La Natura della Realtà, la Coscienza e la Vita

Uno studio, in 5 parti, come riflessione sulla ricerca della felicità, sulla scia dei più grandi insegnamenti spirituali e filosofici di tutte le civiltà della Terra dalla notte dei tempi, fino alle ultime avanguardie scientifiche… [ PART 1 di 5 ]

Sappiamo oggi dai filosofi della scienza che un organismo vivente può essere consapevole (di sé) poiché egli è in primis un’organizzazione “coerente” di campi quantici, si tratta di un’interrelazione quantistica prodotta dal Campo madre relativo a quello stesso Soggetto (organismo vivente). Di fatto questo Campo originario non è altro che il centro di comando della suddetta singola autocoscienza – secondo la Teoria della Complessità in un tale composto organico, ad un certo livello di evoluzione, emerge un Soggetto che osserva se stesso dall’interno, un processo autoreferenziale che esprime un’esperienza senziente, esclusiva, che gli scienziati chiamano “Qualia” – nondimeno la cosa da tenere sempre a mente è che la Coscienza è nel Campo non nel soggetto/oggetto, che in effetti sono la stessa cosa!
Come hanno sempre detto i saggi, a modo loro, e come oggi i fisici affermano, tutto fuoriesce dal cosiddetto Quantum Vacuum, ossia l’“Etere” che sembrerebbe confermato avere proprietà mentali (neurali); si tratta di ciò che ad esempio l’Oriente spirituale da sempre chiama Śūnyatā (Vuoto), mentre le altre Tradizioni lo chiamano Dio, termine che per gli Antichi Saggi è da intendere più che altro per “Divinità”, nel senso di “Assoluto”, Coscienza originaria e trascendentale, vuota di ogni condizionamento, senza inizio e senza fine. Immaginiamo una sorta di primaria Intelligenza subquantistica che inizia a pensare – nel senso di processi di “intellezione”, un’Intelligenza in grado di ordinare il caos quantico (vedi gli effetti creativi della cosiddetta Geometria Sacra, oggi rafforzata da scienze come la Radionica o la Cinetica); e così pensando… proietta immagini di fronte a se. Tali immagini sono aggregati neurali, idee, spiriti e intelligenze archetipali ed eteriche. Si creano energie, universi e molteplici forme. Poiché ognuno di quelle immagini sono emanate dalla medesima sostanza di quell'”Origine vivente”, ossia la Coscienza Assoluta che di fatto è Pensiero Vivente, allora quegli aggregati neurali possono naturalmente acquisire vita propria (pensiero di sé) non appena si connettono con un composto organico. Ogni cosa è un’unità di consapevolezza fuoriuscita dallo stato di potenzialità del Vuoto grazie a scissioni olografiche che si sviluppano su precisi canoni geometrici di griglie quantistiche lungo lo spazio-tempo dell’Etere (vedi l’ordine matematico che ordina l’universo, il movimento degli astri o dei pianeti intorno al sole, le griglie geometriche che strutturano la chimica organica, ma anche la Sezione Aurea presente in tutte le forme della natura, ecc). A quel punto ogni unità di consapevolezza inizia a interagire, perché ogni Campo si estende all’infinito all’interno del Campo Assoluto, perciò tutto è relazione, e come detto poc’anzi questa interdipendenza da’ forma alla realtà grazie alla comparsa di un essere vivente abbastanza evoluto da sostenere un aggregato neurale autocosciente, e quindi in grado di percepire l’esterno proiettivo come fosse uno schermo mentale, costruendo (geometricamente) altre “immagini” intellegibili in un cosiddetto “presente esteso” – seppur ogni essere vivente lo vivrà in modo frazionato, relativo cioè alle proprie limitate percezioni fisiche – vedi l’apparente tempo lineare diviso tra passato, presente e futuro… Da queste energie, si giunge a quelle esperite dal Campo Umano, cosicché ogni composto neuro-organico comincia a provare emozioni, che la mente polarizza su certi sentimenti ritenuti positivi o negativi… si inizia a soffrire, e ad amare.
