Dall’Universo alla Coscienza: le avventure del Sè – (Part. 3)

Il Vuoto pensa per natura. Riflette una Coscienza Collettiva che poi si frammenta in tanti soggetti che, secondo legge di natura, sperimentano ogni possibilità sincronica immaginata dal Vuoto. Prende così vita il mondo emozionale degli esseri umani e la realtà dimensionale della loro esistenza

Siamo schiavi di un sistema sociale gerarchizzato e prestabilito, non è una frase fatta e disfattista, ma una realtà storica e antropologica. L’unico tributo alla Vita rimastoci è quello di fare esperienza di noi stessi – un atto di volontà necessario da rivolgere anche alle persone che amiamo e che ci accettano per quello che siamo e diventeremo. Esistere significa “poter scegliere”, anzi essere “possibilità”. Ho capito allora che l’unica speranza di felicità è quella di un’anarchica evoluzione di ciò che siamo e proviamo, di tutto ciò che ci elettrizza! Una gamma di esperienze che racchiuda la giusta conoscenza di sé stessi (cosa che ineluttabilmente ci metterà a confronto con l’universo, perché si sa… l’esperienza prima ti mette alla prova e poi ti spiega la lezione).

 

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RIPERCUSSIONI E IMPLICAZIONI DEI SISTEMI NEURALI DEL VUOTO SUL CICLO DELL’ESISTENZA COSCIENTE:
LA REALTÀ CONFLITTUALE DELLA VITA UMANA

Il Campo Purico dell’originale coscienza cosmica integrata (l’infinito ed eterno parto del Vuoto Quantomeccanico) non è fatto di spazio, tempo ed energia come li conosciamo noi al livello del nostro mondo, allo stadio in cui viviamo l’esperire noi esseri viventi. In realtà quei tre vettori, manifesti esclusivi della nostra dimensione virtuale olografica, sono solo gli attributi, per dirla alla Spinoza, della ‘consapevolezza’ della stessa Coscienza Cosmica da cui provengono (e proveniamo tutti): sono i parametri con cui l’esseità cosmica e morfogenetica del Campo Purico (originario) manifesta il suo ‘essere’ emanato. Essa si riflette infatti nel virtuale olografico – ciò che sarà la nostra dimensione – e lo fa innanzitutto per mezzo di due leggi naturali opposte e complementari:
1– l’espansione (ordine)
– la contrazione entropica (disordine)
..due vibrazioni che nel loro dispiegarsi sincronico creano ogni aspetto del nostro universo – emanazioni che quindi finiscono per giocare un ruolo importante anche nelle frequenze di consapevolezza degli esseri senzienti… fino, appunto, al nostro mondo fatto di spazio, tempo ed energia (a titolo di cronaca, come abbiamo spiegato nel capitolo precedente, gli Antichi per indicare questo “respiro cosmico” parlavano di una ‘forza vitale primigenia‘: vedi il “Prana” o il “Tao” delle culture orientali ad esempio).

Per la precisione, oggi sappiamo che l’entropia è in realtà un’altra forma d’ordine secondo la quale gli oggetti si collocano sul virtuale. Infatti, se vogliamo essere esatti, esiste una sola Forza, questa si espande e poi ritorna su se stessa: è il respiro del cosmo, le diastole e le sistole della Vita… di ciò che si riflette dalle dinamiche neurali del Vuoto superfluido. Allora, come il Male è solo una faccia della stessa medaglia così la legge entropica – la forza disgregativa della natura – è anch’essa uno strumento primario di consapevolezza per l’ “esperienza” della coscienza integrata ed olografica. In sostanza, l’entropia porta il “disfacimento” fin dal livello quantistico, facendo così spazio a tutte quelle potenzialità sincroniche in grado invece di far espandere l’universo in modo costruttivo, e poiché esso è una sostanza pensante, significa che allo stesso tempo è la sua stessa coscienza/consapevolezza che si espande! Abbiamo detto che la Coscienza cosmica si è divisa creando una dissonanza vibrazionale in grado di sfruttare il “movimento” dell’energia. Di fatto “costanti” come ad esempio il Pi greco o la Sezione Aurea che strutturano l’intero universo, vibrano in un range strettissimo e sono vibrazioni che dipendono dall’oscillazione dell’asse dell’energia dell’Universo che, dopo essersi auto-riflesso ha accorciato il suo ‘asse’ creando un universo sferoide (non più perfettamente sferico), e modulando quindi la sua simmetria in favore di un’asimmetria. Sarà allora proprio questo ‘disarmonico sdoppiamento’ a creare quelle variazioni frequenziali (oscillazioni) in grado di generare movimento e dunque la vita nell’universo… è questo “respiro” che crea tutta la Vita, dal visibile al visibile. Tutto l’universo nasce da questa oscillazione che crea un “piano” allo stesso modo simmetrico ma contrapposto a quello originale… creando uno stato quantico speculare riferito all’originale ma mancante di esso: l’intera esistenza dunque rispecchia questa nuova a/simmetria sempre a confronto con l’originale, finanche le nostre esistenze riflettono quindi un conflitto costante tra ordine e disordine: a partire dalla vita e la morte passando dai pensieri e le emozioni fino a tutte le rappresentazioni fenomeniche del piano relativo dell’esistenza.

