Il Grande Lebowski e la filosofia del “Prendila come viene”

La figura del Drugo come capo spirituale è realtà già da anni. Ma cosa professa esattamente il Dudeismo?

Chiunque abbia visto “Il grande Lebowski” non può non ricordare con simpatia la figura del Drugo the Dude in inglese – interpretata da un magnifico Jeff Bridges. Il film, forse il più riuscito nel roster dei fratelli Cohen (sicuramente il più famoso) cavalca in maniera guascona e irriverente una sceneggiatura che si avvicina spaventosamente alla definizione di cult. Dal look caratteristico dei personaggi allo squisito citazionismo nei dialoghi, questa pellicola del 1998 ha assemblato e interpretato il Cinema moderno in una chiave leggera, ma allo stesso tempo destinata a radicarsi nella materia grigia degli spettatori.

Come detto, è il Drugo ad essere il centro di gravità dell’opera: un uomo pigro, indolente, post-sessantottino nell’anima e nell’aspetto, che si trova senza volerlo realmente invischiato in una faccenda losca, o meglio «un caso molto, molto complicato. Un sacco di imput e di output». Un personaggio che anche grazie ai fan è diventato progressivamente caricaturale, da antologia, parte del lessico cinematografico comune. Ma forse nemmeno nelle più rosee previsioni Joel e Ethan Cohen avrebbero immaginato il Drugo come guru di un movimento religioso. Che è esattamente quello che è successo.

Nel 2005, il giornalista americano Oliver Benjamin soggiornava nel villaggio di Pai, in Thailandia, e rivide per caso il film. Come San Paolo sulla via di Damasco, riscoprirne le delicate sottigliezze e sfumature lo illuminò. «Mi sentii come se avessi visto una storia che mi presentava il metodo per gestire le difficoltà della vita – direbbe poi – È stato probabilmente il film più commovente e divertente che ho mai visto». La sera stessa fondò il Dudeismo, o meglio “The Curch of the Latter Day“: una religione di stampo filosofico griffata da the Dude, appunto. Il suo manifesto, che si può trovare anche nel sito ufficiale, recita: «La vita è corta e complicata e nessuno sa cosa farci. Quindi non fare niente. Prendila con calma. Smettila di preoccuparti così tanto di andare in finale». Ispirandosi al film e utilizzando la sua iconografia, Benjamin ha dato vita a un movimento filosofico che ad oggi conta più di 450 mila preti (è possibile fare richiesta online). Utilizzando il vocabolario e le battute del film, idealizzandone i personaggi, il Dudeismo propone un modus vivendi semplice: take it easy, apprezza le piccole cose, prendila con calma. O non te la prendere proprio. Mantieni la mente, diciamo, flessibile. Una sorta di taoismo filtrato da tutte le sue sfaccettature metafisiche e mediche, che vede in the Dude il suo capo spirituale e che annovera tra i profeti pre-ecclesiastici personaggi come Gesù Cristo, Eraclito, Epicuro, Buddha, Laozi, ma anche Kurt Vonnegut e Mark Twain; tutti individui che hanno predicato i principi del Dudeismo.

La frenesia, l’ansia sociale, la cultura del successo a tutti i costi vengono rigettati completamente in nome del relax, della pigrizia ragionata, del piccolo piacere quotidiano rappresentato da una partita a bowling o da un White Russian. Non si tratta di una maniera furba per giustificare i propri insuccessi o la propria inettitudine, bensì una vera e propria filosofia di vita tout court, una chiave di lettura del mondo che supera la classica cultura hippie “da fattoni”, anche attraverso i continui riferimenti al film.

«Rilassati con qualche amico e qualche soda d’avena, e sia che fai strikes (massimo punteggio) o gutters (zero punti) fai del tuo meglio per rimanere te stesso con te e con gli altri; che è come dire, tieni duro. O sopporta e sorridi».

Con tutte le ironie che si possono fare a riguardo, è quantomeno esaltante assistere all’ennesima prova della multiformità della Settima Arte, in grado di infiltrarsi anche nelle piaghe più profonde della cultura, come filosofia e religione. Rispolverandole, e dando loro un tocco estetico niente male.

In attesa di poter donare l’8 per mille alla Church of the Latter Day, “Prendetela come viene”!

Raffaele Scarpellini
> Blog: “C’era una volta un Re

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