Intervista a Douglas Mortimer, autore dell’opera “Manuale di eleganza classica maschile”

Douglas Mortimer, oltre ad essere il celebre “pistolero gentiluomo” creato da Sergio Leone nella sua Trilogia del Dollaro, è anche il nome d’arte con il quale Fabio Bernieri, divulgatore e formatore, porta avanti la sua pacifica battaglia per la conoscenza e la diffusione della cultura del buon vivere in Italia. Un personaggio d’altri tempi, romantico e sognatore, che crede ancora al primato della gentilezza sulla volgarità, della cavalleria sulla maleducazione e dell’eleganza sulla sciatteria

  • Ci presenta il suo nuovo libro “Manuale di eleganza classica maschile”?

L’idea che avevo in mente quando ho pensato per la prima volta a questo manuale, era quella di poter fornire uno strumento pratico, semplice ed utile, per tutti coloro che desiderassero conoscere le sottili, e spesso contraddittorie, regole che definiscono l’abbigliamento classico maschile. Infatti, per quanto l’eleganza classica sia tutt’altro che una scienza esatta, addentrandoci in questa affascinante materia, possiamo scoprire quanto essa in realtà risponda a regole estetiche quasi universali, poco o punto influenzate dalle mode. Ho quindi studiato e ripercorso gli stilemi, le convenzioni e i costumi che hanno caratterizzato per oltre un secolo il vestire maschile, cercando di individuare, di volta in volta, gli elementi universali che definiscono un genere di eleganza che oggi possiamo definire “senza tempo”.

  • A che tipo di lettore si rivolge la sua opera, e cosa la differenzia dagli altri manuali incentrati sul concetto di eleganza?

Il libro è rivolto in generale a chiunque sia sensibile al gusto classico e creda che esista una forma di eleganza quasi universale, capace di sopravvivere alle mode. Ma, ancor di più, si rivolge a chi si sta avvicinando per la prima volta a questo mondo che, se ad un primo approccio può sembrare semplice e limitato, è in realtà assai più vasto e affascinante di quanto si possa immaginare. Le differenze rispetto ad altri testi, che solo apparentemente possono sembrare analoghi, sono in realtà sostanziali. In questo lavoro non sono mi limitato ad esporre le mie opinioni, che comunque non nascondo; ma ho voluto fare qualcosa di completamente nuovo, riportando, commentando e confrontando le opinioni – in alcuni casi anche sorprendentemente contrastanti – di autorevolissimi autori, del passato e del presente. Ho poi cercato di dare un taglio molto pratico al volume, in modo che potesse essere concepito come un vero e proprio strumento da utilizzare all’occasione. Volevo, cioè, che fosse in grado di rispondere a tutte o quasi le più comuni domande che possono sorgere nel neofita.

  • Quando e come è nata la sua passione per l’eleganza classica?

Per quanto io sia stato “educato” all’eleganza classica sin da giovane, è solo con il raggiungimento dell’età matura che è divampata quella che oggi posso chiamare una vera e propria passione. Non si è trattato però di un’infatuazione repentina o di un fuoco di paglia, quanto piuttosto di amore consapevole e profondo, maturato ed accresciutosi con il tempo. Nella mia ottica, l’eleganza classica è più in percorso che un obiettivo; oserei definirla una sorta di cammino “iniziatico” alla ricerca di un’armonia sia esteriore quanto interiore.

  • Nel suo testo nomina spesso le figure degli “arbitri elegantiae”, dei quali riporta anche diverse citazioni. Vuole spiegarci qual è il loro ruolo?

L’eleganza maschile è un tema che ha affascinato molti autori, di entrambi i sessi e di ogni epoca. Tra questi mi viene da pensare al pittore Filippo de Pisis, alla memorialista russa Tatiana Tolstoi, allo stilista Egon Von Fürstenbeg, all’attore Giovanni Nuvoletti, al curatore d’arte Luigi Settembrini, allo scrittore Ivano Comi… e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Tutte personalità, quelle citate, accomunate da una profonda sensibilità estetica e che, a modo loro, hanno dato un contributo – piccolo o grande – alla storia dell’eleganza classica maschile. Riportare i loro pareri è stato, per me, anche un modo per omaggiarli.