È chiaro che a questo punto dobbiamo includere davvero l’esperienza della morte all’interno delle funzioni del ciclo della vita, e parlo della morte seguendo le odierne rivelazioni scientifiche che descrivono più esattamente la “trasformazione” del corpo fisico: la morte ‘materica’ dove perdiamo le ‘memorie’ (nel momento in cui il cervello si disgrega passando ad un altra “forma termica”) – al contrario di ciò che accade alla coscienza, che in quanto energia più sottile non si disperde mai, sebbene si trasformi anch’essa (pur rimanendo sempre cosciente). Pertanto, la morte è il vero motivo per cui bisogna vivere e quanto possibile riprodursi secondo sistemi cooperativi: solo così la specie umana potrà evolversi. Per giunta posso ben affermare che l’evoluzione mi ha dato la vita, è con lei che ho imparato a camminare, poi però sono state le mie scelte che mi hanno portato a zoppicare, la colpa non è certo delle leggi dell’evoluzione, semmai l’impasse è come tutti noi le interpretiamo e viviamo.entropy
Voglio prendere come esempio l’insegnamento degli antichi saggi esoteristi – come pure del Vangelo gnostico di Tommaso- per meglio parlare di un concetto antropologico e sociale tipico dell’essere umano. Parlando in termini “meta-culturali”, si può dire che sia la Luce che le Tenebre sono fenomeni positivi, dobbiamo vederli in questo modo: la tenebra come luce che si spegne, la luce come tenebra che si illumina. La vera nostra tragedia, quella che ci siamo raccontati in preda alla paura e che ha portato alla nostra degenerazione come specie, è che ad un certo punto l’uomo ha iniziato a credere Uno ciò che era soltanto Metà. L’uomo vide il Padre ma rifiutò la Madre, questo è l’errore diabolico: la Vita fu spezzata in due parti, il Bene e il Male… una metà dell’Infinito Bene fu creduta Male. Così dal pensiero teoretico alla scienza, attraverso le religioni, passando per la medicina e la biologia fino alla politica e all’economia si è cominciato a sezionare, dividere, analizzare in comparti stagni perché convinti che bisognava cavarsela tra le due frange sempre in lotta… e si è divisa la società intera in status sociali differenti, tutti in preda alla paura della morte.

La cosa interessante da notare è che il “disordine” che gli scienziati hanno scoperto aumentare in ogni ambito dell’esistenza umana, finanche dall’universo da dove essa proviene, altro non è che l’entropia: vale a dire la coscienza che attraverso la misura della consapevolezza del sé aumenta, impara e comprende nuove cose soprattutto grazie alle situazioni critiche, giacché come per il Campo Purico ogni oggetto e soggetto vive in primis se stesso. Tant’è che come detto poc’anzi i parametri dello spazio, tempo ed energia sono mere emanazioni e illusioni olografiche che l’originale Campo Purico sperimenta quando “osserva” se stesso (quando si auto-riflette) – ecco che, ripeto, il Vuoto a cui appartiene il Campo Purico è un “luogo” morfogenetico in cui il tempo, appunto, non esiste… e dove infatti il “nostro” passato e futuro, a conti fatti, non sono altro che due equazioni d’onda che finiscono per collassare sempre nello stesso ‘eterno presente’ (condizione basilare proprio dell’esseità originaria del Vuoto).

