Esseri (alieni?) acquatici all’origine della vita

Che ci si creda o no, rimane il fatto che l’acqua gioca un ruolo importante nelle nostre vite… fin dalla sua origine

«Lontano, in alto mare l’acqua è azzurra come petali di bellissimi fiordalisi e trasparente come cristallo purissimo, ma è molto profonda […]. Laggiù abitano le genti del mare» (Hans Christian Andersen, La sirenetta, Fabbri Editori, Milano 2005). Genti del mare? Sirene? Esistono veramente? Diverse teorie ne sostengono l’esistenza.

 

Talete, filosofo e matematico greco vissuto nel quinto secolo avanti Cristo, considerava l’acqua come arché, cioè come principio di tutto. Se solo Talete vivesse ai giorni nostri e avesse potuto guardare lo speciale andato in onda su Discovery Channel qualche tempo fa! Cosa c’era di tanto speciale in questo servizio, tanto da spingerci a chiamare in causa il primo, secondo Aristotele, filosofo della storia occidentale? Di cosa si parlava di così straordinario legato all’acqua? Il documentario aveva il titolo “Sirene, un mistero svelato”. Sirene, cioè abitanti del mare. Più acqua di così si muore! Talete ci avrebbe proprio sguazzato!

 

Non pensate alle bellissime fanciulle, e fanciulli, col corpo umano e la coda di pesce, come si vedono nel famosissimo film della DisneyLa Sirenetta“. Infatti il termine “sirena” viene usato, ormai per convenzione, per indicare queste figure mitologiche che, dopo questo servizio di Discovery Channel, dovremo chiamare leggendarie, a quanto pare. Diverse analisi scientifiche mostrerebbero l’esistenza di esseri umanoidi che vivrebbero sul fondo degli oceani: il termine sirena si userebbe, ma non andrebbe più ad indicare quelle figure che noi abbiamo nelle nostre menti.

 

La teoria evoluzionistica che ipotizzava l’esistenza di esseri sottomarini era stata già discussa nel 1930 dal biologo Hardy. Ma da dove nasce il bisogno di proporre questa nuova teoria evoluzionistica? Semplice, dal fatto che in quella teorizzata da Darwin ancora non siamo stati in grado di trovare gli anelli mancanti. C’è qualcosa che ancora non convince completamente gli studiosi. Pur non mettendo in discussione la teoria darwiniana, per quanto lasci dei dubbi irrisolti, si è pensato ad una catena evolutiva ad essa parallela, catena i cui anelli sarebbero integri. La linea evolutiva alternativa avrebbe avuto inizio allorquando i nostri antenati si sarebbero spinti vicino agli specchi d’acqua per cercare cibo. L’adattamento sarebbe allora stato all’acqua, e quindi, cercando di restare più tempo possibile a contatto con essa, questi nostri antenati avrebbero sviluppato delle capacità, una fisiologia e delle caratteristiche fisiche simili a quelle delle specie ittiche.

 

Le cose però si possono guardare anche in senso contrario, cioè dal mare verso la terra: la teoria della “scimmia d’acqua” sostiene che umanoidi acquatici si sarebbero spinti verso la terra alla ricerca di cibo e lì si sarebbero adattati alle condizioni della superficie ..e saremmo venuti fuori noi. Qualche prova a sostegno di questa ipotesi sarebbe la capacità di trattenere il fiato, negli uomini, molto più sviluppata che in qualsiasi altro mammifero; la presenza di zone adipose in specifiche zone del corpo umano che sarebbero le riserve calorifere per resistere alle acque più fredde; infine la presenza di una quantità piuttosto irrisoria di peluria sui nostri corpi, che sarebbe dovuta alla necessità dei nostri antenati di ridurre l’attrito durante il nuoto. Ovviamente è tutto da leggere in una chiave evoluzionistica e quindi di adattamento: non è che i nostri antenati si depilassero! Ma l’adattamento e la selezione della specie avrebbero fatto sì che si evolvessero soprattutto quegli esseri che presentavano assenza, o quasi, di peluria.

 

Il suddetto documentario partiva proprio da questa seconda teoria, ma in America andò in onda circa un anno fa e nel corso di questo tempo sono venute a galla tutte lebufale presentate! Il documentario in realtà serviva a sensibilizzare lo spettatore sulla varietà delle specie marine da salvaguardare e l’uso della computer grafica è stato smascherato.

Quindi in realtà i dati che ci potrebbero far supporre l’esistenza di questi cugini acquatici sono altri, come ad esempio gli inspiegabili suoni rilevati dal NOAA (National Oceanic and Atmopheric Administration). Molte specie marine sono dotate di un udito molto sensibile, tanto da essere disorientate dopo aver ascoltato il suono emesso da un sonar. Questo provoca il loro spiaggiamento e la loro morte. La morte sarebbe accompagnata da un suono che è possibile rilevare attraverso l’utilizzo di microfoni molto sensibili. Nel 1997 il NOAA rilevò un suono la cui origine rimane tutt’ora sconosciuta, appartenente ad una specie di cui non si conosce l’esistenza. Questa mancanza di certezza non è stata però accettata da tutti. Infatti alcuni vogliono che il suono sia stato emesso da una balena più grande di quelle conosciute fino ad allora; altri invece sosterrebbero che il suono era quello prodotto dalla caduta dei ghiacci al polo.. lontanuccio, dirà qualcuno e non avrà tutti i torti, ma questi microfoni potevano rilevare suoni anche a distanza migliaia di km!

 

La mente ci va, a questo punto, inevitabilmente a quei miti di origine precolombiana secondo cui l’uomo discenderebbe da esseri alieni dalle sembianze acquatiche, la cui pinna caudale sarebbe orizzontale, a mo’ di delfini e balene, e non verticale, come per i pesci. Queste creature, capaci di respirare anche fuori all’acqua, avrebbero reso possibile la creazione dell’impero Inca.

Molto simili a questi sono quei miti sull’origine dell’uomo di derivazione africana, che si incentrano sulla figura del Nommo, essere primordiale (e alieno..) metà uomo e metà anfibio, caratterizzato dalla famosa pinna caudale orizzontale. Certo, questi miti e culti potrebbero essere venuti fuori, antropologicamente parlando, se magari si analizza e si scopre la particolare importanza che l’elemento dell’acqua aveva per queste popolazioni.

 

La vita proviene dall’acqua, come ci ricorda anche la scienza ufficiale, e i primi esseri viventi furono proprio degli anfibi. L’acqua è vita insomma! Tant’è che l’uomo ne è composto per la maggior parte. Che essa sia o un elemento importantissimo per la nostra sopravvivenza o che essa rappresenti la culla che ospitò l’origine del genere umano (alieno?) o entrambe forse poco importa.

Roberto Morra

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