Università di Southampton: prove della vita dopo la morte…

Una ricerca ha indagato sul livello di consapevolezza di chi è clinicamente deceduto quando il cuore ha smesso di battere: molti ricordano qualcosa...

Avete mai pensato a cosa succede quando una persona è dichiarata clinicamente deceduta? Ci riferiamo alle situazioni in cui il cuore smette di battere. Cosa succede a livello di consapevolezza in quel caso? Uno studio dell’università di Southampton ha analizzato ben duemila casi di persone il cui cuore si era fermato a causa di un arresto cardiaco e il 40% di coloro che sono sopravvissuti ha affermato di avere dei “ricordi” dei minuti in cui erano clinicamente morti

 

Ok, la premessa sembra interessante. Cosa succede quando il cuore si ferma? Viaggiamo in mondi lontani, immersi di luce? Magari una luce bianca? Vi siete mai posti domande sulle esperienze di pre-morte? Le persone che raccontano di aver avuto di queste esperienze erano affette da allucinazioni come se fossero state strafatte e avessero gli occhi come le Superchicche? (cit. da Pretty Little Liars). Vediamo cosa dice uno studio inglese a questo proposito.

 

Lo studio inglese

Questo studio è stato pubblicato non molto tempo fa e dimostrerebbe che nelle persone in arresto cardiaco ci sarebbe un certo grado di coscienza (però cominciamo col parlar chiaro: io non sono un medico e non so esattamente come avviene l’arresto cardiaco.. la leggerò come “sospensione dell’attività cardiaca”, quindi il cuore si ferma e non pompa più sangue). Dopo che il cervello ha cessato di funzionare (e mettiamo in pentola un altro organo) c’è qualche forma di consapevolezza. (allora: il cuore si ferma, poi si ferma il cervello, ma qualche consapevolezza rimane.. ok ci sono). Lo studio è andato avanti per quattro anni e i casi esaminati sono stati 2.060 e i ricercatori dell’Università di Southampton hanno studiato pazienti affetti da arresto cardiaco negli ospedali della Gran Bretagna, dell’Australia e degli Stati Uniti: 15 per l’esattezza. Il risultato è stato che il 40% dei sopravissuti avebbe riportato e descritto dei ricordi, delle esperienze di cui avrebbero avuto coscienza mentre il loro cuore era fermo. I sopravvissuti sono stati 330 e 140 di questi ha raccontato di questi ricordi avvenuti durante la rianimazione.

 

Un caso nello specifico

Vediamo uno dei casi più da vicino, uno dei racconti più interessanti. Si parla di un assistente sociale di 57 anni di Southampton. L’uomo ha raccontato di aver assistito alle procedure di rianimazione, mentre il suo corpo si trovava steso su di un letto/barella di ospedale (proprio come spesse volte succede in “Gosth Whisperer”! Avete presente? L’anima che guarda il corpo a cui apparteneva? È un’immagine che si è vista anche in “Streghe” e chissà quanti film). Ormai il cuore dell’uomo era fermo da tre minuti ed egli è stato in grado di raccontare nei dettagli le procedure svolte dai medici durante quel lasso di tempo, compresi i suoni emessi dalle apparecchiature. Direi che fino a qui possono entrare in gioco tanti fattori psicologici legati a ricordi di scene viste nei film. L’elemento che davvero può avere la valenza di una testimonianza è che l’uomo ricorda di aver sentito i beep che scandivano i minuti nei quali è stato incosciente e clinicamente morto. Infatti secondo Sam Parnia, direttore della ricerca, questo è un elemento importante perché fa comprendere e testimoniadall’internoquanto è durata l’esperienza della pre-morte.

 

Altre testimonianze 

Gli altri hanno testimoniato di aver provato un senso di pace (ricordate il fatto sulla luce bianca che dicevo prima?) e un rallentamento/accelerazione del tempo (e questa mi mancava! Chissà come l’hanno percepita). E non poteva mancare (eccoci finalmente) la luce, simile ad un flash o a un sole molto luminoso. Infine, senso di trascinamento e soffocamento (poco piacevole) e aumento delle percezioni sensoriali (come quella di “Alphas”! Sentiva, attraverso udito e olfatto, e vedeva tutto in maniera amplificata.. pensate alla mattina quando si è già più sensibili agli odori che fastidio dev’essere).

 

Conclusioni 

Ebbene, a quanto pare esiste un tale progetto che vuole studiare le percezioni dei pazienti che hanno avuto un arresto cardiaco, non lo sapevo! Comunque, molte cose sono spiegabili attraverso processi psicologici che riguardano i ricordi che fanno un po’ quello che vogliono nei momenti di incoscienza. Crederci? Non crederci? In ogni caso l’idea della proiezione astrale a me francamente affascina. A voi?

Roberto Morra

 

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