  • Il suo manuale è diviso in quattro parti; l’ultima è dedicata agli errori che si possono commettere nell’ambito dell’eleganza classica. Quali sono per lei i più imperdonabili? Vuole raccontarci un aneddoto divertente che riguarda uno di essi?

L’ultima parte, quella dedicata agli errori, per quanto sia la più breve è forse anche la più divertente, perché scritta con spirito giocoso e irriverente. Però quello, quello che vorrei qui svelare è, più che un aneddoto, un piccolo segreto che ho nascosto tra le righe del libro. Nel manuale, infatti, ho elencato tanti errori, da quelli più comuni e banali, a quelli più oltraggiosi e imbarazzanti; eppure non ho svelato (ma solo esplicitamente!) quello che per me è l’errore di gran lunga peggiore. L’errore di cui parlo non sarà sfuggito però al lettore più attento. Sin dall’inizio del libro ho cercato di dimostrare che l’eleganza, ancorché classica, non è una scienza esatta e che, quasi mai, vi è totale uniformità di vedute. Con queste premesse si potrà comprendere perché, per me, l’errore peggiore che un uomo “elegante” può commettere è quello di giudicare con supponenza ed arroganza l’abbigliamento altrui. L’umiltà, per come la vedo, è una prerogativa dell’eleganza.

  • Quali sono secondo lei le personalità pubbliche, sia italiane che straniere, più eleganti? Qual è la loro carta vincente?

A dimostrazione che l’eleganza classica è sempre viva è vegeta, voglio citare personalità d’ogni età, sia italiane che straniere. Per cominciare in territorio nazionale, tra i volti noti del giornalismo italiano non posso non citare Vittorio Feltri, che si è sempre distinto per una ricerca attenta ai dettagli e ai capi di fattura sartoriale, Non si può non notare la sua preferenza, ad esempio, per i ricercati colletti “Club”, spesso a contrasto con il resto della camicia. Sul fronte giovanile è obbligatorio menzionare Fabio Attanasio, notissimo influencer maschile che è stato capace di dimostrare, non solo che la classicità è sempre attuale, ma anche come questa sia capace di valorizzare anche uomini molto giovani. Il suo stile, sobrio e disinvolto, conferisce alla sua eleganza una nota leggera e spensierata.
Altrettanto giovane e degno di menzione è, a mio parere, Marco Taddei, anch’esso noto influencer, che fa proprio uno stile molto classico, sempre armonico al contesto e alla stagione. Uscendo invece dai confini nazionali, approdiamo prima di tutto in Inghilterra, terra d’elezione dell’eleganza classica… ed è proprio tra i vertici delle sue istituzioni che troviamo quella che reputo una vera icona di stampo classico. Sto parlando ovviamente del Principe Carlo, il cui stile è esempio da imitare, soprattutto per quanto concerne il rispetto del contesto e delle occasioni. Difficile trovare note stonate nelle sue tenute. Ammirevole anche la ricercatezza dei dettagli cui sembra dilettarsi il principe Michael di Kent, caratteristica, questa, che gli consente di aggiungere un accento appena stravagante, ma mai fuori luogo, al suo personalissimo stile. Permettetemi di concludere questo excursus citando anche lo scrittore tedesco Bernhard Roetzel, vero e proprio arbiter elegantiae, che ha dedicato allo studio e alla divulgazione dell’eleganza classica buona parte della sua vita, e il cui stile, da buon teutonico, è sempre sobrio e mai sopra le righe.

  • Per quanto riguarda la cultura del gusto e del buon vivere, in che epoca storica le piacerebbe approdare, se avesse a disposizione una macchina del tempo?

Non ho dubbi nel rispondere a questa domanda. Se avessi la macchina del tempo vorrei sicuramente approdare negli anni ’20 e ’30 dello scorso secolo, per ammirare dal vivo quella leggerezza del vivere e quell’ottimismo verso il futuro che contraddistinse quella delicata epoca tra le due Guerre. Un’epoca romantica, forse oggi anche un po’ troppo idealizzata, ma che di fatto ha gettato le basi di quell’eleganza che solo oggi chiamiamo classica.

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