orderingAllora la Vita, vale a dire l’evoluzione umana, sembrerebbe essere in realtà un’ “esperienza che tende alla morte”, nel senso che è proprio la tendenza distruttiva ed entropica a portare in verità quello slancio necessario affinché la Coscienza possa acquisire informazioni utili alla specie umana, e propagarsi lungo la “morte” continuativa degli esseri. Si tratta di un percorso che dal nostro microcosmo si trasferisce a quello macrocosmico in nome di un’evoluzione plenaria. L’evoluzione ha fondato il suo intero sviluppo sull’errore“: di fatto l’esperienza è la somma di tutti i nostri errori, che sono in realtà “lezioni“, il progresso non consiste nel non commettere errori ma nel non fare lo stesso una seconda volta… ed è anche per questo che esiste una gomma per ogni matita: è per questo che si fanno errori mentre impariamo a nuotare cercando di non affogare, tant’è che alla fine impareremo a nuotare. Jung affermava che «Chi evita l’errore elude la vita»,  mentre Ernst Jünger diceva: «Gli errori sono per la vita ciò che le ombre sono per la luce», e questo può essere la sintesi di un’iniziazione esoterica. Non a caso uno scienziato come Niels Bohr affermava che «Un esperto è uno che ha fatto tutti gli errori possibili nel suo campo», perciò «A scuola impariamo che gli errori sono cattivi, e siamo puniti se li facciamo. Eppure, se si guarda al modo in cui gli esseri umani sono progettati per imparare, impariamo solo da errori. Impariamo a camminare cadendo. Se non siamo mai caduti a faccia in giù, non saremo mai in piedi» (Robert T. Kiyosaki). Capito questo ho iniziato a rilassarmi, è inutile cercare di controllare tutto o distruggermi di sensi di colpa o timori… in verità devo buttarmi, devo fare esperienze… tanto le due emozioni più futili della vita sono proprio il senso di colpa per ciò che è accaduto, e l’inquietudine ansiogena per ciò che potrebbe accadere. Il senso di colpa è solo rabbia diretta verso noi stessi per non aver avuto il coraggio di cambiare, di migliorarsi… Aldous Leonard Huxley affermava che «L’esperienza non è ciò che accade a un uomo. È ciò che un uomo fa di ciò che accade a lui».

Ebbene, la forza entropica primordiale che ‘raccorda’ l’evoluzione umana, e quella che ‘dirige’ in sua complementarità, ovvero la forza dell’espansione, sono gli effetti del respiro del Vuoto superfluido… sono le dinamiche neurali della frequenza che, nella nostra dimensione olografica, caratterizzano la stessa energia del Campo Purico di Punto Zero in seno all’evoluzione cosmica.
Allo stadio vibrazionale della coscienza umana la forza entropica si riversa nelle energie quantiche del nostro inconscio attraverso la tendenza emotiva che noi chiamiamo “Volontà”. Mi torna in mente un episodio in cui mi trovavo a mare e mi ero messo in testa di saltare giù da uno scoglio per fare un gran bel tuffo. Il salto era alto, perciò avevo una paura fottuta di saltare. La cosa che di solito viene da fare in quei casi è scendere e tornare indietro, e quel caso non era da meno… il salto mi faceva paura sul serio. Ad un certo punto però una persona (non sto qui a dirvi chi..) mi diede una leggera spinta tanto da costringermi a saltare con tutto il coraggio che avevo! Ecco, quella spinta può essere “sentita” come la Volontà… si tratta di quel gesto sconsiderato e maledetto che ti costringe a fare un “salto nel vuoto”, a rischiare il tutto per tutto: un atto distruttivo, finale e funesto ma che unaleap-of-faith volta spintoti giù ti fa vivere finalmente quella fatidica esperienza di tuffarti dall’alto di quello scoglio. L’adrenalina del salto finalmente vissuto, mi ha fatto sentire immediatamente un’emozione di puro entusiasmo, una gioia infinita, tanto che poi ho rifatto quel salto decine di altre volte pur di rivivere quella stessa esaltante esperienza. Ormai avevo consapevolezza di quella cosa, sapevo che era sicura e divertente. La paura è stata subito oltrepassata, è rimasto solo l’entusiasmo: un’emozione in grado di sputtanare la paura! Un’emozione conquistata però dopo un gesto -per così dire- traditore: definitivo, finale, distruttivo, qualcosa che la per là ho giudicato come perfido e infame, diabolico direi… (il Diavolo in aramaico è definito “ stra’ ahra’ “, cioè “l’altro punto di vista”. Infatti nella Bibbia “Satan” era una “funzione” che potevano assumere i giudici ad esempio, una “funzione” per mezzo della quale si doveva assumere il ruolo dell’Avversario o Pubblico Accusatore… ossia colui che doveva fare ‘l’avvocato del diavolo’, che doveva cercare un altro punto di vista per giungere ad una decisione). Perciò, quella spinta “luciferina” è indispensabile per l’evoluzione, una forza che necessariamente deve passare per la morte del giudizio (precostituito). Ovviamente questo non significa che io debba gettarmi senza paracadute.

