«La ricerca della realtà è la più pericolosa delle imprese, perché distruggerà il mondo in cui vivi. Ma se sei spinto dall’amore per la verità e per la vita, non hai niente da temere. Cerca di capire: ciò che tu pensi sia il mondo, in realtà è la tua stessa mente. Se cerchi la verità devi liberarti da tutti i bagagli, tutte le culture, ogni modello mentale e sentimento. Devi scartare anche l’idea di essere un uomo o una donna. L’oceano della vita contiene tutto, non solo gli umani. Quindi abbandona innanzitutto ogni identificazione, smetti di pensare a te stesso come questo o quello, fatto così o colà, in un modo o nell’altro. Vivi in armonia con le cose come sono, e non come le immagini».
Nisargadatta Maharaj
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UKI: «Nobile vita, ricca di elementi così fusi che può Natura sorgere e dire all’Universo: questo fu un uomo!».
ADAM: Hai mangiato pesante!?
UKI: Forse. Eppure così recitava Marlon Brando nel film sul “Giulio Cesare” di Shakespeare. Ho visto quel film chissà quante volte… ma dov’è Marlon Brando? Chi è dunque quell’uomo?
ADAM: Ma non era morto?
UKI: O non è mai nato? Era solo un continuum di 24 fotogrammi al secondo in una pellicola? Una sequenza di istanti che cambiano momento dopo momento, così come ogni cosa della Vita cambia ed è diversa dall’attimo antecedente.
ADAM: La vita apparirà pure come un miraggio, ma è così fottutamente pervasivo che ci devasta l’anima di emozioni.
Ma insomma, cos’è la Vita?
UKI: Hai presente questo momento?
ADAM: Si!?
UKI: Ecco, questo istante passerà. Non tornerà mai più.
ADAM: Che culo!
UKI: Quel bicchiere di vino che stai bevendo ora non avrà mai più importanza di quanto ne ha in questo momento. Impara la lezione di Dionisio!
ADAM: Noi poveri disgraziati proprio non riusciamo a cogliere la fugacità della vita; i poeti, gli artisti forse… ma noi siamo degli automi ormai.
UKI: È già! Eppure la verità è appena dietro l’angolo. Certamente l’esistenza non può nascere dal nulla, ‘qualcosa’ è sempre stato in trasformazione! Ed è proprio questo stesso divenire – come continuum dell’esistenza “sottile” – ad essere in verità sempre stato presente, anzi è l’unica realtà che c’è! Tra l’altro si tratta di un elementare schizzo a china del mondo. Infatti quel sovrappiù concettuale che subordina le nostre giornate non è fatto di orpelli ineluttabili: in realtà ciò che sostanzialmente non esiste, amico mio, è proprio quella realtà addensata che parafrasiamo e quantifichiamo intorno a noi! Quando una sinfonia di Mozart suona non c’è alcun deposito di suoni dai quali il suono venga tratto. Quando la musica cessa il suono non va in nessun altro posto. Lo strumento e il musicista hanno semplicemente intercettato e “dipinto” una frequenza all’unisono. Insomma, tutte le sfumature e il senso delle cose, tutto ciò che ci sembra persistente in verità le addizioniamo noi, con i nostri “modelli mentali“, ossia contenuti e influenze meccaniche a cui la mente egoica è sottoposta durante la rappresentazione della realtà. Questo meccanismo ci rende degli automi totalmente inconsapevoli delle nostre azioni, quei “modelli mentali” pilotano costantemente le nostre vite senza che ce ne accorgiamo.
ADAM: Il Divenire manifesta un frame che passa e se ne va, mentre noi lo manteniamo oggettivo per tutto il tempo che ci serve a soffrirne.. Siamo degli stupidi!
UKI: Nulla esiste intrinsecamente. Perfino ciò che consideriamo materiale è una conseguenza di un tipico “effetto quantistico” collegato al comportamento duale ‘onda-particella’ della materia: a causa delle limitate percezioni sensoriali l’uomo sperimenta la realtà in modo frazionato lungo uno spazio-tempo, ne collauda solo lo strato superficiale e più di tutto solo la parte artificiosa precostituita, fissandola di fatto in definizioni concettuali – anziché realizzare che esiste solo un continuum vibrante.
Il mondo, così come noi lo conosciamo, non lo conosciamo!
Figurati che oggi la scienza descrive l’Universo come una proiezione olografica del Vuoto superfluido polare, cioè un plasma eterico dalle proprietà neurali. Il tempo e lo spazio non sono le condizioni in cui viviamo ma le modalità con cui pensiamo!
ADAM: Si, ho letto che gli scienziati lo descrivono come un flusso informazionale di attività quantistiche immerse in una sorta di sottile tessuto connettivo. Sembrerebbe essere una volta proto-mentale in grado di elaborare informazioni, una specie di Coscienza trascendentale che i fisici chiamano “Campo del Potenziale”… è affascinante!
UKI: Il Vuoto SubQuantistico, essendo un plasma neurale, è un Divenire di perturbazioni vibrazionali, e grazie al “flusso” delle correlazioni tra eventi quantistici possiamo dire che quell’ “Etere” in effetti pensa… ossia emana uno “spazio delle idee”. Immaginalo come fosse una matrice vibrazionale che irradia delle “bolle di idee” (una griglia geometrica mentale), un epifenomeno che elabora informazioni/funzioni quantistiche autonome e tramite le quali questa sorta di software trascendentale ha consapevolezza di sé. In poche parole quell’etere converge la sua consapevolezza in diversi punti spazio-temporali formanti un relativo “Campo ElettroMagnetico informato”, soggettizzandosi quindi in vere e proprie coscienze senzienti, apparentemente indipendenti sull’ “orizzonte degli eventi”. Nata dunque la mente personale viene allora a formarsi il tempo, e questo “spazio concettuale” sarebbe il “Campo di Punto Zero” di cui parla la fisica quantistica, su cui prendono forma veri e propri multiversi indipendenti.
ADAM: Si dice che quel Campo purico soggettivo è ciò che i saggi intendevano per “Anima”, un aggregato neurale autonomo che galleggia nell’Energia Oscura di un’unica rete connettiva trascendente.
UKI: A quel punto, sempre immersi ed in ipercomunicazione con la matrice dimensionale del “Campo del Potenziale”, i neo-soggetti, gli esseri umani, si identificano con il ‘principio conscio’ come Ego, e, l’oggetto immaginato diviene il suo meccanismo di consapevolezza sull’ “orizzonte degli eventi”: diventa cioè il contenuto della sua proiezione mentale-olografica a cui si sforza di dare senso e significato. Si forma così la realtà esperibile ed intellegibile, a dispetto di qualsivoglia “Alterità” con cui il Soggetto matura e confronta la propria identificazione, congiuntamente a tutte le “cose” che possiamo immaginare e che popolano la nostra fenomenologia. Infatti con la consapevolezza di sé si attiva la mente che, identificandosi, tutto interpreta e rende reale nell’esperienza del nostro ecosistema temporale. Si forma in sostanza il palcoscenico della vita che noi consideriamo oggettivo benché sia solo un nostro vaneggiamento. La cosa scioccante è che perfino il senso di identificazione con noi stessi, o meglio con l’ “Io”, è appunto una mera “illusione ottica della coscienza”, come diceva Albert Einstein.
ADAM: La vita è come un sogno, lo diceva anche mio zio. Mi credo un pittore del mondo invece sono solo uno stupido in ansia per questo teatrino che in verità è meramente virtuale!
In poche parole, noi uomini, così come ogni cosa nella nostra dimensione, siamo meramente una configurazione energetica? Per di più temporanea? Perché l’energia si trasforma?
UKI: Esatto! Il segreto per meglio calcare questo palcoscenico sta nel passare dal ruolo di attore inconsapevole al ruolo di spettatore consapevole e distaccato, sapendo che è solo un film e che devi lasciar scorrere la pellicola. Mica al cinema ci alziamo per ritoccare la storia sullo schermo! Ce la godiamo semmai, sia nei momenti pesanti che in quelli eccitanti! Tanto è inutile sbattersi, la pellicola scorrerà lo stesso indipendentemente da noi. I saggi insegnano che nel momento stesso in cui ci arrabbiamo abbiamo smesso di cercare la verità e abbiamo iniziato a lottare soltanto per noi stessi.
