Che ora fai

Con quale unità si può misurare la distanza? Avvelenati dai meridiani, desincronizzati dagli orologi, il rischio è non incontrarsi mai. [Racconto Breve]

Poniamo che tu sia distante più di ora.
Non solo nei sentimenti avvizziti che ormai ti fanno confondere il mio nome in mezzo a quello di tanti altri che l’hanno poi copiato, voglio dire.
Poniamo che uno di noi due – più verosimilmente tu – sia dall’altra parte del mondo, più distante di ora nello spazio, certo, ma soprattutto nel tempo – e mi riferisco a Greenwich e tutto quel pasticcio che hanno fatto con i fusi orari.
Poniamo che arrivi capodanno, una festa abbastanza laica che in qualche modo riguarda entrambe le nostre vite, per quanto distanti nei sentimenti, nello spazio e, come dicevo, anche nel tempo.
Ecco, poniamo che io abbia deciso di farti gli auguri allo scoccare della mezzanotte, mi troverei in imbarazzo. Dovrei conciliare il fatto che la tua mezzanotte, nel posto in cui sarai, potrebbe essere arrivata da un pezzo o che abbia bisogno di qualche ora per degnarsi.
Potrei persino sorridere, come se questi tempi sballati rispecchiassero l’asincronia che ci ha sparpagliato in direzioni differenti. Ma del resto i continenti hanno trovato un nome soltanto dopo la Pangea, quindi potrebbe averci fatto bene, non ti pare?
Ora non so che ora fai, o dove sei, o dove sarai a quel capodanno in cui avrò voglia di farti gli auguri a una mezzanotte che potrebbe non coincidere con la tua. Ma sappi che io gli auguri non li capisco proprio, non riesco a farci pace e mi sanno sempre un po’ di niente. Te lo dico perché, semmai ti arrivassero i miei, tu li legga come un pretesto sotteso, un modo abbastanza laico per dirti che da qualche parte, nel tempo e nello spazio, ti ho voluto bene.
Poi ci si fa i conti, la Pangea si è beccata una frattura e io mi sto facendo un nome, anche se lo confonderai in mezzo a quello di tanti altri che l’hanno poi copiato.

Il rischio, a non starsi vicini, è quello di finire con orari diversi e le mezzanotti sfalsate; quindi è pressoché inutile fare il conto alla rovescia per poterti fare gli auguri, tanto più che non ho la benché minima idea di quando ti potrebbero arrivare, se mai ti arriveranno. Dunque non importa, va bene lo stesso, stiamo bene così, non ti pare?
Sappi che un giorno vale l’altro per chi vorrà dirti, tacitamente, che almeno una volta, nello spazio e nel tempo, ti ha voluto bene. Ne sono convinto.
Buon anno nuovo!

di Matteo Mammucari

 

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