Darknet: benvenuti all’inferno

Ovvero, perché sto scrivendo un romanzo sulla Darknet

 > Il cARTEllo

In verità doveva essere solo un piccolo romanzo. 100-200 pagine max. Una scrittura distensiva, una presenza che non ti ingombra la vita. Un cyberpunk rispolverato. Seguendo il classico schema del racconto sci-fi, ovvero il movimento di controcultura underground che si ribella, volevo scrivere di ladri di ID, oscuri ricettatori di armi e di strane droghe, chat anonime che nascondono segreti spaventosi e varie violazioni della privacy attuate da Governi che spiano i cittadini attraverso la rete. Il tutto, basandomi su uno strano messaggio lasciato da un hacker misterioso che, anni fa, ha fatto il giro della rete. Il messaggio mi sembrò, onestamente, pura fantascienza, una buona base da cui partire. Poi mi sono informato di più sull’argomento e, con il tempo, il romanzo è cresciuto a dismisura divenendo quasi un’ossessione, un motivo di vita, un immenso mare magnum. Il romanzo in questione, parla della Darknet.

 

Tutto ebbe inizio anni fa quando, casualmente, venni a conoscenza della Darknet tramite il famoso messaggio dell’hacker misterioso, che paragonava la parte oscura della rete ad un iceberg, la cui porzione sommersa dalle acque è invisibile. Secondo questa persona anonima, la rete si divideva in otto livelli.

Il primo è quello che conosciamo, il frammento indicizzato da Google contenente i vari Facebook, Ebay, ecc.. (circa l’1% del web, 2 miliardi di documenti contro i circa 600 della Dark).

Dal secondo livello in poi si entra nell’oscurità più totale. Circuiti privati di aziende e scuole, interi archivi di pornografia illegale, mercati neri di armi e droga si parano immediatamente davanti ai nostri occhi (Deepweb).

Dal terzo livello in poi ogni sito è accessibile solo da hacker e dall’esercito, dato che contiene profili di Facebook cancellati, scandali di VIP, informazioni su raid dell’esercito, sistemi di sicurezza vari e ogni tipo di file criptato.

Il quarto livello si materializza all’interno del nostro pc come un girone infernale. Qui sono immagazzinate informazioni su film, libri o video vietati al pubblico “normale”. In un calcolo di probabilità alquanto irrealistico questo livello potrebbe contenere facilmente capolavori mai conosciuti dall’umanità, una vera e propria (contro) cultura sotterranea che rappresenta a mio avviso la parte della Darknet più affascinante. Peccato che gli vengano accompagnati filmati vari dell’esercito rappresentanti operazioni scottanti.

Il quinto livello è il mercato nero. Solo 8000 persone al mondo sanno accedervi. Naturalmente qui si organizzano un sacco di commerci sgradevoli. Da questo punto in poi non esistono più le informazioni fisiche, solo milioni e milioni di stringhe di codici che dopo attenti ed accurati procedimenti possono essere decriptati.

Il livello 6, è il livello dei sistemi di sicurezza degli aeroporti, degli archivi segreti dei servizi speciali, delle fedine penali di ogni persona in mano alla polizia e, specialmente, dei sistemi di sicurezza di ogni base per il lancio dei missili.

Il livello sette è il più pericoloso. Il modo migliore per descriverlo è un campo di battaglia. Virus, Antivirus, una serie di sistemi di protezione puramente virtuale, a volte controllati da Intelligenze Artificiali e a volte controllati da un umano. Nessuno è mai riuscito ad andare oltre questo livello prima che ogni dispositivo connesso ad esso non si fondesse, bloccasse o esplodesse per l’estrema tortura a cui veniva sottoposto. Questo livello ha l’unico compito di difendere l’ottavo livello.

Così eccoci arrivati al livello otto, il “Prymarch System“, dove possiamo odorare lo zolfo infernale. Secondo il nostro fantomatico hacker questo livello è totalmente autonomo e ricopre quasi i panni dell’entità divina che chiamiamo Internet. Non è controllato da nessun dispositivo fisico ed è descritto come un’anomalia. Sempre secondo il nostro caro violatore di pc, questo livello è il vero e proprio cervello della rete, che non esisterebbe senza di esso. Qui, sarebbe contenuto ogni vostro sms, ogni password, ogni carta di credito, ogni sistema di allarme, ogni satellite. Se qualcuno accedesse a questo livello, sarebbe capace di proiettare messaggi, video, immagini in ogni televisore acceso del paese o del mondo. Tv appese negli ospedali, nei bar e nei locali, nei negozi, telefoni impostati per prendere i canali televisivi. Se un attacco terroristico iniziasse da qui, sarebbe la fine delle telecomunicazioni.

 

Naturalmente, per tornare nella nostra cara realtà, mi sembra palese sottolineare che queste sono le congetture di una persona che probabilmente si è fatta qualche rave di troppo, entrando in un trip che unisce “Neuromante” e “Matrix” ai gironi infernali del vecchio Dante (insomma, al massimo un buono spunto per un racconto cyberpunk). Ma può esserci qualcosa di vero in queste parole? Forte di questo dubbio decisi di documentarmi sull’argomento. E scoprii che sì, la Darknet esiste, ed in effetti contiene veramente il 99% della rete (le fonti vengono da una ricerca svolta dalla Bright Planet). E così cominciò il mio trip personale (nonostante ne abbia frequentati pochi di rave) da cui è scaturita l’idea per il mio primo romanzo mondo.