ADAM: Se non sbaglio gli Orientali la chiamano “impermanenza”. Qualsiasi cosa non è mai uguale in due momenti successivi.
UKI: Ogni essere vivente obbedisce a una legge inesorabile: nasce, vive e muore. Tutto muta e si trasforma, nulla è permanente. Eraclito sosteneva che non possiamo bagnarci due volte nello stesso fiume. Un uomo continuamente cambia.
ADAM: In effetti io raramente rimango identico, anche per una sola mezz’ora.
UKI: Pensa che botta quando realizzerai che la tua vita di merda non dipende dagli altri, dal lavoro, dalla sfortuna, dai politici e neanche dai migranti! In fondo, molte cose non si spiegano se non con l’energia oscura, l’inconscio, la sincronicità… e la stupidità!
Ricorda che vivere identificati sul piano mondano significa essere continuamente soggetti all’ “Entropia”, un termine greco che significa ’trasformazione’.
ADAM: Infatti nella legge dell’entropia non c’è evoluzione, c’è solo meccanicità.
UKI: Su un piano sovrastante, oltre la meccanicità della mente egoica, è evidente che anche le profondità del Sé sono un flusso! Tu ora sei triste poi incazzato e dopo felice, quindi eccitato, poi preoccupato e subito dopo più disteso, e poi… e poi, e poi ancora qualcos’altro… Tuttavia non siamo capaci di vivere nel flusso (nella libera espressione della nostra coscienza), così l’Ego costruisce modelli, ruoli e subpersonalità statiche per fronteggiare questa percezione di instabilità!
ADAM: Ecco perché i mistici descrivono la Coscienza (il Soggetto Assoluto) come un oceano in cui il fondo è immobile e calmo (il Sé integrato e transpersonale) mentre in superficie le onde fanno il bello e il cattivo tempo (la mente egoica)!
UKI: Nondimeno, questo autentico e fluente stato delle cose finisce sempre per tramutarsi sotto forma di svariate demarcazioni concettuali, in qualcosa di prestabilito a seconda di soggettive interpretazioni e giudizi, talmente invasivi, da diventare fissi e inamovibili, completamente appiccicati alle nostre descrizioni della realtà.
Sappi che dicendo Io, l’essere umano da’ vita ad un’imponente moltitudine di parole, e ogni parola è il simbolo di una cosa, di un ‘improbabile’ concezione.
ADAM: Ecco perché è tutto un’illusione, una costruzione/architettura mentale che indirizza costantemente il nostro modo di essere.
UKI: Malgrado ciò, alla fine, in questa sceneggiata nulla esisterà più per come abbiamo creduto di vivere, nonostante i nostri sforzi nulla rimarrà per quello che abbiamo cumulato in questa vita… proprio perché, in verità, tutto passa.
ADAM: Non posso accettare la “mia” sostanziale inesistenza in questa vita. Il fatto di essere solo un miraggio e che oltretutto colui che io credo sia essere abbia una scadenza. Mi rifiuto!
UKI: Il fatto che tu ti rifiuti all’Universo non glie ne può fregare di meno!
Gli antichi esoterismi ce lo hanno raccontato in tutte le salse. Mi torna in mente la “Legge dell’Ottava”, la forza cosmica che ordina l’evoluzione dal micro al macrocosmo. La trasformazione insita all’impermanenza di tutte le cose dipende da alcuni punti critici in cui le energie quantistiche tendono ad un cambio del senso di marcia nello scorrere degli eventi. Voi certe volte la chiamate sfiga!
ADAM: Il fatto che l’addizionale necessario a superare quel punto critico dipenda tutto dalla Volontà – che sia Cosmica o individuale – è un fottuto scherzo del destino! Soprattutto per un pigro come me..
UKI: Be’, io invece non sono pigro, permetto solo alla realtà di essere così com’è!
ADAM: Ogni fenomeno è sia causa, sia effetto. Non se ne esce.
Insomma, me ne devo fare una ragione: l’impermanenza e l’assenza di un Io sono le condizioni indispensabili alla vita. Senza impermanenza, senza mancanza di un Io, nulla potrebbe crescere ed evolversi. Se una ghianda non avesse la natura dell’impermanenza e del non Io, non potrebbe trasformarsi in una quercia.
UKI: Niente potrebbe trasformarsi in qualcos’altro se quella cosa fosse solo un’identità intrinseca dal suo lato. Senza l’impermanenza la vita non sarebbe possibile. Come potremmo trasformare le nostre sofferenze se le cose non fossero mutevoli? Come potrebbe un figlio trasformarsi in un uomo realizzato? Come potrebbero migliorare le condizioni del mondo? Abbiamo bisogno della mutevolezza perché ci sia giustizia sociale e speranza.
ADAM: Questo però significa che esiste solo un fondale vuoto! C’è solo un tubo catodico in cui si proietta un mutevole scorrere di ‘frame esperenziali’ che in verità sono immancabilmente soggettivi e relativi, dunque fittizi; c’è solo un film da girare… e la pellicola scorre! Ci siamo presi troppo sul serio.
UKI: Se la vuoi mettere così, figurati che sempre gli Orientali dicono che la vera natura dei fenomeni è la “Vacuità“, cioè pochezza dei fenomeni: esistono gli elementi basilari in natura (esotericamente si afferma prodotti dalle combinazioni dei 4 Elementi Naturali: Fuoco, Aria, Acqua, Terra) dalla cui interdipendenza noi tuttavia interpretiamo una realtà inverosimilmente complessa, ma che come su accennato è solo un surplus cognitivo autoreferenziale. Questo “Velo di Maya” riduce la realtà ad un mero scenario ego-centrico: ci costruiamo un Mondo condiviso totalmente rivolto su noi stessi, tanto da convincerci di vivere una certa realtà in base alle storie che tutti noi ci raccontiamo.
ADAM: Infatti io percepisco solo Me, soltanto l’Io! Sento essere Io la causa di tutto! Mi hanno sempre detto che siamo indipendenti, che Io e il mio corpo siamo la causa di tutti i fenomeni che appartengono alla mia vita, invece il nostro stesso corpo è l’effetto di miliardi di cause! Se ci rifletto bene, oltre ogni sproloquio, non saprei dire da dove vengo o quando qualcosa mi ha formato, siamo solo il frutto di una somma di sensazioni fugaci. Infinite cause hanno portato a questo istante.
UKI: Generalmente si pensa che una foglia sia nata a primavera, ma in realtà quella foglia “esisteva” già da tanto tempo: nella luce del sole, nelle nuvole, nell’acqua, nell’albero, ecc… Tutto ha portato a quella foglia, che non ci sarebbe mai stata senza quelle ‘cause’. Tutto è un Divenire interdipendente. Ogni cosa contiene le sue cause.
ADAM: Vero! Lo stesso essere umano è composto da materiali organici provenienti da esplosioni stellari a ritroso fino al Big Bang!
UKI: Gli Archetipi vivono nelle nostre memorie genetiche, nei Campi Morfogenetici che legano l’intero universo per mezzo dell’entanglement quantistico. Come per la foglia anche noi non siamo mai nati così semplicemente o direttamente il giorno della nostra nascita, ma un lungo processo ha portato fino a noi… e poi a chissà cos’altro.
ADAM: È quello il problema. Sé quella foglia non è mai nata neanche io sono mai nato!
UKI: Esatto! Entrambi vi siete semplicemente manifestati!
Questa è la Vacuità: un vuoto che si “riempie” in un continuum fatto da un’incessante ‘mutare’ di esperienze che noi, invece, nell’atto di osservarle, fissiamo in un’indipendente “intervallo periodico” e per mezzo di definizioni convenute.
ADAM: Ma allora se non siamo mai nati, non possiamo morire…
UKI: I saggi affermano che con la morte biologica si perdono solo i ricordi terreni, la storia inventata da un Io che in verità non è mai esistito in quanto allucinazione della mente egoica. Al contrario ciò che è onnisciente è il nostro continuum di coscienza, che risiede in un’altra dimensione e che non conosce morte, si trasforma semmai legandosi alle conformazioni energetiche dei corpi biologici (principio della termodinamica) – vedi il concetto di reincarnazione.
La storia dell’uomo scorre come un fiume da millenni e continuerà a farlo con o senza di “noi”.
ADAM: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Vangelo di Matteo 24:15). Tutti sempre a ricordarcelo, a mettere il dito nella piaga. Per giunta queste realtà non venivano tramandate solo in Oriente, a quanto pare anche il Maestro dei maestri diceva la stessa cosa fino all’Occidente.