In sostanza, oggi la scienza sta scoprendo che a quanto pare tutto vibra di una qualche forma di Campo Coscienziale, a diversi livelli di complessità e consapevolezza chiaramente, dal mondo elementare, a quello minerale, vegetale e animale… Di fatto la dimensione unitaria sottostante tutti questi campi (il Divino direbbero i Saggi) sembra essere un tessuto neurale che ha la capacità di autoriflettersi attraverso i suoi supplementi, conoscendo così sé stesso. Ebbene, questi sottosistemi autoreferenziali vivono identificati nell’unità di consapevolezza, seppur sono in realtà “pensati” dal proprio campo quantico di provenienza. C’è il Campo per il Sistema di un nucleone, così come per gli atomi, molecole, macromolecole, cellule, fino ai composti viventi… L’atomo, ad esempio, non esiste di per sé, ma esiste solo in quanto all’interno del suo campo quantico, che si esprime grazie all’unità di consapevolezza del singolo atomo dando forma ad una sola ontologia davvero esistente. Insomma oggi i filosofi della scienza ci dicono che qualsiasi cosa non è in sé, ma può essere identificata solo in base alle sue “relazioni” con un altro ente, una molecola è tale poiché composta in modo specifico da due o più atomi, e le informazioni per “fare” la molecola le prende dalla Matrice della molecola: potremmo dire che il “Campo” molecolare è l’Archetipo ideale, il vero “cervello” di ogni molecola! E questo vale per ogni cosa! Siamo tutti “relazione”… Così il nostro Sé è un frammento del Campo della Coscienza Umana, che è un frammento del Campo della Coscienza Universale. Siamo parti di un Tutto. Un “Campo Morfico” in cui siamo distinti ma mai separati.
In ragione di ciò, possiamo concludere che alla base dell’esistenza senziente ci sta un “legame di unità” che si riversa evidentemente in energie quali l’empatia o l’altruismo, che altro non sono che vere e proprie “leggi di natura” atte a unire in relazione; ciò che ci qualifica e unisce come esseri viventi, giacché noi siamo nella natura, noi siamo Natura innanzitutto. Nondimeno, come spiegava un certo esoterismo, quel “Lux” (l’Amore che “move il sole e le altre stelle” e che ci lega e unisce) è ciò che viene prosciugato invero dalle energie grossolane di forme pensiero (Egregore) cosiddette  arcontiche, saturnine, arimaniche, Satana, Legione, Elohim, ecc. Vale a dire simbolismi riguardo le emozioni più basse come l’egocentrismo, la brama, l’avversità, l’attaccamento, l’intolleranza, l’avidità…Tendenze già preesistenti nel Macrocosmo sottoforma di energie universali che si riversano fino al Microcosmo umano e che finiscono per separare, spaccare, i legami quantici fino a quelli più sottili (psichici e infine spirituali…).
Ebbene gli Antichi saggi, e oggi molti filosofi della mente, affermano che la consapevolezza di se, di esistere, è un’esperienza irriducibile della natura, e quindi della coscienza, che di fatto non può nascere dalla materia (d’altronde è di tutt’altra natura; materia e pensiero sono due dimensioni diverse, ergo hanno un’origine e un percorso differente seppur collegato – è la Psiche semmai a trovare modalità di espressione attraverso il corpo).
Ebbene, nel considerare a questo punto ciò che concerne la nostra esperienza di vita ordinaria, possiamo constatare che a quanto pare tutta la nostra realtà non è altro che il prodotto della nostra “narrativa”, sullo spazio-tempo, di percezioni che provengono da una Realtà sovrasensibile, qualcosa di psichico, metafisico, che sta al di là della nostra più relativa oggettivazione del pensiero, che è un mondo esteriore evidentemente esperito solo da noi in quanto unità di consapevolezza della vera Coscienza creante – e questa “rappresentazione” della realtà è possibile grazie al linguaggio e le relative ed immancabili immagini mentali, intellegibili. Noi viviamo il prodotto di ciò che pensiamo, giacché esiste solo Pensiero!
Infatti la presenza consapevole di se diventa un ente quantistico che non è mai un oggetto, ma in realtà l’espressione di un Campo esteso… Come detto anche dalla fisica quantistica, un elettrone – per fare un altro esempio – non è più considerato un oggetto in sé, ma uno “stato” di un Campo quantistico, vale a dire il campo degli elettroni. Ancora una volta è il Campo degli elettroni l’ente cosciente, e l’elettrone è semplicemente il modo convenzionale (simbolico) con cui comunicare quell’esperienza di osservazione nello spazio tempo, si tratta di come tutto ci appare nella vita e nell’esperienza e che consideriamo comunemente “reale”. È un’immagine, un’espressione intellegibile, frutto di come ci “raccontiamo” e rappresentiamo la realtà, ciò in cui ci identifichiamo: l’Ego che diviene la maschera di un mondo di illusioni
Ecco spiegato perché la Tradizione diceva che esiste solo la via Verticale; quella orizzontale è Ignoranza, Illusione
