriverlo, pensarlo questo nostro futuro. Bisognerebbe eseguire questa semplice operazione come se si trattasse del presente, di una situazione che stiamo già vivendo, che abbiamo già acquisito. È lo stesso principio dei Mantra, ripetere costantemente un’intenzione: l’evocazione di uno “stato d’essere”, uno “stato di coscienza”… immergersi in esso a mente vuota. L’emozione che ne scaturirebbe potrebbe risuonare con altre simili frequenze nelle vicinanze, e portarle a noi… nella nostra dimensione (vita) circostante: è così che funziona il mondo fig-049olografico che la nostra coscienza si è creata. In un mondo olografico tutto è comunicante.

È pur vero che, non esistendo originariamente il tempo, ogni decisione è stata già presa quando le diverse parti soggettivizzate della ‘coscienza cosmica integrata’, tutte assieme, hanno deciso – fin dal principio – di recitare i ruoli che ora stanno recitando sul palcoscenico, olografico ed esperienziale della vita. Questi “accordi preesistenti” in realtà garantiscono una sorta di libero arbitrio, che non è individuale ma in accordo con l’originale totalità coscienziale (Coscienza Collettiva).
Noi coscienze abbiamo infatti deciso di fare un’esperienza che sappiamo esattamente come andrà a finire, ma siamo costretti a fare l’esperienza, scendendo sul piano materiale (ossia la nostra dimensione mortale da dove si partirà da una tabula rasa), perché l’esigenza della coscienza integrata è quella di essere… e per essere deve manifestarsi e per manifestarsi deve “fare“, con un atto di volontà (che come abbiamo visto include, in modo rilevante, l’esperienza della ‘morte’).

Per questo motivo la vera consapevolezza di sé – dunque la più autentica conoscenza di se stessi – non dipende, in primo luogo, dalla nostra capacità di elevarci a livelli dimensionali o vibrazionali superiori, anzi, dipende dalla nostra Volontà di sperimentare la vita e il suo ciclo vitale… di “scendere” e fare esperienza della nostra esistenza (e della morte) apprendendo “virtute e conoscenza“, cercando l’equilibrio per la nostra felicità. Cercare di rimanere immersi in quella sensazione liberatoria di quando ci si sente realizzati, soddisfatti di sé… nel momento in cui ci si sente di aver compiuto il proprio destino.

luomoLa sensibilità e la capacità di discernimento miglioreranno con il tempo ma, per essere affinate, certe doti presuppongono una scelta ben precisa: evolvere. Non ci sono particolari passi da seguire per farlo, ogni storia è unica e implica lezioni uniche, benché faccia comunque parte della storia collettiva. Tra il singolo e la collettività esiste un rapporto di interdipendenza e, come è facile intuire, dalla storia di ogni individuo, dalla qualità delle sue credenze e di conseguenza del suo agire, si giunge ad un intreccio più complesso di vicende, accordi e accadimenti che determina quella che percepiamo come realtà generale.
Pertanto il segreto dell’evoluzione (di una Vita felice perché vissuta nella totale consapevolezza di se stessi) sta nello “scendere” al livello energetico della nostra dimensione virtuale! E queste esperienze fanno fatte con una consapevolezza che abbracci innanzitutto l’idea che si debba partire dal basso – solo cadendo si impara a volare. Il segreto sta nel fare esperienza emozionale della nostra stessa vita, e solo in seguito, semmai, nell’ascendere (ma a questo ci penserà in ogni caso il nostro Karma nel processo del Samsara, l’ascendere sta già nei piani dell’evoluzione, è una cosa naturale. Per inciso, vi ricordo che qui uso una parola orientale come “Karma” intendendo tutti quei “possibili futuri” che il Vuoto ‘immagina’ e dunque invia alla Coscienza Collettiva, e che di fatto vengono poi sperimentati dalle vite soggettivizzate di ognuno di noi che siamo la “manovalanza” del Vuoto. Perciò si tratta di idee che diverranno le nostre storie, il nostro passato… il nostro destino col tutto il suo “peso emozionale”, esperienze che si stampano nella Coscienza Collettiva sebbene legate al “soggetto/protagonista” che l’ha create).
Ebbene, imparanoiarci a cercare esclusivamente di ascendere a livelli superiori, non a caso, è una Visione che ci è stata da sempre venduta in modo esclusivo e subdolo dalla religione, o dai movimenti tipo la New Age, ossia quei movimenti che ci vogliono tenere anestetizzati in un limbo a metà strada. Tutti a guardare il cielo, quando il bello ce l’abbiamo sotto i piedi… un cielo che dovremmo semmai raggiungere proprio con le nostre gambe passo dopo passo su questa Terra. Tant’è che è importante fare della Vita un’esperienza emotiva, una favola magica; e-mozione è energia in movimento: è attraverso il campo magnetico del cuore che noi possiamo attendere al nostro destino secondo i piani cosmici evolutivi, e non certo grazie ad un percorso ad ostacoli unicamente razionale, una roba che rischia di tramutarsi in mera logica… fredda, diabolica, gerarchica, corrotta. La natura non ci vuole come dei competitor, ma come avventurieri di nuove possibili consapevolezze e rodaggi! Anche perché l’esperienza emotiva va intesa come un’attività tipica dell’intelligenza emotiva, ha comunque a che fare con la Ragione (più che con la “ratio“, si tratta semmai di una perfetta sintesi tra testa e cuore)… mica chiacchiere e distintivo.