In fondo ora mi è chiaro, usando la mia immaginazione ed ispirazione emotiva, e riflettendo sulle forze che entrano in gioco nel momento in cui io ‘voglio’: mi sono accorto che al livello del corpo fisico, e non solo in me ma in tutti gli umani tra la nascita e la morte, la Volontà è legata non a processi costruttivi bensì a processi distruttivi (entropici appunto)… che poi non di rado vengono interpretati ‘male’, altrimenti come si spiega tutto questo mondezzaio che ci circonda? Allora ho ben capito che dolore e sofferenza fanno breccia in chi non riesce a controllare le forze distruttive… in chi non trova equilibrio per farne fronte, in chi vive senza armonia interpretativa con tutto ciò che lo circonda.

Di fatto, se nel nostro cervello si verificassero unicamente processi costruttivi, se noi cioè vivessimo solo della benefica nutrizione che assimiliamo dalle energie vitali della Terra (vedi il benessere che riceviamo dai raggi solari o dalle suggestioni lunari ad esempio, oppure il benessere che ricaviamo da alcuni fanghi, minerali o determinati ambienti naturali e salutari…), non potremmo sviluppare una Vita allo stesso modo “psico-fisica” per mezzo sia dei nervi che del cervello… cioè anche grazie alla nostra componentefisico-materiale“, quella che si sporca le mani per intenderci. Quindi l’essere umano può essere sostenuto anche a livello psico-fisico proprio dalle sensazioni di quella parte che è divenuta “materia” in-animata, ovverosia dai sensi che si sono cristallizzati e dunque materializzati nella nostra dimensione olografica (anzi, in effetti sono proprio le sensazioni a livello fisico quelle che più ci coinvolgono). Rudolf Steiner affermava che l’elemento animico (psico-fisico) e quello spirituale (energetico) si insediano, e prendono vita, nella ‘zona’ lasciata libera da ciò che si distrugge, e questo può accadere solo grazie al fatto che nel nostro cervello sono in corso processi di decadimento… di distruzione. La Volontà agisce proprio attraverso queste frequenze: trasforma, rimuove e lascia spazio al nuovo, è tutto ciò altro non è che l’azione dell’entropia. Insomma amici, non se ne scappa, ‘sta cosa è necessaria!
La volontà umana è sostanzialmente qualcosa che in parte lavora per la morte dell’uomo già durante la vita fisica. Viviamo solamente grazie al fatto che la nostra auto-organizzazione (vibrazionale ed organica) agisce di continuo in una “contrapposizione omeostatica” attraverso la morte/decadimento nelle frequenze del nostro campo cerebrale – nondimeno, a dimostrazione del fatto che in natura nulla è lasciato al caso, c’è da tener conto che il nostro corpo fisico, una volta deceduto alla terra, torna di fatto ad alimentare il ciclo della vita. Facciamo parte di un meccanismo che in ogni caso è più grande del nostro peculiare corpo fisico, bisogna farsene una ragione.

