Human Brain Project: l’anno del cervello artificiale

Ricostruire un cervello virtuale per realizzare la prima macchina potenzialmente in grado di pensare e provare emozioni

Ricostruire il cervello pezzo per pezzo in un supercomputer. Questo è l’obbiettivo del progetto “Blue Brain” avviato nel maggio 2005 dalla IBM in collaborazione con Henry Markram neuroscienziato dell’École Polytechnique di Losanna in Svizzera. La portata epocale di un simile obbiettivo appare subito chiara: non solo la costruzione di un cervello virtuale metterebbe nelle mani degli scienziati uno strumento formidabile par arrivare ad una miglior comprensione della mente e dei suoi disturbi, ma coinciderebbe con la realizzazione della prima macchina potenzialmente in grado di pensare e persino di provare emozioni come noi esseri umani. La tragedia è dietro l’angolo?

 

Sono sempre disturbato da sentimenti di repulsione e perplessità quando si parla di questi progetti fantascientifici e di scienziati con manie megalomane come queste. Ho sempre timore che si realizzi qualche sceneggiatura di un film dell’orrore o cose del genere. È indubbio che l’umanità debba progredire e svilupparsi, finanche l’Intelligenza Artificiale è qualcosa di utile e funzionale alla vita, ma è la debolezza dell’uomo che mi spaventa, è l’uso che se ne fa di queste ricerche che rimane incontrollabile.

Ebbene, questo 2012 oltre ad essere stato un fantomatico anno di rivoluzione di coscienza come dicono le profezie, è stato probabilmente anche un anno importante per il cosiddetto Blue Brain Project. Questo progetto di ricerca dovrebbe portare, entro il 2023, alla realizzazione di una simulazione su supercomputer che, come ha affermato il suo stesso direttore, Henry Markram: «Riprodurrà integralmente un cervello umano, emozioni comprese».

La motivazione dichiarata del progetto è quella di costituire una piattaforma per esperimenti neuroscientificiin silico” (cioè simulati al computer) che permetta di riassumere e sintetizzare in un quadro coerente l’immensa mole di dati neurobiologici e comportamentali che la ricerca produce ogni giorno.
La potenza di calcolo necessaria per una simile impresa è notevole: ogni neurone simulato richiede la potenza di calcolo di un piccolo computer portatile. Nonostante ciò la tecnologia dei supercomputer, seguendo il trend di crescita esponenziale delle prestazioni dell’elettronica in atto ormai da decenni, si sta rapidamente avvicinando ai livelli necessari a rendere la simulazione di un intero cervello umano una possibilità concreta.

Ad oggi i ricercatori del Blue Brain Project sono già riusciti a compiere il primo passo verso il loro obbiettivo. È stata infatti completata la simulazione di una intera colonna neocorticale (la più piccola parte funzionale del cervello responsabile delle funzioni più elevate e del pensiero cosciente) del cervello di topo. Questa complessa rete neurale, costituita di 10.000 neuroni nei topi, ha le dimensioni di una punta di spillo e si ripete moltissime volte a formare l’intera neocorteccia. Il cervello umano possiede circa 2.000.000 di colonne di 100.000 neuroni ciascuna.

La svolta per il progetto sarebbe immanente, il progetto, infatti, è candidato per ricevere un grosso finanziamento di ricerca dell’Unione Europea (anche questo mi preoccupa assai..) nell’ambito del programma “Future and Emerging Technologies (FET) Flagships Initiative“. I finanziamenti ammonterebbero a circa un miliardo di euro in dieci anni e permetterebbero un’accelerazione sostanziale con il raggiungimento degli obiettivi in tempi più rapidi.

In caso di vittoria nel concorso il precedente progetto “Blue Brain” verrebbe rinominato Human Brain Project, e da svizzero diventerebbe a tutti gli effetti un progetto europeo, coinvolgendo istituzioni scientifiche di tutto il continente.
Anche l’Italia potrebbe ritagliarsi un ruolo in tutto questo, con sei ricercatori nel gruppo di oltre 150 scienziati che stanno lavorando alla predisposizione della proposta di finanziamento per il progetto HBP. I rispettivi enti di appartenenza (Politecnico di Torino, Università di Pavia, Università di Firenze, LENS e CNR con gli istituti di Scienze e Tecnologie della Cognizione –Roma-, di Biofisica –Palermo- e di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali -Roma) hanno dato vita ad un “cluster” nazionale che si propone di ricoprire un ruolo di primo piano nella predisposizione e, successivamente, nell’esecuzione del progetto.

Il LENS e l’Università di Firenze ad esempio si occuperanno della messa a punto di un tomografo ottico per la ricostruzione dell’intera rete del cervello con un dettaglio mille volte superiore alle tecniche esistenti, tipo la Risonanza magnetica Nucleare. Il gruppo di ricerca dell’Università di Pavia in associazione con l’IRCCS Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino invece, porterà alla generazione del primo modello computazionale realistico del cervelletto.

Orazio Miglino, dell’ISTC del CNR ha commentato: «Henry Markram propone una sfida che, come spesso è accaduto nell’avvio delle grandi avventure umane, è stata anticipata dalla fantascienza e dalla fantasia letteraria. In “2001 Odissea nello spazio” Stanley Kubrick illustra l’evoluzione del cammino umano nell’esplorazione dell’Universo facendola concludere con l’ultimo e più intimo luogo della sua esistenza: il cervello di un feto umano. Markram, novello Ulisse, sta raccogliendo intorno a se una ciurma di ricercatori pronti ad esplorare (e riprodurre) questo luogo. Sarà l’Impresa del XXI secolo».
Così, a detta degli “esperti”, l’iniziativa Human Brain Project affronterà almeno tre grandi sfide scientifiche rivolte a migliorare la vita delle persone: «Comprendere il cervello umano e le malattie neurologiche, definire nuove macchine computazionali più simili al cervello umano e definire nuovi modelli computazionali in grado di riconoscere e processare la complessità della realtà che è intorno a noi. Al termine del progetto le conoscenze sviluppate permetteranno, tra i vari risultati, di individuare cure per le malattie neurologiche e di realizzare macchine con le quali è possibile interagire e comunicare in modo naturale», ha concluso Fernando Ferri, dell’IRPPS del CNR.