D’altronde la fortuna è il residuo di un progetto. Allora ho scoperto che durante il percorso di acquisizione di consapevolezza è possibile poter cambiare il proprio ruolo nell’evento di cui stiamo facendo
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riscrivendo la parte che si sta vivendo (recitando). In verità, io posso cambiare qualsiasi decisione o evento che sto vivendo insieme ad altre persone solo se l’altra persona con cui sto interagendo è d’accordo insieme a me – sul piano della coscienza cosmica integrata – a cambiare ruolo o decisione.. a modificare cioè il suo stato quantico (relativo al nostro comune mondo virtuale). Ecco perché è così importante curare le relazioni attraverso rapporti mossi dalla solidarietà, dall’amore alla fratellanza, e non motivati da interessi. Ciò che seminiamo nei confronti dell’ “altro” permette di propiziarci le azioni delle persone e della realtà che ci circonda. Avere intorno a noi persone affini sia nell’animo che nei valori è importante per perseguire sentimenti comuni. Il modo in cui trattiamo l’ambiente che ci circonda determina la sua stessa risposta nei nostri confronti. Se io pianto il seme di una mela non può nascermi un albero di banane. Chiaro no?

Ad ogni modo, poiché ogni fenomeno si manifesta sulla nostra virtualità dimensionale solo se io decido di interagire con esso, allora, in un contesto più ampio:
– di fronte a qualsiasi evento noi possiamo decidere se vogliamo viverlo ed interagire con esso, ed essere dunque particella di fronte ad esso, o…
non voler niente a che fare con esso, rimanendo nello stato quantico di onda (vedi la dualità onda/particella).
Dunque io del “male” me ne fotto proprio! Ho consapevolezza della sua esistenza ma non mi faccio sfiorare, cerco di contrastarlo con l’integrità delle mie azioni.. Quando ne vengo travolto: piango, rifletto, mi scuoto e riparto. Fanculo pure al Male!

Ovviamente per comprendere (consapevolmente) come modificare o rimodellare la nostra esistenza, finanche il frutto delle nostre azioni, dobbiamo sintonizzarci con la nostra parte onirica, col nostro Inconscio, meglio se attraverso la meditazione, perché solo l’emozione provata nel vuoto mentale ci può avvicinare alle frequenze9am8ji7c5y-1366x800 collettive della coscienza cosmica integrata; laddove c’è ogni risposta (giacché libera dai condizionamenti mentali dell’influenza culturale o dalle regole, significati, usanze, credi o convenzioni sociali… lì ci siamo solo noi per quello che “siamo”). Solo attraverso la ricerca del vuoto interiore possiamo ritrovare la nostra condizione primigenia, dove siamo Tutto e non ci manca niente, dove tutti siamo stretti in un abbraccio infinito: siamo lì tutti insieme, a cominciare dalle persone che amiamo… perché siamo la stessa cosa (siamo lo stesso punto-istante dove, in principio, fu la proiezione di quel Campo Purico in ogni singola coscienza individuale a pattuire i relativi ruoli nelle parti).

Ebbene, il silenzio interiore è un silenzio attivo. Indica incontro, ricerca, introspezione, dialogo con la nostra voce interiore. Chi sta zitto, ha il potere. Chi parla troppo è irrimediabilmente incatenato a quello che dice.
In effetti, l’inconscio è un discorso senza parole… in quel silenzio nasce un nuovo linguaggio fatto di intuizioni, suggestioni, paradossi, pretesti per raccontarsi
Oltretutto, l’esplorazione, l’introspezione e la profonda connessione ci aiutano a generare cambiamenti duraturiRiusciamo a prestare attenzione in modo più attivo al momento presente, senza giudicare. Tramite lo sviluppo di questa capacità, riusciamo ad abbracciare la realtà delle cose, fattore che risulta curativo e che ci cambia a tutti i livelli, tant’è che gli scienziati parlano perfino della possibilità che possa presentarsi una trasformazione neurologica. La contemplazione interiore è il vero segreto per metterci in condizione di realizzare se stessi! Col semplice pretesto di “spegnere il cervello” si attivano azioni mentali e fisiologiche profondamente salutari! Tenete presente che secondo studi scientifici la meditazione può cambiare la struttura del cervello in appena otto settimane e fa aumentare perfino la materia grigia.

