Tre idee da “Terzo Mondo” per il mondo in difficoltà

Tre di queste idee per il Terzo Mondo potrebbero essere la salvezza del "nostro mondo"... in crisi.

La scorsa settimana, l’eBay Fondazione ed Ashoka Changemakers hanno annunciato i vincitori di un concorso in cui si chiedeva di sviluppare: “..le soluzioni più innovatrici del mercato, al fine di creare opportunità economica e generare occupazione per le popolazioni svantaggiate“. Il primo finale è stato di  $50.000.

Le proposte sono tutte molto interessanti, ma a leggerle, ci viene una domanda: e se fossero più utili a noi?

La crisi generata dall’alta finanza, si sta ripercuotendo sulle nostre istituzioni principali in modo preoccupante, e per salvare il salvabile, invece di tagliare e ricucire, tre di queste idee per il terzo mondo potrebbero essere davvero la nostra salvezza.

 

1) Il Modello di Autosufficienza Finanziaria Scolastica.

Questa proposta, presentata da Fundacion Paraguaya, si basa su un nuovo modello di educazione tecnica e professionale che trasforma i figli e le figlie di contadini cronicamente poveri negli imprenditori rurali.

Il modello di Autosufficienza Finanziaria Scolastica,  già operante in una scuola in Paraguay, insegna ai soggetti come gestire una scuola ottimizzando i costi,  trasformando le università in imprese agricole, o in hotel rurali, fino ad arrivare ai giardini organici. Questo fa si che la scuola intraprenda autonomamente a coprire  molti dei costi per la scuola, che genera già $300.000 all’anno grazie a questo programma.

Perché non potrebbe essere adottato nelle zone svantaggiate del sud – Italia?

 

2) Innovazione senza scopo di lucro.

Presentate da Twin Cities RISE!, la missione di questa organizzazione è quella di formare uomini disoccupati e sotto-occupati dalla comunità di colore con competenze base che possano poi essere immessi sul mercato per una paga non inferiore ai $20.000 l’anno. TCR ha costituito una partnership con lo stato del Minnesota in cui lo Stato paga all’organizzazione 9.000 dollari ogni volta che il programma pone un lavoratore qualificato in un lavoro da 20 mila dollari all’anno, e paga altri 9.000 dollari se il lavoratore rimane in quel lavoro per un anno. Il motivo? TCR ha dimostrato che un lavoratore qualificato ha impiegato 31.000$ di valore attuale netto per i contribuenti per la sua formazione, in questo caso ne spende solo 18.000, oltre a guadagnarci un nuovo occupato.

Un’idea così semplice che potrebbe essere solo resa più complicata dalla sua attuazione alle nostre latitudini, ma comunque ineccepibile.

 

3) Microfranchising mobile in Indonesia

Il Progetto della Fondazione Grameen è quello di offrire un mercato mobile per i servizi di ricerca di lavoro, servizi finanziari, informazioni sanitarie, sull’agricoltura e sulle piccole imprese mentoring ai residenti più poveri dell’Indonesia. Ecco come funziona: un aspirante imprenditore acquista un kit pre-confezionato, che contiene un telefono cellulare e un prestito di microfinanza. L’imprenditore poi vende minuti di tempo di trasmissione ai vicini. Permette agli imprenditori (solitamente donne) di raddoppiare il loro reddito e acquisire competenze aziendali preziose. Grameen spera di espandere la sua rete di oltre 7.500 imprenditori a 60.000 nei prossimi tre anni.

A questo punto spero che arrivi anche da noi, potrebbe anche fare dei kit senza telefonino, visto che anche il più povero degli Italiani ne possiede due.

Marco Caponera

 

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