Eppure, questa sensazione di precarietà che ci sovrasta produce immancabilmente la smania del controllo!
UKI: Già, è per questo motivo che le tragedie si ripetono! Infatti il Tempo diviene lineare, entra in gioco l’idea di progresso, di profitto, perciò ci si dimentica dell’infinito, dell’eternità, delle idee archetipiche; e voi iniziate a storicizzarvi, a materializzarvi e a secolarizzarvi, a cumulare tutti gli oggetti dei vostri desideri in preda al panico di fronte la vostra ‘scadenza’. In fondo, anche la scienza è credere nell’ignoranza degli esperti!
ADAM: È inevitabile allora che tutto ci piova addosso! Quanta ansia per nulla!
UKI: Questo dovrebbe farci comprendere l’inutilità dei conflitti. Tutti a litigare su un mondo di cazzate fatto da inconsapevoli cazzari! Ci si azzuffa sulla base di futili punti di vista, ben lontani dalla realtà delle cose! E poi che senso hanno tutti questi scontri, avversione, odio… se un giorno prossimo saremo tutti morti e non ci saremo più? Vedi, in vita mia molti finti stupidi sono stati una reale sorpresa: non fingevano per un cazzo!
ADAM: Come ostriche attaccate allo scoglio perdiamo le colture spontanee e un’esistenza libera, per rimanere incollati alle regole dell’industria intensiva di una vita svenduta al miglior parassita. Meritiamo l’estinzione! Pensiamo troppo, oltreché male.
UKI: Ora ci sei! Contano solo le parole. Il resto sono chiacchiere.
Il problema è che l’uomo pensa di essere l’Osservatore protagonista più che l’origine stessa dell’azione e di ciò che può essere osservato, non ha consapevolezza di essere un Soggetto “assoluto”; in effetti l’osservatore è già un oggetto, ma nel nostro caso si considera ‘soggetto come padrone dell’esperienza’, agente dell’azione, e per questo cade in un’asfissiante identificazione! Siamo talmente stupidi da essere convinti di poter manipolare cose che non esistono, cose che ci siamo solo inventati – e che quindi non hanno un reale rigore! Attribuiamo ai fenomeni un’esistenza separata, hanno vita propria, pesano su di noi… tanto da non renderci più conto della loro autentica natura interdipendente e aleatoria! Una visione che si basa sul falso concetto di “Io” convinto di saggiare univocamente la realtà, e a cui per primo vengono erroneamente attribuiti concretezza e indipendenza, al cospetto delle “cose” e sotto le paturnie depressive del passato e dell’ansia del futuro. Un processo parallelo alla formazione dei concetti di “io”, “mio”, “tuo”, “altro”, ecc…
ADAM: Un fottuto inferno mentale divenuto attaccamento, bramosia e avversione.
UKI: Pensaci bene: è la stessa transitorietà intrinseca in tutte le cose a darci la misura dell’irrealtà in cui viviamo!
Caro mio, la vita scorre che tu lo voglia o no: le idee cambiano, i gusti cambiano, gli affetti cambiano, i ragionamenti e le priorità cambiano… Eppure, c’è qualcosa che è rimasto sempre costante ed immutabile. Pensaci, il tuo corpo è cambiato, ma nel profondo ci sei sempre stato “tu“, sin da quando avevi sei anni ad oggi, nel mutare degli eventi e della fisicità, colui che ha vissuto l’esperienza sei sempre stato tu. Quella coscienza assoluta con cui coincidiamo nel profondo è l’unica cosa davvero permanente: sei tu che osservi tutto, da sempre!
ADAM: Cazzo è vero! Ci sono sempre stato io che osservo me stesso che cambio idee, gusti, ragionamenti, vestiti, casa, affetti, ecc…
UKI: Esatto! Tu che osservi sei sempre lo stesso; al contrario i pensieri e le nostre “costruzioni mentali” sono robe irreali ed esterne al nostro “Centro” più profondo, immobile ed inattaccabile.
Tutto è un flusso esperienziale, ecco perché non essendoci mai un quid fisso non esiste neanche un “Io” intrinseco! Esiste solo una Coscienza purica in espressione, e per questo stesso motivo l’uomo dovrebbe vivere semplicemente “in espressione cosciente di sé stesso“, giacché solo chi vive ed è consapevole di essere nel “qui e ora” può trovare il senso della vita e la pace interiore, ergo la felicità e la realizzazione. In effetti il “conoscere” senza preconcetti o giudizi, sperimentato da Soggetto assoluto, è lo strumento che si usa per comprendere ed è perciò oltre il percipiente ed il percepito.
ADAM: Effettivamente i saggi affermano che non è la mente ad essere al di là del tempo e dello spazio, ma la “natura della mente”, che è tutto un altro paio di maniche. Infatti la mente è incarnata, ma la coscienza è indeterminata – trascende l’Io.
UKI: Verissimo. La mente non esiste come entità, esistono solo i pensieri, infatti i pensieri esistono separatamente da noi, non sono tutt’uno con la nostra natura (coscienza), vanno e vengono mentre noi rimaniamo. Se cerchi di rimanere attaccato a un pensiero ti accorgerai che non possiamo trattenerlo molto a lungo… arriva e passa – poi ne arriva subito un altro. Il guaio è che noi abbiamo costruito una vita oggettiva su qualcosa che non c’è!
ADAM: Quindi la mente diventa un problema quando permettiamo ai pensieri di penetrare così in profondità dentro di noi da dimenticarci completamente della distanza che esiste tra noi e loro?
UKI: È così! Hai scoperto il segreto di una vita intera! La natura semplicemente fluisce, invece noi ci identifichiamo troppo nel Dualismo diventando una maschera, una “persona” etichettabile secondo una serie di criteri e comportamenti. Nondimeno noi siamo altro dai ruoli sociali. Dovremmo destare più “attenzione” a ciò che rimane sempre, a ciò che permane, a chi siamo nel profondo, e non identificarci con ciò che passa e si differenzia in modo arbitrario! Anche perché lì le carte non fanno altro che mischiarsi!
Nondimeno l’ego, seppur subendoli, s’immagina di essere un’entità separata dagli oggetti che percepisce e, invece del puro sentire, udire, vedere, toccare, conoscere, vi è la falsa supposizione del “io sento”, “io ascolto”, “io tocco”, “io conosco”… Finiamo per confonderci coi fenomeni, così non “siamo più arrabbiati” ma “siamo rabbia”! Siamo completamente impossessati dall’impulso emotivo. Ecco che dalla ‘relazione’ si passa alla “reazione” uguale ed avversa! È un dannato “funzionamento automatico di identificazione” dovuto alla mente egoica che forma la nostra “Persona”, alterando la vitalità mentale e fisiologica. Da qui nascono gli attriti tra le sempre divergenti personalità!
ADAM: Quindi è una sorta di ‘malattia mentale’ di cui non siamo consapevoli e che ci rende meccanici, ci abitua alla consueta e ordinaria realtà indotta, ci impantana in cattive abitudini mentali?
UKI: È una discordia inconscia: preferiamo un confortante schiavismo psicologico perché siamo terrorizzati dall’idea che un Io non esista di per sé, che non esistiamo in quanto Mario Rossi… rimaniamo sgomenti all’idea di essere solo un nome dato ad una “forma” immaginaria che continuamente muta, che non esiste di per sé.
Il bello è che quando comprenderemo tutto ciò, iniziando piuttosto a vivere unicamente e liberamente “in espressione cosciente di sé”, allora tutto “accadrà” per come non può far altro che accadere, senza che venga prodotta alcuna sofferenza, senza mai più ricusare libertà e uguaglianza!
ADAM: Quindi il vero cazzo di problema sono le nostre reazioni emotive e oltretutto interpretative alle vicissitudine della vita?