Ad essere sincero, già prima di conoscere la parte oscura di internet erano molte le domande che mi ponevo riguardo al nostro rapporto con la tecnologia. Concentrandomi prevalentemente su come potrebbe influire sul mondo artistico. Mi facevo domande del tipo: il prossimo grande romanzo epistolare si baserà su una storia di amore vissuta tramite Facebook? Le filosofiche conversazioni dei grandi scrittori del futuro saranno scoperte all’interno della cronologia chat del loro WhatsApp? Mentre nel passato si trattavano i grandi temi esistenziali, noi dovremmo invece lamentarci della psicologia malata contenuta all’interno di un selfie? E sentivo al mio interno l’urgenza di avere una risposta a tutto questo: visto che non avrebbe senso continuare a fare arte se la rendiamo così ridicola.

Che poi per una persona come me entrare su Facebook è un qualcosa di assolutamente deprimente. Partendo dal fatto che non ho nessun interesse nello spulciare compulsivamente gli affari delle altre persone. Ma, se proprio devo fare un gesto così estremamente voyeuristico, non riesco a frequentare il famoso social per più di un minuto alla vista di così tanta insicurezza e tristezza repressa accompagnate da un bisogno immenso di autostima contenuta all’interno di milioni di post. Eppure, durante una di queste tristi sessioni, notai alcuni segnali preoccupanti che arrivarono in concomitanza con la scoperta della Darknet. Difatti, circa 1-2 anni fa, si diffuse all’interno di Facebook un certo gusto per l’orrido. Diverse persone postavano immagini di mutilazioni, animali trucidati, video che sfidavano l’osservatore a terminare la visione quanto erano schifosi. Tutto questo mi faceva pensare ad uno spostamento della tolleranza umana verso orizzonti più malati, psicologicamente errati (Seneca forse ne sapeva qualcosa?). Internet è un canale di ridondanza immenso, ma cosa accade quando i semplici video di Facebook non ci bastano? È qui che entra in gioco la Darknet.

Infatti, all’interno della rete scura, non indicizzata, si può trovare materiale per qualsiasi gusto. Ogni tipo di pornografia, di immagini scioccanti, vendita di armi, di droga, hacker a noleggio, addirittura un assassino che lavora su commissione (e la lista delle cose illegali da fare è molto più lunga). Un luogo dove vige l’anarchia e ogni tipo di patologia, tant’è che si può prestare tranquillamente ad un ipotetico studio psicologico del futuro. E la domanda che vi starete facendo adesso è: perché non vi spiego come entrarci? Perché probabilmente sapete già come farlo. Infatti ultimamente sull’argomento sono state dette molte cose, e si è creata all’interno di questa porzione immensa di rete una vera e propria leggenda. Entrarci è facilissimo (naturalmente raggiungere molti siti è operazione da hacker), bastano pochi semplici click, una spulciata ai tutorial vari che sono in circolazione. E tutto questo è preoccupante. Viviamo in un mondo accelerato, in cui tutto accade con una velocità incredibile e tutto tende ad uniformarsi. Quindi è ipotizzabile una globalizzazione della Darknet? Cosa accadrà quando sarà diffusa all’interno di ogni pc? Quando l’oscurità diventerà chiara avremo la stessa concezione delle cose? La risposta è ardua da trovare, quasi impossibile. Viviamo in un mondo complesso, fatto di ombre e luci, indicizzato e non. Un mondo in cui la superficie visibile è solo un misero 1%, un granello di sabbia disperso nell’universo.

 

Ah, il romanzo si chiamerà P.S.

Sarà complesso e viscerale come la nostra cara Darknet. Ma non vi dico nient’altro, ho la paranoia che qualcuno possa fregarmi l’idea (vi ho già dato anche troppe info bastardi). Ne riparleremo tra 5-6 anni, quando la stesura sarà completa. Intanto, fatemi un in bocca al lupo, che dovrò attraversare una selva molto, molto oscura (o dark se preferite).

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> FONTE da Il cARTEllo

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7 Comments

  • Avevo letto qualcosa al riguardo.
    Qulcuno che conosco c’era finito per caso in quei gironi e aveva avuto qualche conseguenza. ..

  • Uno degli effetti collaterali di Internet e ‘che le persone lo usano come un fine, non e’ un fine, ma un mezzo per una velocità finale. Generazione di una sottocultura in cui la conoscenza stagna per la perdita di capacità critica e una ricerca approfondita su qualsiasi argomento.
    Grazie.

  • naturalmente questo mondo viene subdolamente fatto sventolare per microfrazioni di secondo cosi che le menti più labili ne siano attratte
    una specie di pifferaio magico virtuale
    che fa leva sulla morbosità e la curiosità ma soprattutto sulla possibilità di manipolare la mente umana altro argomento estremamente scottante
    molto sensato il secondo commento, veritiero

  • bell articolo , grazie a il cartello per queste informazioni, non conoscevo bene questo mondo ….. da rimanerne alla larga!

  • Incredibile davvero. Ne sapevo poco. Potrebbe essere sul serio una sceneggiatura di un film spy tech. Ma il problema è che sembra essere tutto così a portata di mano… anche le cose più squallide, è preoccupante

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