 

A questo punto è inoltre confortevole tenere a mente che: nell’istante in cui io ho fatto un’esperienza, essa è a disposizione di tutti, dal momento che ogni soggetto è solo una contrazione vibrazionale del medesimo Campo Purico che si muove non-localmente e al di là del tempo. Infatti le informazioni elaborate dalla Coscienza Integrata originaria sono a disposizione in ogni suo “frammento umano” perché rimangono sempre stampate nella Coscienza Collettiva (dagli Archetipi alle ultime esperienze umane).
Tuttavia questa situazione non vuol dire che ognuno di noi è in grado di conoscere immediatamente ‘tutto di tutto’ su ogni occasione o realtà che gli si presenta, ma è chiaro che potremmo ‘leggere’ ogni cosa attraverso la Coscienza Collettiva, se lo volessimo davvero (magari imparando a meditare). Di fatto, chiunque vorrà leggere dal campo morfogenetico esso trasmetterà a lui tutte le informazioni già presenti di tutti gli eventi che prima erano onda, cioè non conosciuti, ossia non osservati con consapevolezza (laddove non c’è interazione), e poi, sono divenuti particella.. cioè compresi.

La comprensione è di fatto su due livelli: uno sul piano reale della ‘coscienza cosmica integrata’ (vedi il livello della realtà che il fisico David Bohm chiamava “background“, ossia l’ordine implicito del mondo), e l’altro sul piano virtuale della dimensione 3olografica in cui noi facciamo esperienza di vita (il livello “foreground” dell’ordine esplicito). Quando facciamo un’esperienza, questa si trasferisce sul campo morfogenetico e diventa immediatamente disponibile per tutti. Nonostante ciò, e lo ripeto ancora, questo non vuol dire che essa sia immediatamente chiara e palese per tutti sul piano virtuale della nostra dimensione, poiché la virtualità, insomma il piano relativo della nostra esperienza, è costruita sui parametri dello spazio e del tempo – a differenza della Coscienza cosmica integrata che è al di là di questi parametri poiché essa È l’onnicomprensivo Campo Purico dell’Essere Eterno.
Perciò quello che accade istantaneamente nella realtà cosmica (ossia nell’eterno presente), accade e si scopre, al contrario, solo ‘nel tempo’ lungo la dimensione virtuale – dove spazio, tempo ed energia diventano fenomenici quando “cadono” secondo le leggi di natura sul ‘piano relativo dell’esperienza’ (vedi la “velocità della luce”, ossia uno dei parametri con cui viaggiano proprio le informazioni quantiche, tant’è che i nostri sensi non riescono a percepire la totalità dei piani del Campo Purico – “background”/”foreground”). Di fatto, ciò che il nostro bagaglio emotivo manifesta nella nostra vita, arriva effettivamente a realizzarsi dopo qualche tempo che quegli eventi sono stati seminati o richiamati dai sistemi di risonanza (ecco perché gli esperti affermano che le condizioni di vita in cui ci ritroviamo adesso sono il risultato della nostra psicologia passata). Inoltre, per ciò che concerne le emozioni e i pensieri specifici, affinché quell’informazione si palesi, bisognerà che essa riemerga pian piano dal labirinto del nostro Inconscio: che è esattamente il “tunnel quantistico” che risuona con le frequenze originarie dell’Esseità cosmica, risultando quindi essere il ponte tra il campo morfogenetico unitario e il nostro relativo ‘piano dell’esperienza’. Noi non facciamo altro che vivere l’ “esperienza di consapevolezza” che percepiamo tra i “flussi comunicativi che passano da uno stadio di coscienza ad un altro, tra i diversi piani dell’Esseità: diversi “piani energetici” formati dai “campi estesi” dei Sistemi e dei sottosistemi vibrazionali in cui circolano i “quanti di vuoto”… che dal Vuoto procedono per il Campo Purico e successivamente dal nostro Inconscio arrivano alla nostra Coscienza/Mente. Il problema è che dal nostro inconscio fuoriesce il bello e il cattivo tempo… sta a noi godere del “bello” e reinterpretare il “cattivo”.

Alla luce di questo è chiaro che, ovunque andiamo, ci siamo solo e sempre “noi”. Per poter crescere nello spirito sono io che devo cambiare, non le persone, i luoghi o le cose che mi circondano. L’unico dato certo che ho nella mia vita è me stesso. E questo è l’unico fattore di cui ho il controllo nel momento in cui mi rifugio ‘dentro di me’ per ritrovare la “retta via”!

