Siskiyou – “Nervous”

Un collage d’atmosfere oscure e luminose per un terzo album che si allontana dal folk lo-fi degli esordi

Nati da una costola dei Great Lake Swimmers, per volere del songwriter Colin Huebert e del chitarrista Erik Anersen, i Siskiyou sono una delle novità più interessanti nate nello scorso decennio.

Come già avevano dimostrato nell’omonimo debutto e in seguito con “Keep Away The Dead“, la band dimostra di avere un ottima dimestichezza con la forma-canzone. Infatti le caratteristiche che li distinguono sono una scrittura agile e matura, ritmi compassati che sfruttano alla perfezione i docili umori oscuri dei pianoforti e dei fiati per concludersi con la chitarra acustica che crea un elevata sensazione di intimità e di perfezione.

Le atmosfere di “Nervous” creano un ampio collage atmosferico dove si rischia di cadere all’interno, trasportati da un insieme di lancinanti lamenti e morbide composizioni.

Il sax distorto e l’incursione dei cori femminili di “Deserter“, quasi a presagire qualcosa di maligno, danno inizio all’album. Di li seguono canzoni che ricordano molto il primo David Bowie, quando era lo Starman Ziggy Stardust, come “Violent Motion Pictures“, per proseguire  con melodie soffuse come “Waster Genius” che sembra quasi uscire dalla penna dei Beach Boys.

Sicuramente all’interno di tutta l’opera aleggia lo spirito degli Arcade Fire, in alcuni casi molto assonante con il lavoro “Funeral” pubblicato nel 2004. Il Canada ci regala l’ennesimo gruppo di grandissima prospettiva che dimostra un ottima vena compositiva carica di nuove sonorità che non disdegna il passato. L’essenziale, il minimale e l’intimità fanno da cornice ad un album che si avvicina quasi alla perfezione.

Federico De Feo

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