UKI: Oh si! Sono quelle le cause della nostra “caduta”! Anche perché dobbiamo capire una volta per tutte che la vita, al suo stato naturale, è relazione empatica. Il nostro Sé trova realizzazione quando le sue vibrazioni si legano simpateticamente con frequenze costruttive o sottili, ergo evolutive – dunque siamo in uno stato di calma o “flow”: “parasimpatico”, dove il rilascio ormonale cambia totalmente, beneficiando l’intero benessere della persona. Nonostante ciò noi finiamo sempre per perdere quel ‘modo di essere’ perché abbiamo questa ‘debolezza’ compulsiva a voler impersonare tutto secondo i nostri interessi (una tela in cui rimaniamo impigliati), a cedere alla confortante seduzione della “ratio”, che ci rassicura dando un “senso” anche alle cose più apparentemente scriteriate – rimanendo però soggetti ad un sistema di re-azione: “simpatico-stress”; energie inconsce che sul piano dell’esperienza si percepiscono come emozioni negative, ergo involutive, responsabili delle nostre insoddisfazioni, e quindi dei simulacri nelle nostre becere vite ordinarie e dei nostri irrisolti psichici.
ADAM: Infatti l’Ego è espressione logorante della mente separativa, analitica, disgiuntiva, è espressione della “logica” o della “logica del conflitto“.
UKI: L’intera ratificazione della nostra realtà dipende dal nostro “giudizio”, che non è altro che uno strumento per catalogare le differenze, le divergenze tra “me e te”, tra “noi e voi”, ecc… Il giudizio è un atto violento, volto alla separazione. Un giudizio è una decisione, un’immagine pensiero concreta. Esso suscita sempre una reazione nel mondo circostante e in noi stessi. Saremo sempre misurati con la misura con cui noi misuriamo. Per questo regna nel mondo un gran disordine.
ADAM: Ciò che uno costruisce, l’altro distrugge. Ciò che uno intende come bene, viene trasformato dall’altro in male. Effettivamente, tutti noi carichiamo di pesi, giudizi e interessi in modo sconsiderato qualsiasi evento: cataloghiamo tutto coi pensieri e per mezzo delle emozioni iniziamo a dare senso e significato alle cose. Alla fine di ciò che è davvero una cosa non rimane quasi nulla, rimane solo un carico abominevole di sproloqui! Inevitabile che si creino delle gerarchie.
UKI: È l’influenza della “Legge degli Opposti” che va in scena guidata dalla dialettica cosmica a livello dei ‘Sistemi Quantistici di Coerenza elettrodinamica’, che è poi la correlazione oppositiva che da vita all’intera Creazione. Tutti noi siamo soggetti a queste leggi universali.
Siffatte antitesi naturali dipendono dalla struttura della “coscienza bicamerale“, con cui il cervello è diviso in emisfero destro (mente intuitiva) e sinistro (mente razionale), funzioni che si traducono nella nostra esperienza attraverso modi di fare e di essere contraddittori; giudizi, rappresentazioni e interpretazioni, ideologie, concetti, convenzioni, comportamenti, stili di vita e abitudini, punti di vista soggettivi e relativi, l’intero spettro del nostro carattere perfino… dove troviamo soprattutto odio, attaccamento e sensibilità contaminata dalla bramosia: intersoggettività che di fatto raramente rimangono nell’ambito della convivenza e della solidarietà sociale, ma che cadono sovente nella frustrazione, e quindi nel sopruso e nella sofferente destabilizzazione mentale provocata dalla scissione della psiche in tanti Io a secondo dei nostri ruoli o aspettative. Un peso sulle spalle che spalanca le porte alla nevrastenia e alla fisima del controllo. Abbiamo perso le possibilità di esercitare integralmente i nostri talenti esclusivi, ossia quelle capacità che contengono più diversità e maggiore quantità di variabili sensoriali.
Caro mio, il mondo è più emozionante di questo squallido mal di vivere.
ADAM: Gli individui hanno in comune i sentimenti più profondi: una certa “condivisione empatica” dovrebbe tornare ad essere una fonte di benessere, di arricchimento della vita ed equilibrio sociale! Magari è l’unico modo per difendersi da chi vuole ‘globalizzare’ – accentrando il potere in Sistemi sovra-nazionali… separandoci!
UKI: Sai che ti dico, è da tempo ormai che quando gli altri parlano io ascolto solo con il cuore, in questo modo risparmio alle mie orecchie lo strazio di tutte quelle stronzate! E allora anche te, torna a preferire il “locale”, sia come luogo emotivamente interiore sia come luogo geografico, poiché oramai solo attraverso un restringimento dello spazio nel quale opera l’individuo si può recuperare un contatto più ‘sentito’ con le cose o le persone che lo compongono, e riabbracciare quindi Tutto quanto.
ADAM: In effetti, come un branco di pesci o uno stormo di uccelli vira all’unisono verso la propria rotta, allo stesso modo il mio corpo e ogni mia attività simultanea insegue il movimento delle stelle.
UKI: I nostri ritmi biologici sono quelli dell’ecosistema e dell’universo. La Vita è una “Volontà”, è l’energia che c’è nell’universo: è questa vibrazione che in miliardi di cellule si sincronizza, comunica, e da’ vita all’intera esistenza di un essere multicellulare. Non dimenticare che la coscienza dell’uomo, come la natura del cosmo, è fatta di energia intelligente: ossia l’unica vera risorsa evolutiva per creare realtà comunicanti tra tutti gli esseri senzienti, innanzitutto quelle che non fanno del male, sarebbe il caso. Tuttavia siete afflitti dalla peste compulsiva, innalzate muri di gerarchie: il modo più semplice di sopravvivere senza staccarsi dalla zona di comfort. Ma quelle certezze o ambizioni sono solo un surplus di stronzate che niente hanno a che fare con l’autentico scorrere naturale degli eventi!
ADAM: Infattinella sapienza upanishadica e nella Tradizione Vedanta, come pure nelle correnti gnostiche dell’ebraismo che poi convergeranno nello gnosticismo cristiano e infine nella Cabalà, questa illusoria percezione del divenire è attribuita all’identificazione con le forme manifeste che ci rende inconsapevoli e separati dall’Esseità trascendentale – e dal suo sereno e immutabile Equilibrio numinoso.
UKI: Si tratta dello “Shaitan” biblico, l’ “Avversaio/Satana”, l’energia centripeta dell’universo, fatta di entropia non-coerente; una forza che ci hanno venduto con le puttanate sul Diavolo. È un fatto che tale identificazione col mondo materiale e luciferino/aramanico, producendo l’illusione del mondo relativo, seppur svelandoci la spietatezza della vita, rende l’essere umano come il prigioniero della caverna del mito platonico, lontano dalla luce e immerso nelle ombre mutevoli ed ottenebranti di una pseudo realtà.
Ricorda che distruggere è molto più facile che vivere e costruire. Vivere è una strada in salita. Distruggere è una strada in discesa. Non occorre un atto di volontà per cadere da una montagna, più saliamo verso l’alto più è sufficiente anche solo un attimo di distrazione.
ADAM: Facile così trovare il mandante di tutte le cazzate che faccio.
UKI: Nondimeno, poiché questa vita non è che un esercizio della Mente spinta da un mutevole Divenire, essa stessa nasce, vive, muore e si trasforma. Se tutto dipende dalla nostra mente, allora non vi è alcuna causa indipendente, intrinseca, che, a sua volta, non sia stata generata da una causa superiore e “mentale”. Siamo noi che pensiamo male! Sta tutta qui l’impasse!
In una notte tenebrosa, nell’antica città di Gerusalemme, Yeshua si rivolse ad uno dei più famosi intellettuali del suo tempo e gli disse: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio» (Giovanni 3:3).
ADAM: Parlava dell’Ego, vero? Intendeva il morire alle menzogne dell’Ego per rinascere al’autenticità del Sé transpersonale, giusto? Se non ricusiamo il nostro Ego, se non ci stacchiamo dalla vita per come la interpretiamo e ci identifichiamo ora… non possiamo rinascere o risorgere alla rivelazione, alla Verità di come stanno davvero le cose! Che palle!
È possibile che tutta questa manfrina sia collegata con quel Valore espresso nella “povertà di spirito” indicata dal Cristo come la prima delle Beatitudini?
UKI: Mi stai stupendo! Ti dirò di più, si tratta dello stesso insegnamento impartito dal Buddha. Se la vera essenza della Realtà è la vuotezza, allora se vogliamo vibrare delle sue stesse frequenze dobbiamo svuotarci anche noi, svuotarci di ogni simulacro, di ogni costruzione mentale artificiosa e caduca.
ADAM: Per questo i Saggi ricercano il “silenzio” mettendo in pausa le percezioni materiali per concentrarsi più di ogni cosa nel sentire la Coscienza profonda.
