La Principessa Mononoke torna nelle sale

Dinamismo e imprevedibilità per un famigerato anime che esorcizza il perenne ed instabile rapporto tra uomo e natura

“La Principessa Mononoke” è un film di Miyazaki. Lo stile del disegno è quello inconfondibile: chiaro, privo di fronzoli, funzionale, ma semplice. Il tratto chiaro permette di seguire la storia senza troppi problemi. Un mondo magico, ma realistico, vi consentirà di passare 134 minuti in maniera piacevole. Forse più realistico e meno fantastico rispetto ad altri film, come “La città incantata”, è diventato comunque un classico dell’animazione cinematografica giapponese, forse per i temi trattati, che sono sempre attuali.

 

Principessa Mononoke: un tema ricorrente.

La principessa Mononoke è una ragazza cresciuta dai lupi.. una sorta di Mowgli giapponese insomma! Infatti il suo punto di vista sarà sempre quello della sua famiglia lupesca e totalmente ostile agli uomini, nonostante il vero protagonista del film cerchi di farle cambiare la sua posizione. Una sorta di Tarzan in gonnella insomma! Decisa, determinata.. forse un po’ rigidina all’inizio!

Principessa Monoke: una prima tematica.

Vi ricordate quando in “Buffy -The vampire slayer” parlano dei vampiri e di come sono usciti? No? Ve lo dico io: nella serie ad un certo punto spiegano che il vampiro che vampirizza un umano introduce un demone nel corpo del malcapitato. Una delle tematiche del film è proprio questa: il male che alberga in ogniuno di noi viene fuori quando sottoposto a particolari stimoli. Nel caso specifico si parla di divinità protettrici che poi diventano malvagie perché cacciate e uccise, ma il concetto fondamentalmente è sempre lo stesso.

Principessa Mononoke: la seconda tematica.

La seconda tematica del film riguarda il rapporto conflittuale tra uomo e natura. Ambientato in un Giappone antichissimo, questo rapporto era già in crisi. Gli uomini e la natura possono convivere? Lo sviluppo della tecnologia (nel caso specifico l’utilizzo di archibugi) può ledere la natura circostante? Il desiderio dell’uomo di avere un controllo sulla natura può portarlo alla distruzione? E se la natura si ribella? Ovviamente tutto nel film è metaforico e la natura è rappresentasta e impersonificata da divinità in grado di controllare la vita e la morte.

Principessa Mononoke: un modo diverso di affrontare certe tematiche.

Le tematiche affrontate nel film sono tematiche abbastanza classiche o che comunque si ripetono spesso, ma non per questo meno valide! Però in un film di animazione, un anime, da questo grande regista/autore giapponese, non poteva non affrontare quelle tematiche in modo magico e allo stesso tempo mistico. Inoltre potrete ritrovare nel film le atmosfere che potete ritrovare o che avete già visto in “Inuyasha“.

Principessa Mononoke: le domande alla fine del film.

La prima domanda che ci si pone alla fine del film è:

  • perché il titolo è “Princess Mononoke” ma il vero protagonista è un altro?
  • La seconda domanda che  ci si pone è (o che almeno io mi sono posto): perché la divinità che impersona la natura è così brutta? È una sorta di chimera, formata dalle parti di più animali.. ma è strana!
  • Altra domanda: perché molti degli spiriti protettivi di boschi e foreste sono cinghiali? Forse perché sono animali selvatici.. sì ho capito, ma ci sono solo cinghiali? Forse è perché possono facilmente rappresentare il lato forte della natura.

 

Comunque sia, per rispondere a queste e ad altre domande, per farvi affascinare da questo mondo magico, in parte brutale, e vedere le dinamiche che si ripropongono sempre relative al rapporto tra uomo e natura, non vi resta che vedere il film. È stato solo una settimana in programmazione, ma è un film che in Giappone è uscito alla fine degli anni Novanta, per cui non avrete difficoltà a trovarlo.

Roberto Morra

 

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