Ebbene, il pensiero sarà allora la chiave di volta per attuare la nostra trasformazione; è il principale strumento di conoscenza che possediamo se lo sperimentiamo attraverso l’intelligenza emotiva. D’altronde io conosco anche tramite il mio pensiero sia i sentimenti che gli impulsi di volontà, le stesse percezioni sensoriali mi trasmettono conoscenza ed esperienza solo se li elaboriamo con dei concetti (l’importante è che oggi io riesca a non contaminarli più, in malo modo, con dogmi sovra-culturali). Perciò, continuando a seguire la Teoria Olografica dell’Universo, si può affermar che il pensiero come tale non viene di regola conosciuto: conosciamo ipensatima non il 400x300_mindpensiero che li pensa”. Con i pensieri, in realtà, noi crediamo di vedere l’oggetto del nostro pensare – l’oggetto esteriore, l’evento – ma non ci avvediamo di essere di fronte a deipensati”. Crediamo che siano degli oggetti ma sono solopensati”. In realtà non conosciamo nulla di noi e del mondo intorno a noi… se non pensieri. Così Steiner spiegava quello che oggi gli scienziati stanno descrivendo attraverso la fisica quantistica: cioè che tutta la realtà dipende dall’osservazione cosciente di un soggetto in quanto immerso nel tessuto connettivo dell’universo. Una scoperta che ancora oggi è difficile da accettare, infatti i fisici pur di dire che la coscienza non influenza la realtà (cosa questa che ci farebbe passare dal comodo e mistificato “mondo oggettivo” ad uno “soggettivo”) hanno fatto un artificio logico discutibile… non a caso l’interpretazione di Copenaghen della Meccanica Quantistica fu presto modificata con degli artifici che sostituissero la figura dell’osservatore cosciente. Nonostante tutto, è chiaro che il collasso della funzione d’onda (che manifesta la realtà) per mezzo dell’osservatore avviene nella coscienza dell’osservatore stesso, quindi non è un atto di pura magia a meno che non ci si ostini a fare il solito e pluriargomentato errore di trasferire sul piano oggettivo (che non esiste) concetti che valgono solo sul piano soggettivo. Ad ogni modo, oggi abbiamo la “Teoria dell’Onda Pilota” di David Bohm che ha dissolto ogni problema, forse…
E così, la materia vivente sembra governata dalla “Teoria dei Campi Quantisitici” che creano spontaneamente ordine quando le condizioni termodinamiche lo consentono. È la “coerenza elettrodinamica” che permette alla Vita di affermarsi in ambienti aggrediti dalle forme più diverse e violente di disordine, che sono quelle frequenze entropiche in grado di distruggere il vecchio per dare spazio al nuovo. Allora, con le recenti scoperte della biologia possiamo meglio definire il corpo degli esseri viventi come un sistema psico-multiatomico, funzionante con un sistema bioelettrochimico complesso ed elaborato: siamo ologrammi pensantiesseri psico-elettronici. Siamo effetti soggettizzati del plasma superfluido del Vuoto Quantomeccanico.

Ebbene, come conseguenza di questa dialettica tra ordine/disordine, tra espansione/distruzione, abbiamo che un fenomeno della nostra dimensione olografica ci appare come particella quando noi guardiamo verso il passato, mentre ci appare come onda quando guardiamo verso il futuro. La dualità comincia insomma a costruire il nostro mondo. Di fatto, le “contrazioni vibrazionali” tipiche dell’entropia influenzano fortemente il dualismo probabilistico (onda/particella) della nostra dimensione virtuale – la meccanica quantistica ha scoperto che la nostra realtà può manifestarsi sia come onda energetica sia sotto forma corpuscolare/atomica. dimensioni_parallele
Per la precisione tutto dipende dalla volontà di interagire con la virtualità, attraverso una decisione o attraverso l’interazione, appunto, con un fenomeno del nostro mondo/dimensione. Infatti, l’aspetto ondulatorio corrisponde ad una volontà di non presa di coscienza o di rifiuto, mentre l’aspetto particellare assume il significato del fare, dell’interagire.
Ecco che la materia, dunque la nostra dimensione olografica, è il mondo del farefare esperienza per arricchirci, conquistarsi un felice equilibrio nel bel mezzo di quella inevitabile dialettica tra espansione ed entropia, tra creazione e distruzione, nascita e morte, amore e odio, Bene e Male… In questa dialettica la nostra consapevolezza si espande sotto la naturale spinta dell’evoluzione (..della Vita) perché esperienza dopo esperienza noi impariamo: il corpo fisico si sviluppa secondo le leggi della biologia e la nostra coscienza/mente fa altrettanto per mezzo delle dinamiche psichiche. Ognuno cresce… e qualora la Volontà dovesse incidere in modo particolarmente rilevante, si arricchisce pure di nuovi parametri. In questo dobbiamo meritarci una sana evoluzione della specie, fino ad ottenere l’eternità. In fondo la vita non è una questione di avere delle buone carte, ma di giocare bene una mano scarsa (cit.).