UKI: Ci vuole meno emotività e più sensibilità! Per questo l’equilibrio profondo nella semplicità di vita, mai degenerata nell’infatuazione dell’egotismo, è importantissimo! Fai attenzione, perché i ricchi o quelli delle élite sociali sono tutti psicomani! Ti basti guardare i risultati perversi, orrendi e fallimentari delle loro politiche ed economie! Non di rado la bella vita è solo esteriore!
Io penso che oggi il segreto per il successo è: ridefinire il concetto di successo!
ADAM: Che sia ricco o povero, una certa serenità di fondo è l’unico modo per stare bene in ogni occasione o circostanza, utile a risuonare simpateticamente con lo “Spirito”, con l’energia sottile del Vuoto cosmico, quella che ci fa stare bene.
UKI: Poco ma sicuro!
Il fatto è che la nostra felicità affiora dall’introspezione e dalla calma, dall’accettazione che ci libera dalla dipendenza dell’attaccamento! In fondo l’entusiasmo è una condizione che appartiene a noi, al nostro “centro” psicofisico, ovunque siamo, in qualsiasi circostanza. È nostra responsabilità! Dobbiamo ripulire la mente, e nel silenzio dell’Io Sono essa ‘ricorderà’ e si risveglierà. Si dice che quando l’uomo comune capisce diventa saggio, quando il saggio capisce diventa uomo comune.
ADAM: Successo o non successo, ricchi o poveri, alla fine ciò che conta è la felicità e l’integrità morale.
UKI: L’accettazione della propria morte/fine/trasformazione indicava il processo interiore che portava l’ “Iniziato” a svuotarsi della propria volontà egoica incline al peccato e al male, a svuotarsi del suo ego-centrismo per vibrare all’unisono col flusso aderente alla Volontà trascendentale della Divinità – e potersi quindi abbandonare ad essa senza provare sentimenti di ribellione, di paura o di privazione della libertà.
ADAM: Nel passato l’umanità credeva nel “destino”, si abbandonava all’immensità della vita, seppur persa nelle più becere e violente scissioni psicologiche le antiche culture rimanevano pur sempre legate ad una certa Sapienza atavica, ed era una gran cosa!
UKI: Infatti il Sé, e la sua frammentazione esistenziale in differenti Io e subpersonalità, facendo parte del “processo di individuazione” dell’ “Io Sono” erano all’origine della Mitologia e delle stesse figure divine. La spiritualità aveva a che fare con lo spirito, appunto, con la coscienza umana: una psicogonia tuttavia occultata dalla catechesi ufficiale – quando invece il misticismo si ispirava ad un’insieme di metafore simboliche riguardanti le frequenze positive e negative dell’energia elettrodinamica dei Sistemi Quantistici (vedi per fare un solo esempio l’antitesi tra Yin e Yang, Bene e Male – e così, allo stesso modo, gli Dèi non erano altro che antropomorfizzazioni delle emozioni più alte e sublimi, delle Virtù eroiche che l’Uomo poteva incarnare).
ADAM: Insomma, dobbiamo comprendere che tutto nasce dalla nostra mente, e perciò dobbiamo imparare a convivere con il fatto che nulla è intrinseco o indipendente, tutto è prodotto dal filo conduttore del “pensiero” e prima o poi “morirà” trasformandosi. Allo stesso tempo, allora, tutto è una giostra! Possiamo davvero solo assaporare e degustare!
Ma allora mi chiedo: perché siamo finiti tutti a faticare o lavorare? Vivere nella pura espressione cosciente di noi stessi ci avrebbe invece reso tutt’uno con l’Onesses universale, in modo così libero e naturale. «Sia fatta non la mia ma la tua volontà»… solo ora capisco il senso e la speranza racchiusa in questa esortazione.
UKI: Di fatto il senso è che “Io Voglio” che sia fatta la “tua Volontà”. Chi riesce anche solo a sfiorare la cosiddetta “Coscienza Cristica” pone completamente la sua esistenza al servizio dell’Esseità divina, ergo della propria “vera” Vita; è totalmente abbandonato al flusso del Divenire, è sempre pronto in qualunque modo il suo ‘Destino archetipico’ chieda di adoperarsi. Sarà infatti il “Fato” a chiamarci nel mettere in pratica i nostri talenti! Tutti siamo destinati a qualcosa che ci si confà. E tutto accadrà naturalmente, non ci dovremmo preoccupare di niente, basta con tutta questa ansia mal riposta! Tanto non possiamo cambiare né il passato né possiamo impedire che il peggio capiti. Le cose accadono, vanno accettate. Sono le nostre risposte le uniche “funzioni” che possiamo controllare al fine di affrontare al meglio la Vita, e tra l’altro questo è l’unico modo per padroneggiare le probabilità che ci capitino cose positive.
ADAM: Se va be’, piuttosto chissà che vita di merda deve essere!
UKI: Per niente! Tutto ciò non significa chissà quale vita di privazione ma, come chiedeva Yeshua, si tratta di essere pronti e disposti a qualsiasi cosa per mantenere l’empatia verso tutti gli esseri senzienti, a mantenere unite le file della fratellanza umana, e tutto filerà liscio! E seppur si soffre, passerà! Di fatto, visto che l’Esseità trascendentale è Tutto, è anche noi, quindi, fondamentalmente siamo al servizio di noi stessi. Facciamo tutti parte dello stesso gioco. Di fatto, l’unico modo per contrastare l’ego-centrismo è l’altruismo! La Vita è relazione, opera in questo modo fin dal funzionamento biologico e sino al rinforzo delle società.
ADAM: Ok, ma prima di ripulire il Sé dalla spazzatura mentale, dovuta alle frammentazioni inconsce, serve una lotta interiore tremenda!
UKI: Non è vero! Il modo migliore per vincerla è fare uso di una Legge potentissima, quella del “Sacrificio”. Amico mio, devi imparare a “lasciar andare”! L’Iniziato deve sacrificare tutte le sue certezze terrene, la sua intera ‘Persona’, quella proiezione olografica qual è il proprio “Io”: è Yeshua il Cresthòs che sacrifica il proprio Ego al centro della Croce sull’Albero della Vita! Il “Centro” sta nell’equilibrio psichico tra conscio e inconscio e nella convergenza di corpo, mente, cuore e spirito: le quattro dimensionalità dell’essere umano – simboleggiate dai 4 estremi degli assi della Croce. Il frutto di questo addestramento mentale è quello di godersi una vita impersonale, come insegnava il Buddha.
Dunque amico mio, rilassati perché l’universo non sa neppure che esisti!
ADAM: In verità, credo di aver capito che a noi terrorizza il nostro potere! La nostra “Persona” è di fatto la nostra zona di confort, quella costruita sul piacere, sul sesso, sul successo, sull’amore, sui sentimenti, sulla reputazione, sulla gratificazione… Invece riconoscere la nostra natura fatta di Luce significherebbe perdere ogni “senso comune” e dover ricrearci nuove realtà metafisiche! Metterci in discussione su altre modalità di esistenza.
UKI: E così vi va in tilt il cervello perché più di tutto vi terrorizza la sconfinata marea di quella stessa vostra Luce! Questa cosa della caducità terrena e del porto sicuro dato dai “confini”, ci crea delle dissonanze cognitive bestiali! Per questo ci ipnotizziamo mentalmente fissandoci sulla realtà solo attraverso il suo apparente aspetto concreto e stabile: per poterci godere quello stesso istante il più a lungo possibile, su una poltrona d’oro, sempre in cerca di convincimenti o eredità.
Tu continui a credere che sei ciò che tutti pensano di vedere. Ma tu sei un’anima che galleggia nell’universo e nel flusso della Vita. Però non credi al vero te stesso. Hai talmente paura di perdere questa vita mondana per come sei abituato a credere che sia, che la tua Anima proprio non la senti più, figurati lo Spirito! C’è troppo rumore nella tua testa; devi rallentare e fare silenzio, devi entrare nel buio della coscienza profonda se vuoi che la tue abilità si manifestino, così come la vera realtà delle cose.
Amico mio, tu sei al di là del pensatore; tu sei la quiete oltre la confusione mentale. La pratica del fermarsi e calmarsi contiene quella dell’intuizione: nella calma sentiremo giungere ogni risposta, è un qualcosa che accade da sé, così come naturalmente una pianta germoglia a tempo debito.