C’è un’altra questione importante. La diversità che passa tra Coscienza e Consapevolezza potremmo spiegarla con questo esempio: io ho un milione in banca, ma non so di averli, o magari credo di averne solo una parte; ecco, il milione in banca è la mia coscienza, la misura di cui io so di averli invece è la consapevolezza… Dunque se ho Conoscenza sono saggio e felice, altrimenti vivo nell’inettitudine e nell’inconsapevolezza del malessere: nel non comprendere che tutto dipende dallo stato della nostra mente! Compresi i nostri pensieri ossessivi e angoscianti, le nostre emozioni fino ai nostri malesseri fisici…
Di fatto, fuori di noi ci sono vibrazioni quantistiche, i nostri sensi le percepiscono e poi il nostro cervello elabora e proietta una realtà completamente immaginale. Una realtà in cui siamo ovviamente tutti concordi (infatti la Coscienza che pensa è solo una, quella Assoluta).
Oggi la scienza spiega con il succitato termine “Qualia” la sensazione che abbiamo nel momento in cui il dato esterno (la percezione) diventa un’impressione interna (quando cioè si prova un’esperienza interiore), e questo accade per ogni unità di consapevolezza. E qualsiasi percezione avviene solo nella nostra mente! Ciò che tocco è solo l’esperienza del toccare; l’oggetto poi sarà invece solo una convenzione linguistica intersoggettiva, un oggetto etichettato, ergo qualcosa di pur sempre immaginale, la rappresentazione mentale che ho di quell’oggetto… Di fatto l’idea che esista qualcosa al di là della mente è solo un altro pensiero!
Ecco che l’esperienza della consapevolezza di sé è già parte essenziale della natura della realtà.
Allora, tutto è in primis esperienza, e poi tutto diventa un racconto di significati convenzionali (illusione…). Se scriviamo un libro, quel libro obbedirà alle leggi di natura e informatiche dei segni o simboli della lingua italiana, magari inglese o francese (che sono solo convenzioni meta-linguistiche; prodotti mentali, il significante)… Nondimeno, il significato del libro, non è nei segni, ma in chi legge il libro! Quindi l’ontologia è nel “significato” non negli oggetti, la realtà è solo dentro la consapevolezza. Per giunta, solo successivamente la nostra memoria lega l’esperienza ad un fil rouge dando l’impressione di una vita durevole e personale… ma in verità esistono solo successioni di esperienze! Momenti dopo momenti, un Adesso dopo l’altro, l’esperienza del Presente istante dopo istante, e in questo scorrere tutto cambia… Perfino il nostro corpo cellulare è completamente nuovo rispetto a sette anni fa!
L’atomo prende informazioni su di se e sulle sue esperienze attraverso il “sentire coscientivo” del Campo, che è fuori dal tempo. Così come il nostro Sé è un frammento del Campo della Coscienza Umana Integrata (o coscienza collettiva per intenderci), che è un frammento della coscienza universale (che è un frammento della Coscienza/”Citta” del Divino, dicono i saggi)… Ricordiamoci che secondo gli esperti, ogni sistema è di fatto accompagnato da strutture geometriche gerarchiche di sé… vale a dire dagli Archetipi – dal Noumeno fino al Fenomeno.
È giunto il momento di comprendere che la consapevolezza è una proprietà irriducibile di ogni entità cosciente, poiché facente sempre parte del Campo Unitario, che è quello che vive l’esperienza!
Oggi i fisici spiegano perfino lo spazio-tempo come categorie intrinseche della nostra “consapevolezza quantistica” (sono mere categorie mentali)… perciò se davvero la nostra identificazione con la vita di questo nostro Io nel corpo è solo una temporanea singolarità quantistica del nostro vero Sé Umano, che senso ha attaccarci alle storie che ci portano sempre a farci la guerra? Tutto è Mente, tutto rimane nell’oggetivazione del Pensiero… Gli Antichi Saggi raccontavano, vicino al fuoco, di uno Spirito Assoluto che sogna una danza, dal cui movimento scaturisce una vibrazione multi-frequenziale che fluisce lungo la sua stessa Mente che sogna… destarsi dall’illusione significava “risvegliarsi” dal sogno e tornare ad essere il Divino.

Siamo forse una Presenza a se stessi? Una libera espressione di Coscienza, oltre lo spazio-tempo? Siamo forse una Consapevolezza immortale? Una Luce spirituale eterna ed infinita?

Fatale

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