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Tuttavia, quello che ci frega a tutti è che dal momento che l’attenzione fa collassare la funzione d’onda in materia, quest’ultima diventa l’unica scenografia visibile nella nostra dimensione, diventa il nostro mondo prioritario, definito e definente… tutto finisce per girare intorno a questo palcoscenico. Abbiamo già detto che il Vuoto ha una natura neurale, dunque pensa… immagina “possibili futuri” (ossia “correlazioni di eventiquantistici). Nel fare questo crea, come terreno di sperimentazione, un Campo Purico che diventa una “coscienza cosmica integrataspeculare al Vuoto stesso, ossia quel Campo di Punto Zero (Coscienza Collettiva) che attraverso l’energia oscura si frammenta in tanti focolai di coscienze individuali, le quali sperimentano per lei ogni tipo di soluzione al fine di evolversi. Questo meccanismo di auto-riflessione del tessuto connettivo del Vuoto si propaga nella Coscienza Collettiva e quindi anche nei meccanismi psico-fisici degli esseri senzienti (soprattutto in quelli psichici) attraverso la “Legge di Risonanza“. Il Vuoto si auto-riflette per sperimentare ma soprattutto per avere “consapevolezza di sé” (altrimenti la sua natura intelligente non potrebbe conoscersi e dunque migliorarsi/evolversi). Come guardando il nostro corpo fisico riusciamo a vederne soltanto una piccola parte e non siamo affatto capaci di vederne vari aspetti (colore degli occhi, viso, spalle, ecc…) se non con l’aiuto di un riflesso nello specchio, alla stessa maniera il Vuoto e la sua “coscienza cosmica integrata” riescono ad avere consapevolezza di sé. E poiché quella Consapevolezza è stata suddivisa in tante coscienze individuali attraverso lo stesso “principio auto-riflessivo” – che si propaga attraverso le affinità simpatetiche vibrazionali della “Legge di Risonanza” – anche per quel che riguarda la nostra psiche.. noi stessi ci ritroviamo parzialmente ciechi, potendo riconoscere la parte a noi invisibile (inconscio) solo tramite la proiezione e il riflesso del cosiddetto mondo esterno o mondo circostante. Il nostro modo di pensare (mentale) crea risonanza, il nostro modo di amare (emozionale) crea risonanza, il nostro modo di parlare e di agire (vitale) crea risonanza. Noi sentiamo per risonanza. Quando un diapason emette la sua frequenza, alcune cellule auricolari, site nell’orecchio, iniziano a vibrare con la stessa frequenza e trasmettono degli impulsi al cervello che li riconosce, così come qualsiasi altra frequenza “udibile”. Questo non avviene con suoni che hanno frequenze al di sotto o al di sopra del nostro livello di risonanza uditiva. Lo stesso vale per la vista, per il tatto, il gusto e l’olfatto. Così funziona per i pensieri, le situazioni o le persone più affine o vicine al nostro stato emozionale.. Da tutto ciò ne consegue un’altra condizione importante per comprendere la nostra esistenza: «Tutto ciò che non vogliamo sapere di noi stessi finisce sempre per giungerci dall’esterno e assumere la forma di Destino», affermava Jung, ecco che un tale aforisma racchiude il concetto della cosiddetta “Legge dello Specchio”. Si tratta di una teoria psicologica che spiega come il mondo esterno 15058035_1541788785848209_1807041870_nsia un effetto (riflesso risonante), e non una causa, della nostra esperienza soggettiva. Se la premessa è che ognuno di noi crea/interpreta la propria realtà, la conseguenza è che lo stesso mondo esterno che noi vediamo è uno specchio, nel quale è riflessa sia la nostra “ombra” che la nostra “luce”. Ecco ancora una volta spiegato perché la nostra realtà è un conflitto continuo! Imparare ad osservare gli eventi che viviamo, le emozioni che proviamo, gli occhi con cui guardiamo, è la sola strada per comprendere e modificare l’universo personale che abbiamo creato a nostra immagine e somiglianza. In sintesi, la “legge dello specchio” dice che ciò che vediamo negli altri in realtà è un riflesso di ciò che abbiamo dentro di noi. Per questo, se vogliamo essere felici, la nostra felicità non deve dipendere dagli altri, ma da noi stessi. Tuttavia, questo meccanismo non ce lo insegnano mica, anzi, fin da piccoli veniamo immersi nella “visione del mondo” imperante. Così, le incombenze, le bellezze e tutti i pericoli del “Sistema” che ci circonda… riescono ad influenzare noi stessi, dalla spinta alla sopravvivenza fino ai nostri motivi o obiettivi di vita. È per questo che invece di godermi queste esperienze secondo un anarchico spirito di ricerca e rivelazione, come farebbero dei fanciulli alla scoperta del mondo, fino a qualche tempo fa l’ho fatto invece sotto il peso di una lettura degli eventi mostruosamente mistificata e inquinata da interpretazioni, concetti, significati, ideologie e culture disparate, tutto il mondo che mi ha sempre circondato… un’ “addomesticamento istituzionale” pilotato da chi sa bene come funzionano le cose, e che quindi sfrutta i più deboli per rimanere sul tetto della piramide… nessuno escluso.