Queste ricerche stanno indubbiamente aprendo nuovi spiragli, nuove visioni della vita e dell’essere umano, nuovi trend che stravolgeranno il costume e la società odierna. Questo sviluppo dell’intelligenza artificiale sta conducendo gli scienziati verso la completa dissoluzione dell’ingenua credenza che concepisce il cervello come macchina pensante, avvicinandoci agli albori di una nuova era nella concezione dell’intelligenza!

Tuttavia, lo spettro “buono” dei cyborg, tanto caro a questo portale si sta avvicinando tanto quanto lo spettro “negativo” dei robot, che potrebbero davvero disumanizzare l’umanità intera. Il transumanesimo poi, con quell’aria di nuovo ed entusiasmante paradigma per l’evoluzione umana, mi rimane indigesto, è qualcosa di troppo vicino al limite, di cui non mi fido per un cazzo! Di fatto, la tecnologia è un mezzo, non un fine!

Se l’umanità sognerà ancora la luna… potrà raggiungerla finanche con le più sfrenate opere di cibernetica, ma in qualsiasi modo essa vorrà danzare, nulla dovrà mai intaccare il suo cuore. Per qualsiasi motivo. Se ciò non fosse… si verificherebbero cose innaturali. Nella paura che ne scaturirebbe, un cyborg collasserebbe in un’agghiacciante automa! Nel momento in cui viene oscurato il sole, ormai spoglia della natura.. l’umanità avrà sciupato da un pezzo l’occasione di essere al di là del Bene e del Male!

Se non altro, l’ansia è quella di non essere costretti un giorno a trovarci davvero di fronte le famigerate parole: «Quanto è grande e sconfinata la somma dei tuoi pensieri.. se dovessi contarli tutti.. sono molti di più dei granelli di sabbia»… la tragedia sarebbe dietro l’angolo?

Insomma, questa minaccia della simulazione, della finzione, dell’artificiale, del doppio e del “falso” è una cosa che va al di là della neuroscienza o della robotica. In sostanza la lotta tra il Bene e il Male si gioca tra il Vero e il Falso, e su tutta quella merda di logica che tutti gli azzeccagarbugli del mondo, con la scusa della “razionalità” (e non della “Ragione“, come invece amava dire Platone) ci hanno vomitato addosso ingabbiandoci in un mondo fatto di “simulacri“!
E poi… la Vita, non potrà mai essere riprodotta artificialmente. Le potenzialità sincroniche della volontà senziente e dell’arbitrio umano, saranno sempre informazioni in-potenza capaci di creare sistemi evolutivi imprevedibili. La coscienza umana non si muove per causa ed effetto, ma sono vibrazioni, energia, e-mozioni… frequenze imponderabili.. È inutile che ci si giri troppo intorno, ma la cosa triste, a proposito dell’intelligenza artificiale, è proprio che le manca l’ “art-ificio” e quindi l’intelligenza! Vi siete mai chiesti come facciano gli uccelli a virare all’unisono? Come fanno i cani a mettersi in attesa di fronte la porta di casa esattamente pochi minuti prima che noi torniamo? Come abbia fatto un tormentato Mozart a scrivere il “Requiem” in punto di morte? Cosa abbia ispirato Michelangelo nel creare la Cappella Sestina e la Cupola di San Pietro? Tutto ciò non è solo questione di “in silico”…

Fatale

 

 

Fonte:  The Human Brain Project

 

Henry Markram: Simulating the Brain

CERN Blue Brain Project 2010

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14 Comments

  • il primo cervello informatico che prova anche emozioni!!??? siamo arrivati alla fantascienza pura! e non è mai una bella storia!

  • xkè siete sempre così scettici e prevenuti!!!
    questa è scienza. si cureranno nuove malattie, si potranno realizzare cose importantissime!
    questi sono scienziati, non sono dittatori politici!!!

    • ti faccio una domanda: hai letto chi finanzierà questo progetto? la scienza ufficiale è sempre stato manipolata dagli interessi aziendali. spesso alcune ricerche si muovono proprio dalle esigenze delle multinazionali.
      certamente qui si sta parlando di cose più grandi, che vanno al di là… e proprio per questo, la cosa è ambigua, se non altro pericolosa!

  • se il progetto rimane in mano alle èquipe scientifiche e agli enti di ricerca medica… e se la cosa viene ben pubblicizzata, forse il progetto potrebbe rimanere in un ambito filantropico…

    • basta che filantropico non diventi sinonimo di transumanesimo,come giustamente osservava un infastidito fatale.
      quella è una filosofia sinistra…

  • riflessioni che mi hanno aperto i pensieri, la mente… non solo su questo argomento, che poi forse… è il principio di ogni argomento!

  • interessante ricerca, sarà sicuramente uno sviluppo importante per l'uomo e la scienza, anche se sono perfettamente d'accordo con le riflessioni di questo splendido articolo

  • a questo punto non so se fidarmi o no dell'Intelligenza Artificiale.
    comqe l'articolo è meraviglioso e pieno di spunti.complimenti

  • certo che l'Eu che finanzia un progetto del genere preannuncia qualcosa di losco. ma è sicuro che si tratta di uno studio importantissimo per l'uomo!
    davvero belle parole e riflessioni comunque..

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