ADAM: Siamo sempre lì: a cosa crediamo? La realtà è dove cade la nostra attenzione! Quello che ci frega è che la cultura sociale è fatta di credenze e schemi che durano il tempo che si credono reali. Il problema è che esistono svariati paradigmi che ci condizionano da tempi immemori ormai!
UKI: Quando la consapevolezza della propria natura essenziale è ancora lontana predomina, incontrastato, l’Io egoico. Da sempre è così!
ADAM: Però vivere una vita così disidentificata è come perdere ogni individualità e quindi ogni vita sociale e familiare per come la conosciamo! Qualche caposaldo o realtà affettiva servirà pure no!?
UKI: Certo, ma servono le giuste fondamenta; di fatto nelle attuali “personificazioni” abbiamo creato solo una vita di merda! Sono relazioni tormentate o no? Domani ti farà saltare dal letto una sveglia che ti manderà a lavoro con i calci nel culo oppure lo farà un bacio spensierato della tua anima gemella? Se non smettiamo d’identificarci con nome e forma, nonché con i ridicoli ruoli impersonati finora o ad esempio con i sistemi competitivi dell’attuale cultura dominante, l’autentica armoniosità del creato non può trapelare. Così invece di mantenere la “relazione” cadiamo nel sequestro emotivo. Voglio dire, secondo la teoria di Darwin, grazie alla competitiva lotta per l’esistenza, oggi dovremmo avere politici sempre più preparati e capaci, ma si sa… le teorie sono soltanto teorie!
ADAM: Anni a farci il culo a lavorare, a mettere soldi da parte, a comprarci l’ultima moda, a essere orgogliosi dei nostri averi, capitali, nomea… una vita intera a lottare per essere unici e fieri di noi, per poi scoprire che fra non più di un centinaio d’anni né io né le persone che amiamo saremo più su questa Terra, benché meno ci saranno le cose che possediamo. Siamo come un’allucinazione a tempo determinato.
UKI: Si ma non ti buttare giù! Pensavo stessi iniziando a capire. Ciò che lasciamo è solo l’identificazione con una mera sovrastruttura temporale (l’errata percezione di chi siamo) che, per una grave dimenticanza, assurge da un ruolo giustamente funzionale a quello di fattore preponderante. Infatti è chiaro che se solo riuscissimo a lasciare andare nel modo giusto il nostro illusorio senso d’identità, allo stesso tempo, ritroveremo la nostra vera vita, in tutti i sensi. In fondo, se io non sono nulla, allora sono anche tutto!
ADAM: Stai cercando di convincermi che tutto ciò non significa perdere tutto? Che anzi siamo finalmente sul punto di poterci godere unicamente il meglio dell’esistenza?
UKI: Sta’ tranquillo amico, non riuscirai mica a raggiungere l’Illuminazione per questa vita. Non è che devi diventare per forza un mistico eremita e risorgere come Spirito Santo eh… Sarebbe già la ‘vittoria della vita’ se lasciassi andare anche solo tutte quelle ansie di riuscire, di campare, di lavorare, di farci scappare una sola vacanza l’anno, di sentirsi accettati da una società di plastica… fisime, apprensioni, oneri e doveri con a seguire immancabili sensi di colpa, delusioni, insoddisfazioni, ecc… Cambiando modo di esperire la vita perderemo le vecchie menzogne ma ritroveremo una vita autentica. Sarebbe il trionfo dell’Anarchia! Anche perché le leggi sono il prodotto di una convenzione umana, e poiché non c’è limite alla stronzaggine della specie, ergo non c’è neanche alcun limite alla perversità delle leggi!
ADAM: Per questo le élite sociali competono, inconsapevolmente, convincendoci del contrario, tutti siamo impaludati in questi maledetti paradigmi mentali! Per la maggior parte siamo zombie robotici ormai, alcuni di noi non vivono, funzionano! Sono i loro insani automatismi inconsci che fanno girare la ruota del Sistema e che, gira che ti rigira, ci mantiene sempre allo stesso punto.
UKI: Be’, il Re è senz’altro meno stupido di quelli che lo considerano un Re!
ADAM: Giusto, ma chi se li fila i ‘potenti’ a questo punto! Il bello è che sia che ci sia un albergo a 5 stelle che un ostello io posso dormire lo stesso.
UKI: E bravo il mio ometto, questa è la mentalità giusta. Oltretutto, una vita retta non significa essere privi di emozioni, quelle arrivano sempre e comunque, noi semmai ce le viviamo tutte (nello “stato di flow”) ricordandoci solo di fare la cosa giusta – ci prendiamo le nostre responsabilità – e poi la vita farà il suo corso. Ci accadranno cose incredibili! Nondimeno caro mio, tutti vogliono tornare alla Natura, ma nessuno vuole tornarci a piedi!
Peraltro, finché non sarà libero l’ultimo degli schiavi noi saremo tutti degli schiavi: ognuno di noi è perso nell’angoscia della volubilità dell’esistenza, infatti cumuliamo il potere al fine di anestetizzare quella stessa paura. È così che è nato lo scarto tra poveri e ricchi, così nasce il “debito”!
ADAM: Per controllare il tempo! Quel tiranno “Chronos” che prima o poi ci toglierà tutto!
UKI: Ricorda che i primi padroni si sono formati con la violenza e con l’astuzia, ma con le leggi e la finanza si sono poi consolidati! Tutti quei traumi si riversano ad esempio nelle leggi dell’economia mio caro. Di fatto, la crescita illimitata, enfatizzata dall’economia e attuata dalla tecnologia, non ha una base scientifica, è vero anzi il contrario: è dimostrato che proprio l’esistenza di una demarcazione consente all’individuo di trovare soddisfazione.
ADAM: Comincio a credere che è per questo che somatizziamo cancri, depressioni, allergie, stress, ecc…
UKI: Certo! E poi la massimizzazione della produzione e dei risultati con la conseguente spinta alla velocità, alla lotta concorrenziale, all’efficienza, può essere un obiettivo nei momenti di crisi, ma non la base del vivere in una situazione di normalità, ecchecazzo!
ADAM: Anzi, è un inutile costo energetico ed emotivo? In ogni caso non sarebbe più facile dividersi le infinite risorse del pianeta in parti uguali?
UKI: Che ti devo dire… diciamo che evito di dire che siete stupidi, non vorrei passare per un adulatore. E intanto siamo arrivati a telescopi spaziali con cui l’umanità sta cercando altre forme di vita, è come se l’uomo proprio non riuscisse a rassegnarsi all’idea di essere l’animale più stupido dell’universo!
ADAM: In effetti parlando di lavoro e produzione: le materie prime ce le mette la Terra -e sono gratis; mentre gran parte del lavoro lo possono fare le macchine automatizzate – che consumano solo energia, che è appunto gratis dal pianeta. Va be’, bla, bla, blà… ma che belle parole!
UKI: Vedi come sei infognato in un sistema di pensiero che ti appare così impossibile da cambiare? Eppure hai toccato i tasti giusti. A quel punto non resterebbe che produrre guardando all’efficienza, e non al profitto, e il resto del lavoro -quello possibile solo per mano dell’uomo- potrebbe tranquillamente essere ripartito tra tutti. Non esisterebbe disoccupazione.
ADAM: Non sarebbero un problema neanche gli stipendi a quel punto, basterebbe infatti redistribuire le risorse invece di mantenere l’1% della popolazione mondiale a godersi le ricchezze del mondo a dispetto del restante 99% che spreca una vita intera per assicurarsi la mera sopravvivenza.
UKI: Dovete ritornare ad un sistema sociale e lavorativo che tenga conto dei ritmi biologico-naturali e del nostro benessere emotivo. Che usi una tecnologia solidale ed ecologica, per il comfort perché no? Ma soprattutto per migliorare l’esistenza della specie umana in relazione con l’universo.
In sostanza, servirebbe un “principio di beneficialità” che ispiri l’etica verso le responsabilità nei confronti delle prossime generazioni, oltreché in un tributo alla propria stessa vita! Una concezione dell’esistenza che tenda al riavvicinamento emotivo dell’individuo con le fonti primarie delle sue esperienze, sia all’interno di sé sia verso la realtà esterna. Ma per fare questo bisogna che tutti si rimettano in discussione su questo teatrino dell’esistenza! Tutto sta nel prendersi le proprie responsabilità, nell’affrontare quello che gli antichi chiamavano il “Guardiano della Soglia”.
