Resilienza: rialzarsi sempre più forti per nuove forme di resistenza

Autocontrollo, volontà e sfida... il tutto rivolto al coraggio di intraprendere con consapevolezza la via della propria autodeterminazione, in risonanza con la natura

Da oggi il vostro mantra sarà “più resilienza”! Ebbene sì. Ci vuole più resilienza per tutti, maggiore forza di volontà, capacità di adattamento e un maggiore rispetto per l’ambiente. Tutte cose che se non si fossero ancora capite, potranno essere ritrovate perfino in un corso fatto ad hoc per insegnarci come fare

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La resilienza, che ha vari significati specifici a seconda dell’ambito a cui si riferisce, è la capacità dell’adattamento, in generale. Una vita resiliente è una vita vissuta nel rispetto dell’ambiente, l’autoproduzione del cibo e dell’energia, sostenendo i modelli socio-economici solidali.

Concetto importante per la resilienza è finanche la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà: è la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. È una nuova forma di resistenza, di ribellione… di autodeterminazione!

Pina e Alberto insegnano

Sono questi i punti di riferimento che regolano la vita di Pina e Alberto, che hanno realizzato un progetto di vita che sia in sintonia con la natura e che ha trovato luogo nella pianura di Capezzano, che si trova in Toscana, provincia di Lucca.
Qui si svolge un vero è proprio corso, in cui Pina e Alberto presentano il loro stile di vita, fatto di pannelli fotovoltaici, orto, laghetto, forno per il pane e stanza per l’impasto.

Il principale motto è l’autosufficienza

Un vero e proprio microcosmo in cui l’azione dell’uomo ha il compito di amplificare le potenzialità del luogo in cui ci si trova, riuscendo a ricavarne quasi tutto il necessario.
I partecipanti al corso sono stati accolti da un ristoro a base di orzo e pane all’olio. Hanno quindi potuto esplorare la casa ascoltando il racconto dei due protagonisti direttamente dalle loro bocche.
Il significato di resilienza, espresso nel racconto di Pina e Alberto, è stato fatto capire con un’analogia: ai corsisti è stata mostrata una corda che, intrecciata a modo di rete, si è mostrata in grado di resistere alle diverse avversità.
La visita è solo una delle attività proposte all’interno del corso, che prevede anche incontri in aula e visite e laboratori pratici, vere e proprie gite turistiche che mettono in contatto il corsista con delle realtà di vita sostenibile.
La finalità del corso è proprio quella di mettere in contatto noi spettatori con quelle realtà che fanno della resilienza e della sostenibilità le loro parole d’ordine.
Come questo ci sono altri corsi organizzati dalla Croce Verde di Viareggio e questi corsi hanno proprio il fine di sensibilizzare al rispetto della natura, alle economie sostenibili e alla resilienza.
Per dirla con Aristotele infatti, e S. Tommaso e Rousseau, l’uomo è un animale sociale, cioè è portato naturalmente ad unirsi in gruppo e formare una società.
Quindi, dal mio punto di vista e ragionando analogicamente, sarebbe impossibile andare a vivere tutti in luoghi isolati e vivere come Pina e Alberto. Perché? Perché siamo troppi! Se lo facessimo tutti, non ci sarebbe nulla di speciale. E poi se hanno ragione quei tre di cui parlavo poc’anzi, sarebbe andare contro natura. La soluzione sta in un altro tipo di organizzazione semmai. Ok l’autosufficienza sostenibile, ma questo non dovrebbe precludere le interazioni sociali, in effetti nei singoli paesi ma anche nelle città si potrebbe pensare ad un’organizzazione autosufficiente e sostenibile in qualche modo (certo è che per ciò che riguarda le città sarebbe da rivoluzionare tutto, ci sarebbe effettivamente un bel lavorone da fare)… Magari una soluzione potrebbe essere tornare ad un certo “localismo“, sarebbe davvero cosa buona e giusta!

Quindi che fare? (come diceva Lenin)

Dato che siamo tanti, forse troppi, e siamo portati naturalmente a vivere insieme, non ci rimane da fare, anche aiutati da iniziative come questa della Croce Verde di Viareggio e se non altro come primo step, che cercare di migliorare il nostro stile di vita, rendendolo più resiliente e rendendoci capaci di saper sfruttare e rispettare ciò di cui siamo circondati.

Disquisizioni darwiniane

Per concludere vorrei aggiungere un chiarimento alla teoria evolutiva di Darwin. Secondo questa teoria, in realtà le modificazioni genetiche che ci hanno, nei millenni, resi capaci di adattarci ai cambiamenti ambientali sono casuali.
La teoria del più forte non prevede che il più forte riesce a far soccombere il più debole, ma che riesce ad adattarsi meglio. Ad oggi la teoria darwiniana sembra essere obsoleta, oggi nuove teorie confermano che non esiste, di fatto, il caso in natura, ma tutto proviene da cause pregresse e ordinate da un Sistema olistico universale (la cui complessità è scambiata da noi come qualcosa di casuale), e sebbene la scienza oggi dimostri pure che allo stato primario l’uomo è cooperativo e solo con l’aggregazione diventa conflittuale, possiamo nonostante tutto confermare che la capacità di adattamento è, nel vero senso della parola, genetica! Nel senso che è in potenza nei nostri geni. L’evoluzione farà il suo corso certo, ma se siamo dotati di volontà, perché non usarla per decidere di cominciare a cambiare da noi prima che l’evoluzione faccia il suo corso?
Senza aspettare che dei cambiamenti avvengano a livello genetico, come voleva anche la teoria che aveva molta fortuna all’epoca di Darwin, non potremmo dai noi decidere di vivere diversamente e dare un sostegno alla natura?

Resisto dunque sono

Ebbene, le difficoltà vanno dunque affrontate come opportunità, come una sfida che mobilita le proprie risorse, sia interne che esterne: una sfida dalla quale non ci si può esimere, in nome del raggiungimento di un equilibrio più funzionale. La resilienza è in altri termini la capacità di autoripararsi dopo un danno, di far fronte, resistere, ma anche costruire e riuscire a riorganizzare positivamente la propria vita nonostante situazioni difficili che fanno pensare a un esito negativo.

 

Roberto Morra

«Ciò che non lo uccide, lo rende più forte».
Friedrich Nietzsche

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