Sono contro le quote rosa

Parlando di diritti assoluti anziché di diritti delle donne

Sono contro le quote rosa.
Anzi no, sono supercontro le quote rosa; sono anche contro il politically correct e contro il buonismo ad ogni costo perché aprono la porta al sessismo, al razzismo, allo specismo e più in generale ad ogni discriminazione.

Le quote rosa ci dicono che ci deve essere un numero minimo di donne in un certo ambiente di lavoro e la cosa non mi sta bene perché si basa su un diritto di genere e non di merito. La donna è diversa dall’uomo, sarebbe stupido parlare di superiorità o inferiorità, certo ci sono delle inclinazioni di massima, delle caratteristiche genetiche, ma nel 99,99% dei casi è stupido e anacronistico fare ogni tipo di distinzione.

Se si concorre per una posizione l’unica cosa che contano sono le capacità, non il sesso, non l’orientamento sessuale, non l’età, non il colore della pelle, non la provenienza geografica.

Le quote rosa sono discriminatorie e sono ingiuste. Se su dieci posti ci sono dieci donne migliori di tutti quelli che competono, allora è giusto che i posti vadano a dieci donne, e viceversa, perché la meritocrazia non può esserci solo quando fa comodo.

Poi sono stanco dei discorsi “ma le donne cucinano, lavano, puliscono, ecc. ecc…”. Basta, sono un uomo e cucino, lavo, pulisco, ecc. ecc… e non rompo i coglioni a nessuno, con la mia compagna ci dividiamo i compiti perché è giusto così. Se il vostro uomo non lo fa perché la madre/nonna/zia (siamo in una società matriarcale nell’intimo, uomini cresciuti da donne) non lo hanno abituato, non perpetrate l’errore, spiegategli come si fa e mettetelo sotto, se volete essere rispettate e avere tempo per voi (come è giusto che sia) combattete anche nel quotidiano per far aprire gli occhi a quegli uomini che stanno ancora con il ritratto della famiglia eisenhoweriana stampato in mente.

Se avete una gravidanza e il vostro uomo non vi è vicino, dovete pretendere da lui che faccia tutto il possibile e dallo Stato di metterlo in condizione di starvi vicino visto che la progenie che portate in grembo è di entrambi (o almeno dovrebbe).

La violenza è da condannare sempre, che sia uomo contro uomo o uomo contro donna, la violenza domestica è una cosa orribile ma viaggia a doppio senso di marcia. La violenza può essere anche verbale, può essere psicologica e può essere fisica, cerchiamo di non vedere solo una tessera e cerchiamo di non discriminare al contrario.

Care donne, è giusto lottare per i diritti ma se lottate per i diritti delle donne fate un solco e siete voi a creare il sessismo, siete voi a porvi come sesso debole, siete voi a mettervi in una condizione di svantaggio.

L’educazione inizia a casa, prosegue a scuola e ritorna a casa, è lì che si deve riprendere l’educazione civica e domestica (materie assurdamente soppresse) e si deve parlare di categorie e di individui che le compongono senza distinzioni alcune. Perché se un bambino a scuola viene infarcito di buoni principi e poi a casa vede il padre sul divano e la madre a fare tutto… bhè non credo funzioni molto, che si metta la spugna per i piatti o il ferro da stiro in mano all’uomo di casa e si vada poi sul divano tutti insieme.

Altra cosa care donne, voi che vi sentite oggetti… ma siamo sicuri che non vi piaccia essere il desiderio sessuale degli uomini? Essere viste come vulve deambulanti? In fondo, in fondo almeno… magari mi sbaglio, ma perché allora non vi lamentate contro le veline? Contro le pubblicità? Contro il porno che è fatto solo da una prospettiva maschile. Un’indagine di PornHub ha dimostrato che il 23% dei loro utenti sono donne (20% in Italia). Se c’è un degrado della condizione della donna, le donne sono le prime complici andando a comporre uno scenario sociale e un immaginario controproducente per la donna stessa. Inoltre non sono solo gli uomini ad occuparsi di marketing, di comunicazione, di pubblicità, di regia e di scrittura.
Per concludere, care donne, io sono per la parità totale e per la tutela totale, perché siamo la stessa cosa, siamo esseri umani e terrestri, lavoratori e abitanti, entità che desiderano e sognano, ma soprattutto siamo persone e abbiamo bisogno di diritti che ci tutelino a prescindere da sesso, razza, età.. e il cambiamento deve venire da tutti noi e tutti i giorni.

 

Nicholas Ciuferri

 

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