ADAM: Già, il Guardiano degli “Abissi” del nostro subconscio, dove dimorano i nostri demoni interiori.
Sono gli Inferi caldeggiati dal taurino “Baal” citato nella Bibbia, l’effetto sobillatore degli “Elohim stranieri” nel nostro subconscio, o dal Minotauro della tradizione greca, entrambi metafore dei nostri impulsi bestiali, come lo sono i cosiddetti “Arconti” della tradizione gnostica. Personificazioni simboliche che oggi una mitologia contemporanea invece trova negli “alieni” che governerebbero il nostro mondo. In verità sono le nostre dissonanze e dissociazioni psichiche a dominarci fin dall’alba dei tempi! Una guerra interiore trasferita nei racconti mitologici di ogni popolo.
UKI: Sempre Yeshua diceva: «Chi vorrà salvare la propria vita la perderà». L’unico modo per lasciar andare il proprio Io e ritrovare semmai il flusso di un Sé integrato col trascendente, è quello di abbandonare gli automatismi della vita “socio-personale” e scegliere piuttosto di vivere un’esistenza impersonale, come insegnava il Buddha, crocifiggendo come un Cristo il nostro Ego sull’Albero della Vita!
L’idea sarebbe quella di riuscire a vivere la vita sull’onda di un entusiasmo imperturbabile, alla faccia di chi ci vuole male! In effetti, Io sono (D)Io: il Sé (al suo armonico e coerente stadio integrato) è l’ “Io Sono l’Io Sono” che tutto racchiude e con cui Dio si fa chiamare da Mosé. È Mosé che parla col proprio “Daimon” interiore! È l’auto-determinazione del Sé superiore! È il Soggetto Assoluto che finalmente si rivela a sé, che ha il pieno governo di sé!
ADAM: Se ho capito bene, noi non abbiamo bisogno di modificare i nostri pensieri negativi, semmai solo di cambiare il modo di interagire con essi!
UKI: Bravo testone! Semplicemente osserva i tuoi pensieri e le tue emozioni. “Oggi sono stato triste, poi felice, poi deluso e poi nervoso…”, mi osservo, c’è un messaggio in ognuno di quei pensieri ma non c’è da credergli per come la società ce li ha venduti! Infatti se cediamo alle “letture straniere”, quelle indotte e condizionanti, e iniziamo a commentare o giudicare razionalmente, allora, ci impantaneremo di nuovo nelle angustie mentali. La razionalità serve a limitare semmai proprio le nostre derive, nell’atto pratico, ma non può occuparsi dell’esistenza interiore, laddove albergano le tempeste della coscienza! Ecco che solo noi possiamo svestire emozioni e pensieri della loro tendenziosità e trattarli per quello che sono veramente. Tanto basta osservarli, dargli la giusta attenzione, e poi le risposte verranno da sé. Dentro di noi esiste una forza che se lasciata agire rimarginerà qualsiasi brutta emozione. No problem!
ADAM: Credevo si trattasse più che altro di una lotta stremante per affrontare i propri demoni…
UKI: Non esattamente, si devono “affrontare” nel solo e semplicissimo senso di dedicare a quei demoni la nostra più serafica consapevolezza, bisogna semplicemente ‘dare attenzione’, con il giusto distacco, a quelle urla o richieste interiori – giacché noi non siamo i nostri pensieri!
ADAM: In effetti noi di solito occultiamo e rimuoviamo le nostre paure, oppure opponiamo resistenza.
UKI: Il modo migliore per farle ingigantire! Al contrario i demoni vanno assecondati, ma non certo nutrendoli con la paura o con un fantomatico amore come decantano quei ciarlatani della New Age. Anche perché sembra evidente negli esseri umani un’insolita caratteristica: se vedono che qualcosa che fanno non funziona, la fanno di nuovo! Insomma, nutrire i demoni non significa alimentare delle creature “malvagie” ma portare in tavola l’attenzione cosciente, che è il cibo che preferiscono. Di fatto non c’è niente da migliorare in te, c’è solo da osservare in silenzio e senza giudizio le immagini che abiti e ti abitano, e darsi a queste immagini con compassione e pazienza; solo allora, lasciando andare il controllo, qualcosa accadrà alla tua coscienza.
ADAM: In fondo il segreto è lasciarli passare.
UKI: Esatto, ogni pensiero o emozione disturbante passerà, lo fa sempre. Dobbiamo capire che ciò che siamo veramente risiede al di là della realtà cognitiva che ci costruiamo intorno ed è oltre le percezioni stesse. Tu sei quella “unità di consapevolezza” che può mettersi a distanza dalle cose che ti accadono. Per sentire quello “stato purico di esperienza” devi però comprendere che non sei i tuoi pensieri: che è ciò che pensi che puoi effettivamente cambiare, e che ciò che ti condiziona non di rado ti fa fare cose che non ti piacciono! Infatti tutto questo mal di vivere non sei te! Tu non sei quasi mai consapevole, tutta questa giostra non sei tu, ma solo qualcosa che come un virus insano agisce dentro di te contro la tua volontà. Quando ti rendi conto che la tua mente non sei tu ma che è uno strumento a tua disposizione, allora scopri che esiste la tua coscienza profonda, che è sempre stata lì, al “Centro” di te stesso… a farti rendere conto di tutto ciò che succede.
ADAM: Quindi è vero che l’esteriore è impermanente mentre il mio profondo è permanente e inamovibile. Fuori di noi può accadere di tutto, anche la peggiore delle cose, ma in me, nel profondo della mia coscienza c’è un Centro intoccabile che nulla può ferire e dove l’armonia regna incontrastata!
UKI: Al ‘Centro’ c’è solo il mio Sé indifferenziato, l’ “Io Sono” spurio da ogni sovrastruttura identificatoria, sociale e culturale. È nel “Centro” di quella “Croce” che si risolve il sacrificio contro i “demoni subconsci” per acquisire il “governo di sé” e della propria psiche, per raggiungere il risveglio e infine la pace interiore: l’inizio di un processo catartico che portava l’Iniziato all’Illuminazione. Si tratta di un maturo e saggio equilibrio psico-fisico tra cuore, mente, corpo e Spirito.
A noi poveri mortali basterebbe ridimensionare il nostro ego-centrismo, controllare la nostra mente egoica… insomma ritrovare il governo di Sé!
ADAM: Vero. La gente sta male. Ansie, fisime, ruoli, incombenze, insoddisfazioni, manie… Invece della cooperazione in natura abbiamo ceduto alla competizione mercantesca. La gente continua a fare bei discorsi ma col cuore infranto e risentito.
UKI: Il conflitto non è più lo specchio di una frammentazione da reintegrare ma solo lo sfogo di una vana frustrazione.
Pensa che per allentare la tensione mentale basterebbe prenderne nota dei nostri pensieri disturbanti e “perdonare”, o “lasciar andare”. La verità emerge dal silenzio, dalla calma, dall’accettazione e nell’entusiasmo al non attaccamento, in una parola: equilibrio!
ADAM: Be’, è incredibile constatare come la vera felicità e realizzazione umana sia in netta contrapposizione allo stile di vita che attualmente ci circonda e caratterizza. Siamo fottuti!
UKI: Molto probabile!
Dopo l’era dell’audiovisivo in una società liquida, questa sta per diventare l’epoca ‘Social’ del “malessere mentale”, ansie e depressioni diverranno dei fardelli sociali, delle piaghe culturali, si formerà una massa di ansiogeni nevrastenici e psicomani! Si sta per produrre una “società contropsichica“, fatta di gente che si riproduce e muore, vittime delle passioni: schiavi dei pensieri che si attaccano alle loro menti e degli istinti più bassi. Voglio dire, è sempre stato così, ma oggi viviamo e siamo connessi in sistemi molto più complessi e pregnanti.
ADAM: È dunque fondamentale capire che se impariamo ad osservare in modo neutrale le nostre emozioni non ne saremo più dominati! Si tratta di un percepire l’esistenza con modalità differenti?
UKI: Esattamente. Bisogna imparare ad applicare ogni volta una semplice “attenzione” alla presenza di un quid, considerato però come variabile, un qualcosa a cui è inutile attaccarsi troppo, ma che andrebbe gustata (o accettata) semplicemente per quello che è! Dobbiamo solo acquisire un’attenzione conscia sui fatti o fenomeni… farlo secondo la risultante consapevole dell’esperienza stessa, senza sovraccarichi cognitivi che non fanno altro che fissare problemi! Il segreto della felicità e del ben-essere è accettarsi per quel che si è, in tutti i lati Luce ed Ombra di sé stessi! Amarsi e accettarsi… questo è il segreto!