 

Fatale

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> Fonte

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> Part. 1 – LA MATRICE NATURALE DA CUI SI GENERA L’UNIVERSO E LA REALTÀ DELL’ESSERE UMANO
> Part. 2 – LE INTERAZIONI TRA IL VUOTO, IL CAMPO PURICO E LE COSCIENZE NASCENTI: LE REGOLE DEL GIOCO DELLA VITA E IL DESTINO DI OGNUNO DI NOI
> Part. 3 – RIPERCUSSIONI E IMPLICAZIONI DEI SISTEMI NEURALI DEL VUOTO SUL CICLO DELL’ESISTENZA COSCIENTE: LA REALTÀ CONFLITTUALE DELLA VITA UMANA
> Part. 4 – IL GIOCO DELLA PARTI DI FRONTE I SISTEMI ENERGETICI DELLA VITA: PAURA O REALIZZAZIONE / PADRONI O SCHIAVI
> Part. 6 – LE ABILITÀ DI RIMODELLAMENTO EMOZIONALE PER MEZZO DELLA CONTEMPLAZIONE INTERIORE

 

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13 Comments

  • e dunque Fatale ci ha dato la panacea a tutti i mali per giungere alla felicita’. attendo l’ ultima parte per capire meglio
    articolo interessantissimo e davvero ben fatto. il discorso mi sembra coerente e univoco, puo’ essere una teoria generale molto funzionale .

  • Fatale è un genio, ormai lo sappiamo :)))
    questo Speciale è prezioso, c’è tutta la costruzione dell’universo e del nostro inconscio, e quindi della nostra realtà psico-fisica fino ad arrivare alla vita di tutti i giorni,quella che scrive il nostro destino. crecherò di fare tesoro di questi consigli e queste conoscenze scientifiche …. il difficile sarà metterli in atto!

  • intenzione dichiarata di Fatale è quella di fare un compendio, una sintesi funzionale, tra tutte le teorie cosmogoniche e quelle riguardanti lo sviluppo e la crescita personale al fine di trovare la sola vera via per comprendere l’universo e noi stessi, e quindi come realizzare la nostra vita. ovvio che in verità non c’è una risposta unica a tutto ciò, ma questo Speciale è certamente un eccezionale punto di partenza.
    Complimenti!

  • interessante e’, come e’ accaduto sulla puntata precedente in cui si spiegavano le stratificazioni sociali, realizzare come le leggi dell’universo si riflettano sulle leggi che tengono vivo l’essere umano, e conoscerle significa saperle usare. il discorso sul dualismo onda-particella e su come questo comporti un’interazione diretta al passato o al futuro, importante quindi per modellare la realtà, è qualcosa di molto importante e interessante. l’idea di capire quanto il mondo esterno sia una proiezione della nostra interiorità è un altro punto fondamentale
    e poi la soluzione finale, che sta nella contemplazione di se stessi mi sembra a cosa più semplice ma più veritiera per connettersi con l’universo e quindi con lo scopo della nostra vita. non a caso gli orientali ce lo dicono da sempre

  • la svolta è avere Fatale che riesce a sintetizzare in sei puntate tutte le conoscenze attuali su come funziona l’universo e la nostra mente, in modo da trovare le nostre armi per difendirci nel caos della vita

  • questa e’ la vera spiegazione scientifica di come possiamo cambiare la realtà con la nostra mente, o meglio come dice Fatale con le emozioni e la coscienza, e di come cambiare la realtà significhi in verità cambiare semplicemente interpretazione e interazione col mondo che da dentro… poi ci circonda!

  • in effetti questo discorso sul l’intelligenza del vuoto che si riflette,creando, le nostre coscienze spiega meglio molte cose. soprattutto come fare finalmente a intervenire sulla nostra realtà secondo i nostri desideri
    grazie Fatale!

  • quindi il segreto sta nel mirare l’attenzione/ interazione , farlo attraverso le emozioni che poi guideranno i pensieri , e fare questo attraverso una contemplazione di se stessi , raccogliendoci cioe’ dentro noi stessi . tutto qua ??? non ce la faro’ mai !!!
    :)))

  • molto chiarificatori anche i due video di Del Sole …….. il discorso diventa molto più fattibile
    che poi in realta’ e’ tutto molto semplice, incredibilmente semplice, il problema e’ trovare il tempo per ritirarsi in se stessi ed allenarsi a “spegnere il cervello”,la cosa piu’ difficile in assoluto

  • una delle migliori trasposizioni delle tradizioni orientali in metodologie scientifiche occidentali che abbia mai letto. questi post sono geniali! spettacolare Fatale !!!

  • Gandhi diceva che ” in un atteggiamento di silenzio l’anima trova il percorso in una luce più chiara e ciò che è sfuggente e ingannevole si risolve in un cristallo di chiarezza ”
    una citazione che ho sempre amato …. ora capisco meglio il perchè
    grazie Uki

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