La mia attenzione e preoccupazioni ordinarie mi hanno sempre e solo impelagato nelle impellenze quotidiane, non essendo stato ‘formato’ secondo Visioni più universali, esistenziali e collettive, anche io ho sentito la separazione l’uno dall’altro; la solitudine poi è una brutta bestia. Tutti noi dimentichiamo di essere una specie che nel profondo risuona all’unisono… e invece di goderci libere esperienze di crescita in comunione soffriamo tra eventi separativi e coercitivi… soggiogati da un sistema creato ad hoc. Quelle forze complementari: costruzione e distruzione, vengono giudicate come Bene e Male, diventano il metro digiudizio”, la sentenza penale, l’etica imperante, la cultura affabulatrice, diabolici dogmi… voglio dire, ancora oggi si giura sulla Bibbia!

Ecco che, invece, la felicità dipende:
– dalle aspettative di vita,
– dalla cura e il benessere di se stessi,
– dalla conoscenza/gestione delle emozioni.
Oltretutto ci si dovrebbe focalizzare nella ricerca di un certo equilibrio mentale piuttosto che sui problemi, come accade solitamente in psicologia. Bisogna evitare di tenere gli occhi chiusi di fronte alla realtà e a quello che succede intorno. I pregiudizi (positivi o negativi), la paura e il conformarsi, sono i peggiori nemici per un individuo, in quanto ostacolano la vera conoscenza di sé.

La gente cazzuta, per così dire, non cerca la felicità negli stimoli esterni. Quando si cerca la felicità al di fuori di se stessi il proprio stato d’animo cede non appena sparisce lo stimolo esterno. Questo causa insicurezza e dipendenza. Al contrario, le persone positive, se vogliamo definirle così, cercano fonti interne di energia positiva. In questo caso, lo stato di felicità non dipende tanto dal fattore esterno ma dal modo in cui si affrontano le situazioni. Lo stato di consapevolezza permette di filtrare le energie negative tramite la ricerca di una certa ‘pace interiore‘.

