The Fottutissimi: ogni bandiera è un inganno

Un pop rock schietto e ritmato al punto giusto per cuore e mente

Nel messaggio così diretto di “ogni bandiera è un inganno”, su cui si potrebbero alimentare svariati dibattiti di filosofia politica, è racchiuso tutto il senso del nuovo lavoro dei The Fottutissimi.
Nascono nel 2002, l’ormai storico trio conosciuto in tutte le Marche composto da Mattia Priori, Lello Landi e Federico Veroli ha realizzato quattro album: “One Day” (2008), “Bad Grass Never Dies” (2009), “Rocknroll Guru” (2011) e “Mercoledì Babilonia” (2013).
Come tante band molto valide del panorama undergound italiano, anche questa si è sempre spesa generosamente soprattutto per esprimere al meglio la gioia di suonare il rock ‘n’ roll in modo magistrale, che dal vivo esprime il meglio di loro stessi e della loro professionalità, lo conferma il fatto che il loro concerti sono seguiti da numerosi fan che cantano a memoria i loro brani. Così apprezzati, ma ingiustamente mai stati notati o minimamente messi alla prova per fare il grande salto in Italia, loro che il rock ‘n’ roll lo sanno suonare davvero. Quando dico rock ‘n’ roll voglio soltanto definire quel genere di musica suonato a volume sostenuto, con la strumentazione base di basso, chitarra e batteria. Le etichette e le catalogazioni le lascio fare a chi vuole per forza infilare questo gruppo od un altro in uno scaffale definito, dentro a liste inutili di gusti musicali.
Partiti come trio, quando Facebook ed Instagram ancora non esistevano, The Fottutissimi, dopo un piccolo stop, si riattivano quando incontrano un altro chitarrista, Davide Lucarelli, che dà loro uno sprono, una nuova energia, forte a tal punto da ricominciare a scrivere pezzi nuovi e tornare a suonare live.

“Davide” è proprio il nome della prima traccia che apre il disco, una ballata sostenuta postpunk melodica che descrive a suo modo le difficoltà della vita, la voglia di essere se stessi (e non fessi n.d.r.) con la consapevolezza di restare talvolta incompresi ma felici, una connessione fra passato e presente, il raggiungimento della conoscenza di sé, un’adolescenza finalmente finita.

Dicono di sé: «Non è per noi un segreto il fatto che spesso non ci sia nulla da inventare, bensì molto da imparare», una definizione così umile, riferita al fatto che spesso il loro genere viene messo a confronto di band del calibro di U2 prima maniera, Jet, Kings Of Leon, Strokes, le famose etichette contro cui mi scaglio violentemente, perché possono anche non piacere, ma The Fottutissimi hanno un loro carattere ben definito che si discosta dal paragone che abitualmente qualcuno fa, a parer mio più adatti ad un contesto italiano ancorato fortemente alle ispirazioni britanniche e statunitensi.

Il disco prosegue con “Felici o niente“, una confessione di una vita amare che va in ogni modo vissuta, alla ricerca perenne dell’amore e della consolazione in esso, «io e te in mezzo a queste onde», «qualche miglio di più e ci perdiamo all’orizzonte».

I testi di Lello Landi cantante chitarrista, col tempo sono diventati sempre più consapevoli e maturi, con la saggezza e qualche anno di più, descrivono la bellissima e crudissima realtà, la verità che fa male, una carezza dolcissima e una bestemmia gridata col cuore. I temi delle difficoltà di comunicazione, soprattutto in ambito familiare e di età adolescenziale, sono parte del penultimo pezzo del disco.

Mama“, è una dichiarazione d’amore, rabbiosa ed al contempo malinconica, adagiata su una musica incazzata e pura, una denuncia al populismo, al conformismo, il ricordo di un rimorso per parole non dette in tempo.
La gente normale” è la canzone che sintetizza il disco intero e lo chiude, sia nel testo che nella musica, è un messaggio di speranza, la voglia di rivalsa per sconfitte mai digerite, il racconto di una routine quotidiana che logora ed il sentirsi stretti nell’essere definiti gente normale.

L’EP “Felici o niente” è una nuova vita per questa band che vive nel verde meraviglioso delle colline della provincia pesarese, negli odori che ancora sanno di qualcosa, immersi nel susseguirsi delle stagioni. I ragazzi, fieri figli degli anni 80, vanno avanti decisi, arricchiti di un elemento. A loro va il nostro augurio di lunga vita e lunga vita al rock ‘n’ roll di cui sono portavoci, e che possano donarci altre canzoni da cantare con loro sottopalco, fottutissimamente parlando.

The Fottutissimi hanno registrato presso gli studi di Vallemania di Genga (AN) e mixati a Città del Messico da Jason Carmer, il produttore californiano multi-platino e vincitore di un grammy award che ha svolto il suo lavoro con grande passione, convinto del potenziale artistico della band con quale aveva già collaborato nel 2013.

Evangelos Voutos

Leonardo Landi: voce e chitarra
Mattia Priori: basso
Davide Lucarelli: chitarra
Federico Veroli: batteria
Data release: 23 ottobre 2020
Genere: Rock
Etichetta: Auto-produzione

> FACEBOOK
> INSTAGRAM
> YOUTUBE
> SPOTIFY

Share Button
Written By
More from ukizero

Yato: “Fuck Simile”

Primo album in italiano per l'artista electro vocal fiorentino: un vortice sonoro...
Read More

1 Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.