Sul treno (mezzi di trasporto, resoconti) – Capitolo 3

Opera di scrittura creativa ed elaborazione fotografica di Edoardo Vitale

Ho deciso di utilizzarlo, il computer.

Avevo escluso questa opzione per ammazzare il tempo mentre viaggio in treno. Questo perché sono paranoico ed in perenne stato di emergenza. Se potessi non toglierei neanche il giacchetto, pronto a mettermi in salvo cercando di preservare il più possibile i miei beni, nel caso deragliassimo.

Ho sempre preferito riposare, ascoltare musica.

Un’apposita play list di canzoni iper-selezionate: tutte in egual misura degne d’essere l’ultima ascoltata.

Prima degli scossoni.

Prima di vedere il vagone lentamente capovolgersi e la cicciona che ho accanto rompere con la sua testaccia il finestrino. Vederla contorcersi.

Prima del buio.

 

Ancora progressi e rischi.

Fumo una sigaretta durante la fermata del treno alla stazione di Firenze. Anche questa una consuetudine che ho preso da poco.

Pericolosissimo abbandonare il mezzo, con cinque euro in tasca, la batteria del cellulare al 29%, indossando una maglietta sciupata con su la faccia stampata di Tom Waits che è un duro e che dovrebbe proferirmi un’aria da duro, secondo il mio immaginario.

Ma se il treno fosse ripartito senza di me sopra avrei iniziato a piagnucolare fermando isterico tutti i dipendenti analfabeti di Trenitalia implorandoli di fare qualcosa per me, che nemmeno la volevo infondo ‘sta sigaretta. Ed in questi casi sarebbe adatta una maglietta in grado di suscitare il giusto misto di pena, riconoscibile sicurezza e fiducia ai soccorritori. Qualcosa come, non so. Dolce e Gabbana.
In ogni caso farei bene a smettere di fumare.

 

Episodi quali: scambiare il curry per zucchero di canna e bere un caffè speziato. Non è accaduto, perché sono stato bravo a controllare prima, e dovrei dire: per fortuna! Ma una parte di me sperava che fosse accaduto, per poterlo raccontare.

Ho immaginato che il cassiere della Coop che mi regalava le figurine sottobanco tutte le volte che facevo la spesa, fosse uno dei controllori del treno. Il tipo gli assomigliava. Fosse stato davvero lui senz’altro mi avrebbe sorriso complice, certo del fatto che lo avrei riconosciuto e non mi avrebbe controllato il biglietto. Ma io il biglietto ce l’ho, che si sappia.  Sarebbe stato gentile da parte sua, ma il biglietto ce l’ho.

di Edoardo Vitale

 

Foto: “Sputare nel piatto in cui mangiate ingordi”  -di Edoardo Vitale

 

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