Tuttavia, anche a me come a tutti voi… quella stessa spinta che inizialmente mi aveva fatto crescere in cerca di nuove frontiere è stata spesso fatta traboccare da becere impulsività.. Paure e rivalse ne rielaboravano continuamente i significati, e mancate “idee” tramutavano l’entusiasmo di quel salto nel vuoto in una vera e propria caduta nell’abisso della sofferenza e della decadenza “luciferina”. Da intuizioni (emotive), quando erano “pure”, tutti quanti abbiamo lasciato che quelle ‘tendenze’ si convertissero in impulsività di basse frequenze: la Volontà che si sacrifica  017053887_30300attraverso ‘la morte del vecchio per il nuovo’ è divenuta una cieca distruzione, un’omicidio compulsivo, paranoico… una mera volontà di potenza, quella rozza… insolente, usurpatrice e dittatrice.
Di fatto tutto ciò che facciamo, pensiamo e sentiamo nella nostra vita quotidiana serve per mantenere il mondo e noi stessi in una sorta di bolla mentale, un’illusione che consuma la nostra energia impedendoci di percepire la vera natura delle cose. Tutta la nostra energia disponibile è impiegata nelle faccende quotidiane attraverso concettualizzazioni e sproloqui “separativi”: di conseguenza è solo ripartendo dalla vita di ogni giorno e dalla reinterpretazione del mondo circostante che io posso avviare il processo di ricanalizzazione dell’energia.
Ci chiediamo sovente quale sia il nostro destino. Chi siamo.. Io penso che dobbiamo solo vivere.. Solo questo possiamo fare.

 

Fatale

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> Part. 1 – LA MATRICE NATURALE DA CUI SI GENERA L’UNIVERSO E LA REALTÀ DELL’ESSERE UMANO
> Part. 2 – LE INTERAZIONI TRA IL VUOTO, IL CAMPO PURICO E LE COSCIENZE NASCENTI: LE REGOLE DEL GIOCO DELLA VITA E IL DESTINO DI OGNUNO DI NOI
> Part. 4 – IL GIOCO DELLA PARTI DI FRONTE I SISTEMI ENERGETICI DELLA VITA: PAURA O REALIZZAZIONE / PADRONI O SCHIAVI
> Part. 5 – BLOCCHI NEGATIVI E SLANCI POSITIVI NELL’EVOLUZIONE (REALIZZAZIONE) DELLA VITA
> Part. 6 – LE ABILITÀ DI RIMODELLAMENTO EMOZIONALE PER MEZZO DELLA CONTEMPLAZIONE INTERIORE

 

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11 Comments

  • Comunicazione ufficiale: abbiamo finalmente risposte alle domande CHI SIAMO e DA DOVE VENIAMO?
    Mai post fu così chiaro , attuale e totale !
    Spettacolare Uki !!!

  • Sto leggendo tutto con calma. Un po alla volta. C’è la Vita intera in questi post …
    Fatale riesce a scrivere dei mini manuali come fossero le istruzioni per vivere secondo natura …. la propria!

  • UNA RIVOLUZIONE TOTALE IN NOME DEL SE … UNA RIBELLIONE VERSO L’ ORDINE COSTITUITO . UNA PRESA DI COSCIENZA E UNA DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA IN ONORE DELLA SPECIE UMANA
    NIENTE È SCONTATO !!!!

  • energie che si contrappongono formando una dialettica infinita verso l’evoluzione … un confronto che origina uno scontro continuo tra energie e quindi vibrazioni positive e negative, emozioni e pensieri in eterno conflitto che noi dobbiamo imparare ad essecondare rimanendo centrati e in presenza con se stessi …. la regola aurea per la felicità. C’è da misurarsi con la realtà giorno dopo giorno in cerca dell’equilibrio interiore. Consapevoli di questo, non resta che affrontare tutto in serenità
    Sembra facile?

  • siamo il laboratorio di sperimentazione del Vuoto per accrescere l’evoluzione. per fare esperienza su questo palcoscenico ci viene donata la vita e un personaggio con cui identificarsi …. puntiamo all’Oscar, troveremo la felicità in questa nostra vita!
    ma grazie Fatale! <3

  • La morte ci ha aiutato per lunghissimo tempo a uscire dalla prigione. Ma se la prigione si trasforma in un villaggio di benessere, la morte non è più necessaria. La prigione è stata una allucinazione della coscienza umana.

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