Bisogna allora rimanere ben centrati, questo significa essere “Io Sono l’Io Sono”, che era la formula divina per l’Iniziazione finale, quando ci si ricongiunge con l’Esseità divina.
ADAM: Si tratta della natura e dell’attività pura della Coscienza: intercettare in modo purico ogni “funzione” esperienziale!
UKI: Esatto! Acquisire la stessa capacità di pensare del Vuoto neurale significa “essere”, tra l’altro è l’unico modo per permetterci di realizzare tutti i nostri sogni o desideri! Perché le cose accadono da sé! Questa capacità è una qualità della Coscienza, risiede nel profondo di noi stessi; secondo le misterosofie esoteriche era una pratica/magia che ci elevava ad essere Dio!
“Centratura” significa questo: essere consapevoli delle forze che dimorano in noi e viverle armoniosamente, cosa possibile solo se viviamo la nostra vita semplicemente “in espressione cosciente di noi stessi”.
ADAM: Ecco perché Jung affermava che riuscire a percepire simultaneamente la propria ombra e la propria luce significa osservarsi da due lati, ovvero il modo migliore per guadagnare il Centro, il nostro profondo equilibrio psicofisico!
UKI: Vi do una dritta: l’origine è la stessa sia per il respiro che per la mente. Perciò il pensiero, in verità, è la costituzione della mente. Il concetto di “Io” è il primo pensiero della mente, e questa è l’egoità. È da ciò da cui nasce l’egoità che origina anche il respiro. Quindi, quando la mente diventa tranquilla, anche il respiro diventa controllato, e quando il respiro viene controllato la mente si placa. L’Ego scompare e affiora la Coscienza: il Sé superiore.
Meditate gente, meditate…
ADAM: Non ci rimane che fidarci di noi stessi e celebrare la vita rivolti sempre a qualcosa di più grande di essa!
UKI: Certamente. Ogni rivoluzione parte dal profondo di noi stessi, il nostro “Centro” è il centro dell’Universo, è l’entanglement assoluto; non servono manifestazioni o rivolte per cambiare il mondo, se non c’è una nuova consapevolezza in atto nuovi decreti legge verrebbero solo strumentalizzati dal teatrino virtuale della vita materica e terrena, un film sceneggiato dalla massa incarnata nell’illusione mondana.
ADAM: Dunque è vero che, poiché non esistiamo “realmente” nel tempo, conta solo lo stato di coscienza del momento presente: è solo nel profondo di noi che possiamo agire fattivamente!
UKI: E possiamo farlo solo vigilando sul proprio Io fittizio e allo stesso tempo contemplando il nostro Sé indifferenziato. Fatela finita con questo ego-centrismo: è veleno!
Il problema dell’uomo, in ogni tempo e in ogni luogo, è che pochi si prendono le responsabilità della propria vita. Rari sono gli uomini che decidono di comprendere i meccanismi interiori, di affrontare le luci e le ombre che in ognuno di loro albergano.
ADAM: Siamo spinti ad affidarsi a una visione esterna, dove ciò che è importante è evitare il dolore e affermare la propria esistenza in virtù di accadimenti che, se ben riflettiamo, sono effettivamente caduchi ed effimeri.
UKI: Quando sceglierete di prendervi le responsabilità delle vostre azioni, portando quindi l’attenzione su di voi nell’unico modo consentito dalla Natura, allora inizierete a risuonare con l’Anima del Cosmo, e capirete che non è l’odio a dare il potere, ma la Verità!Conosci il tuo nemico (interiore), conosci te stesso, e non temerai esito di alcuna lotta. Tutto il resto è eternità.
ADAM: Il problema è che questo mondo vuole che non ci sia giustizia senza peccato.
UKI: Si ma se ti poni di fronte la luce, l’ombra ti cadrà alle spalle! Sono leggi di natura, non puoi sbagliare!
La Vita è un’interminabile trasformazione. Le doglie aprono i giochi: da codardi facciamo quindi del dolore il nostro sadico amante. Aneliamo l’anima gemella ma, ironia della sorte, rinneghiamo la nostra musa per cercare, invano, di dare scacco matto alla morte! Allora, lascia andare le nuvole… sii cielo!
ADAM: In effetti c’è un prezzo da pagare per ogni nostro pensiero.
UKI: La vita è come un arcobaleno composto da tanti colori con mille sfumature diverse; molti, traditi dalla loro superficialità, ne vedono pochi o un solo colore… chi se la gode invece scorge uno spettacolo meraviglioso! Allora, la felicità è come una zanzara: se cerchi di spiaccicarla non riesci mai a beccarla, ma come ti rilassi… zac! Eccola che ti punzecchia. E quella puntura appartiene solo a quel presente, infatti, il dolore che sa provocare –così come l’entusiasmo della felicità d’altronde- travolge così tanto quello stesso istante che quell’attimo diventa infinito (questo diverrà il miracolo dell’onnipresenza, del Risveglio). Nessuno di voi può negare questo se almeno una volta nell’esistenza si è sentito vivo e in contatto con sé stesso, al di là del bene o del male.
Saliamo il primo gradino con fiducia, non occorre vedere tutta la scala.
La luna può essere mezza, può essere tonda, ma, ché se ne dica, non è mai storta! È una legge di natura.
Fatale
.
Cos’è la Vita?
Hai presente questo momento?
Si!?
Ecco, questo istante passerà. Non tornerà mai più
«Il mondo è una mia rappresentazione”: ecco una verità valida per ogni essere vivente e pensante».
Arthur Schopenhauer
«In ogni situazione ciascuno assume un contegno e un atteggiamento esterno per sembrare come vuole che lo si creda. Perciò si può dire che il mondo è composto soltanto da maschere».
François de La Rochefoucauld
«Tutto ciò che diviene, si trasforma, muore, scompare, non appartiene alla sfera dell’essere. La Natura non possiede vera realtà ontologica: essa è divenire universale. Ogni forma cosmica, per quanto complessa e maestosa, finisce per disgregarsi; l’Universo stesso si riassorbe periodicamente, con “grandi dissoluzioni” (Mahapralaya), nella matrice primordiale (Prakriti). Questo processo misterioso che genera e sostiene il cosmo (e così facendo rende possibile l’ “eterno ritorno” delle esistenze) è la “Maya”, l’illusione cosmica sopportata (o peggio ancora valorizzata) dall’uomo finché è accecato dalla non-conoscenza (Avidya).
La realtà assoluta, l’Essere puro, l’Assoluto, qualunque sia il nome con cui lo si vuole indicare: il Sè (atman), l’incondizionato, il trascendente, l’immortale, l’indistruttibile, il Nirvana, ecc… è al di là dell’illusione cosmica intessuta dalla Maya, e al di là dell’esperienza umana condizionata dal “Karman”, la legge della causalità universale che rende l’uomo solidale al Cosmo e lo condanna ad una perenne trasmigrazione.
La conoscenza della verità non è preziosa in se stessa, diventa preziosa grazie alla sua funzione soteriologica, perché la verità aiuta l’uomo a liberarsi. Lo scopo supremo del saggio non è il possesso della verità, bensì la liberazione, la conquista della libertà assoluta. “Liberarsi” equivale a conquistare un altro piano di esistenza, a impadronirsi di un altro modo d’essere, che trascende la condizione umana. “Rompendo” la condizione umana si “muore” a tutto ciò che era umano e ciò implica una conseguenza di natura mistica: la rinascita in un modo d’essere non-condizionato, ed è questa la vera liberazione, la libertà assoluta».
Mircea Eliade, “Lo Yoga – Immortalità e Libertà”
«La differenza fondamentale tra una persona ordinaria e un guerriero, è che il guerriero prende tutto come una sfida, mentre la persona ordinaria prende tutto come una benedizione o una maledizione».
Carlos Castaneda
«Colui che ha padroneggiato se stesso, ha se stesso come amico, ma quell’uomo che non ha perseguito l’autodominio è ostile a se stesso come un nemico».
Bhagavad-Gita
«Nel mondo ma non del mondo. Nulla possedendo e da nulla essendo posseduti».
Detto Sufi
«L’unica rivoluzione possibile è quella interiore».
Tiziano Terzani